mercoledì 15 maggio 2013

Colesterolo: altre notizie sugli effetti avversi delle statine


Chi non conosce ormai le statine, gli arcinoti farmaci in grado di abbassare il colesterolo nel sangue e non solo… Forse però si conoscono meno gli effetti negativi a distanza che questi pur sempre preziosi farmaci esercitano a livello renale. Secondo uno studio canadese infatti, durato nove anni e sviluppatosi anche in Gran Bretagna e Stati Uniti e che ha coinvolto più di due milioni di pazienti ai quali è stata studiata la cartella clinica, si è visto che gli assuntori delle principali statine, ovvero, Simvastatina, Atorvastatina e Rosuvastatina, pur non presentando eventuali danni renali in occasione di un primo ricovero, a distanza di tempo, dopo aver assunto per anni queste statine ad alto dosaggio,  sviluppavano una maggiore incidenza, quantizzata nel 34%, di fenomeni di insufficienza renale acuta entro 4 mesi dal primo trattamento rispetto a quei pazienti che venivano trattati con questi farmaci a basso dosaggio.


Ricordiamo che si intende per alto dosaggio la somministrazione di 40 o più mg di Simvastatina, 20 mg di Atorvastatina o 10 mg di Rosuvastatina. Al sistema AERS della Agenzia
--> regolatoria degli Stati Uniti, FDA, sono giunte, nel periodo 1997-2012, segnalazioni di 20 casi di insufficienza renale grave tra i pazienti trattati con Atorvastatina, Rosuvastatina e Simvastatina; in 1.477 casi le statine erano il farmaco su cui ricadevano i principali sospetti di essere causa di insufficienza renale acuta. Tale effetto avverso delle statine si somma all’altro minor problema rappresentato dalla cataratta in relazione con l’età dell’individuo, al punto che rischio cataratta correlato alle statine pare sovrapponibile al rischio cataratta e diabete mellito tipo 2. Una relazione ovvia se si pensa che i maggiori assuntori di statine sono proprio i diabetici. 

E’ noto che le statine possono causare miopatia (danno muscolare grave) e devono essere assunte con cautela, e alla dose più bassa possibile, per ridurre il rischio di questo effetto indesiderato. Risultato. I ricercatori non intendono criminalizzare l’uso di questi farmaci risultati preziosi per la cura non solo dell’ipercolesterolemia ma di tante altre patologie e nella prevenzione di gravi malattie cardiovascolari. Semmai con tale studio si cerca di stabilire la giusta dose che ogni paziente deve assumere del farmaco in questione, al fine di sortire i migliori effetti nella soluzione delle malattie per le quali le statine sono concepite, riducendo al massimo il rischio di effetti collaterali.

( Xagena2013 )

Fonte: British Medical Journal, 2013


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