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clinica questa che presenta anche seri rischi per la salute e a volte per la
stessa vita del paziente, è definita clinicamente trombosi venosa profonda, una condizione clinica patologica che può presentarsi per svariati motivi, non ultimo un trauma ad esempio della gamba.
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La
diagnosi, ovviamente spetta al medico, tuttavia anche lo stesso paziente può
rendersi conto da solo che qualcosa non va, a partire dal dolore che riferisce
alla gamba oggetto della trombosi venosa, al gonfiore e alla stessa temperatura
dell’arto aumentata rispetto all’altro, oltre al colore della pelle che in
qualche caso diventa scuro e la pelle edematosa e tirata. Più difficile quando
il trombo si è localizzato in una vena ancora più profonda, dove i sintomi sono
tanto sfumati da non consentire alla persona interessata di azzardare una
qualsiasi ipotesi relativamente alla malattia che lo sta interessando.
La
trombosi venosa profonda riguarda solitamente gli arti inferiori, essendo
pressocchè sconosciuta a livello delle braccia. La terapia è a base di
anticoagulanti cui associare eventuali integratori alimentari per ricostituire la
parete venosa danneggiata. Gli esami che portano alla diagnosi definitiva di
trombosi venosa profonda sono l’ecocolordoppler e la flebografia. Se ben
trattata la patologia che spesso a seconda la scuola di pensiero potrebbe
avvalersi di antibiotici in associazione ai farmaci sopraccitati, volge in
breve tempo a guarigione.
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