Il caso di Angelina Jolie ha fatto molto discutere
in queste ultime settimane. Immaginare una star del cinema che si fa asportare
entrambi i seni allo scopo di prevenire un eventuale tumore al seno è davvero
sconvolgente e di sicuro c’è che per una donna giovane, sana ed oltretutto
bella, giungere a tanto ha qualcosa di davvero inquietante. A distanza di
qualche giorno dalla notizia che ha interessato la Jolie, abbiamo appreso di un
uomo che si è fatto preventivamente asportare la prostata poiché convinto che
prima o poi avrebbe sviluppato un carcinoma prostatico. Ma mentre il secondo
caso è da verificare, quello della Jolie è più eclatante, vuoi perché parrebbe certo,
vuoi perché è stato messo a punto da un personaggio famoso, vuoi perché potrebbe
riguardare un numero elevato di donne potenzialmente in pericolo. Ma qual è il
vero motivo che ha spinto l’attrice a prendere questa dolorosissima decisione?
Secondo l’attrice americana, decidere di operarsi
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sottoponendosi a mastectomia bilaterale è stata una sorta di decisione forzata
nata dalla constatazione di essere portatrice di una mutazione del gene BRCA1,
quello che aumenterebbe a dismisura il rischio di incorrere nel tempo in un
tumore al seno maligno. Tale gene la
Jolie l’avrebbe ereditato dalla madre che è infatti deceduta per questa
neoplasia. Ma è ragionevole giungere a questa estrema decisione?
In cosa consiste la mastectomia preventiva
Parliamo di una tecnica chirurgica che prevede l’asportazione
di uno o due seni a scopo preventivo quando si sospetta la possibilità, alta,
di incorrere nel tempo in un tumore al seno, nonostante gli organi siano ancora
sani. Si propende per questo intervento demolitivo proprio per evitare la
formazione di un tumore maligno con tutti i risvolti del caso. La mastectomia
viene anche eseguita quando il tumore ha invaso l’organo ed a volte si procede
anche all’asportazione dell’altro seno pur se integro, proprio per evitare che
nel tempo sia esso stesso ad andare incontro al tumore.
Il caso della Jolie è tipico di quei soggetti che
sono portatrici di una mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2, il che indica un
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elevato rischio genetico che espone l’individuo ad una neoplasia. Secondo l’opinione
degli esperti la predisposizione genetica della persona nei confronti del
tumore al seno, in questi casi, è elevata. Avere la madre che ha sofferto di
questa neoplasia espone la figlia molto di più al tumore al seno, ma non è del
tutto fondato il convincimento che basti la madre con una neoplasia del genere perché
la figlia si ammali in qualsiasi caso. Il tumore al seno è un’amara realtà che
colpisce una donna su dieci, che oltretutto può non avere avuto la madre
affetta da questa neoplasia, oppure ci si può ammalare a causa di questo tumore
senza essere portatrice di una mutazione del gene BRCA.
E’ ovvio che le persone che presentano anomalie
genetiche di tipo BRCA1 e BRCA2 hanno elevatissime possibilità di esporsi al
tumore al seno, ciò in quanto parliamo di geni che di fatto presiedono alla
crescita cellulare e di fatto bloccano quest’ultima in presenza di un gene
danneggiato, ogni qualvolta uno di questi due geni o entrambi subiscono
mutazioni si rischia di andare incontro ad una crescita incontrollata di
cellule che portano al tumore. Ma c’è di più. In ogni cellula somatica abbiamo
una copia di questo gene ereditato per via materna e paterna, per giungere al
tumore devono essere alterate entrambe le copie del gene e non solo, laddove si
assista ad una mutazione di una sola copia si può anche incorrere alla crescita
smisurata cellulare, il tumore appunto.
In Italia la Jolie avrebbe avuto meno possibilità di
essere mastectomizzata
Il caso di Angelina Jolie ha sorpreso un po’ tutti, giungere ad una situazione estrema come quella
in cui è incorsa lei ha lasciato un po’ tutti esterrefatti ma proprio perché viviamo
in Italia e non negli Stati Uniti. Nel nostro Paese infatti la donna che
presenti queste anomalie genetiche viene avvertita e sottoposta ciclicamente ad
indagini strumentali all’organo a partire dalle ecografie, alla risonanza e a
quant’altro oggi disponibile per concretizzare una vera e propria diagnosi
precoce o preventiva. In America invece la mastectomia totale preventiva in
queste condizioni è di gran lunga più praticata rispetto a noi. Resta da capire
se il ricorso a tale estrema tecnica annulli del tutto la possibilità nel tempo
di incorrere ugualmente nella neoplasia. Secondo Alessandra Viel ricercatrice
della Struttura Operativa Complessa di Oncologia Sperimentale 1 del Centro di Riferimento Oncologico di
Aviano, tale intervento non azzera il
rischio ma, in una donna portatrice di una mutazione BRCA1 o BRCA2 lo riduce
drasticamente. Così come la stessa ricercatrice ricorda che tali mutazioni
espongono la donna anche ad un rischio, sicuramente ridotto rispetto al tumore
al seno, di incorrere in un tumore ovarico. Per
prevenire questo tumore una donna può ricorrere alla salpingo-ovariectomia
profilattica, cioè la rimozione completa delle ovaie e tube, da attuarsi prima
della menopausa ma al termine della vita riproduttiva. È stato dimostrato che
nelle donne che si sono sottoposte a questo intervento, anche il rischio di
tumore al seno risulta parzialmente ridotto – chiarisce la studiosa.
Sembrerebbe chiaro dunque, che presentare un’ereditarietà per il tumore al
seno, oppure essere positivi alla mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2, esponga la donna
in misura elevatissima alla neoplasia e dunque, intervenendo con i metodi
suesposti la metta al riparo dal rischio di neoplasia dell’organo. Su questo
gli scienziati sono d’accordo ma solo in parte. Ciò in quanto la positività
alla mutazione di questi geni rappresenta un rischio certo, ma anche in quelle
donne che non presentano tale positività il pericolo di incorrere in un tumore
al seno non è per nulla azzerato, ciò in quanto, esistono altre mutazioni
genetiche, oggi non del tutto conosciute, che potrebbero fare ammalare una
donna di tumore al seno. In questo caso le possibilità sono sicuramente basse,
ma non del tutto escluse.
In conclusione il consiglio migliore da darsi a tutte le donne e soprattutto
a quelle che hanno o hanno avuto la madre, una sorella o una parente prossima
andata incontro ad un tumore al seno, di rivolgersi a quei centri specializzati
oncologici dove eseguire tutte le indagini che oggi la scienza è in grado di
fornire a questo tipo di pazienti.
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