Il carcinoma alla prostrata è una temibile
neoplasia che ancora adesso falcidia un numero considerevole di uomini e per il
quale l’unico indirizzo terapeutico è dato dalla classica chemioterapia
antiblastica di cui dispone oggi la medicina. Ma delle novità reali si
profilano all’orizzonte e riguardano un’innovativa cura che indirizza la
propria azione a livello di un enzima, il CYP17, visto che è proprio da qui che
partono le sorti del tumore nei pazienti.
Perché è importante la cura contro tale tumore? Perché
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agendo su questo enzima che produce testosterone si “affama” di fatto il tumore
stesso, cosa che la classica chemioterapia antiblastica non riesce a compiere. Il
nuovo farmaco contro il tumore maligno alla prostata consiste nella molecola di
abiraterone acetato che adesso verrà commercializzato anche in Italia grazie
all’autorizzazione ricevuta dall’EMA per quei pazienti in cura per questa
neoplasia e che non hanno ricevuto alcun
benefici dalla classica terapia antitumorale.
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"Ci sono voluti quasi 2 anni, ma ora anche nel nostro Paese sarà disponibile un farmaco innovativo,
derivato dalla nostra ricerca - spiega durante un incontro a Milano il
presidente e ad di Janssen Italia, Massimo Scaccabarozzi, presidente di
Farmindustria - E subiremmo ulteriori ritardi nell'accesso con il problema delle Regioni che per inserirlo nei loro prontuari a volte fanno
passare anche 340 giorni. Questa volta non potrà succedere. perché questo
farmaco è stato considerato 'innovativo'
e il decreto salute firmato da Balduzzi prevede che le Regioni lo mettano
automaticamente da subito a disposizione dei pazienti. Mi auguro, per i malati, che
stanno aspettando da tempo, che sia
davvero così. Anche se noi abbiamo
garantito finora l'accesso 'anticipato'
per 1.500 pazienti". La molecola targata Janssen agisce direttamente
sul processo di autoalimentazione del tumore e si è dimostrata capace di
prolungare la vita di questi pazienti e
di migliorarne la qualità. I dati hanno dimostrato che "ha prodotto una
riduzione di più del 25% del rischio di morte
rispetto al gruppo di control-lo; il vantaggio di sopravvivenza tra abiraterone e controllo è stato del 40%, con una mediana di sopravvivenza globale di 15,8 mesi vs. 11,2 mesi".
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