Aumento di peso, maggiore propensione alle malattie cardiovascolari e ad
alcuni tipi di tumore. Sono questi i rischi che si corrono consumando elevati
quantità di bibite gassate. L’allarme arriva oltre oceano: la Harvard School of
Public Health di Boston ha presentato, in questi giorni, na ricerca dalla quale
emerge che queste bevande sono responsabili ogni anno della morte di 180mila
persone, 500 al giorno.
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Sotto accusa sono finite le bibite zuccherate a base di soda,
succhi di frutta dolci ed Energy drink. Insomma, bevande finite nel mirino
anche del nostro ex ministro della Salute Renato Balduzzi che in occasione del
decreto di riforma della sanità aveva proposto l’introduzione di una tassa come
possibile deterrente.
La previsione aveva suscitato non poche critiche, non solo – come era
prevedibile – da parte dei produttori ma anche dei consumatori preoccupati a
difendere il ‘portafoglio’ delle famiglie italiane in un periodo di crisi
economica come quello che stiamo attraversando. Di quella tassa non si è fatto
più nulla, però il dibattito sui rischi per la salute è sempre aperto e
difficile a placarsi. Per arginare il fenomeno (negativo) della crescenteobesità soprattutto
tra i giovani, Balduzzi nel contestato decreto aveva inserito una norma che
prevedeva l’aumento, dal 12 al 20%, della percentuale di frutta nelle bevande a
base di frutta. Un buon passo in avanti, peccati,
però, che quella norma non è ancora operativa. “Uno stop alla aranciate senza
arance che – rileva la Coldiretti – servirebbe a rendere piu’ salutari le
bibite con un consumo stimato di ben 200 milioni di arance in piu’ all’anno da
parte degli italiani”.
La Coldiretti si spinge oltre
sottolineando che sugli stili di alimentazione sbagliati incide anche il
“pericoloso abbandono dei principi base della dieta mediterranea che è
universalmente conosciuta come importante nella prevenzione delle malattie e
che ha fino ad ora garantito agli italiani una vita media di 79,4 anni per gli
uomini e di 84,5 per le donne, tra le piu’ elevate al mondo. Nel corso del 2012
molti italiani – conclude la Coldiretti – hanno invece abbandonato i principi
base della dieta mediterranea con un calo nei consumi familiari di pesce fresco
(-3 per cento), vino (-3 per cento), ortofrutta (-2 per cento) e olio di oliva
(-1 per cento) anche se hanno portato in tavola piu’ pasta (+1 per cento),
secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea”.
Articolo redatto da Help Consumatori
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