Quando apprendiamo il fatto che oggi
le coppie sono meno prolifiche di un tempo, quando prendiamo coscienza della
situazione reale di come molta gente sia sterile, indipendentemente dal sesso
di appartenenza, ci facciamo delle domande per renderci conto del motivo per
cui tutto ciò avviene e per convincerci che qualcosa sicuramente non va, dovremmo
guardare un vetrino al microscopio. Se lo facessimo assisteremmo ad una scena davvero interessante.
Se infatti il vetrino contiene spermatozoi, nella stragrande maggioranza dei
casi li vedremmo ” rarefatti, confusi, poco agili e di brutto
aspetto“, così come li ha definiti, ironicamente, l’oncologo di
fama internazionale Umberto Veronesi.
Sempre secondo lo scienziato italiano, le cellule germinali maschili in poco più di 50 anni hanno
perso metà della loro energia iniziale. E non si tratta di mettere in
discussione la virilità del maschio latino, semmai la fertilità maschile, visto
che parliamo dell’uomo. Ed è proprio sulla fertilità che ha posto l’accento
Veronesi, dove troppi fattori
concomitanti finiscono per giocare un ruolo chiave nella funzionalità degli
spermatozoi a partire dall’inquinamento, continuando con le abitudini di vita,
anche alimentari, proseguendo con la scarsa attenzione nei confronti del riposo
notturno e concludendo con la vita sedentaria che costringe i testicoli
a temperature molto alte, così come lo scarso esercizio fisico, tutte cose che
finiscono per incidere negativamente sulla qualità di queste cellule.
E’ davvero così? Forse e a mettere
dubbi è il parere di altri studiosi che ritengono che la minore vitalità degli
spermatozoi rispetto a mezzo secolo fa sia dovuta all’età più tarda in cui si
decide di avere figli e, tuttavia, anche questo fattore non deve preoccuparci
più di tanto se si pensa che secondo i dati in possesso della Comunità
scientifica, su 100 coppie, 15 di queste che hanno difficoltà a procreare,
ricercano la responsabilità negli spermatozoi, in misura del 50%, ciò
significa, che solo il 7% delle sterilità della coppia di oggi è causata da
problemi connessi con le cellule germinali maschili, in tutti gli altri casi
entrano in ballo altri fattori esterni agli spermatozoi stessi. Insomma, un quadro meno drammatico di quel che di primo
acchito sembrerebbe, per non considerare che le analisi sullo sperma che si
fanno oggi godono di sofisticati sistemi di indagine che un tempo non
esistevano e il dubbio è che ci si faccia prendere più dall’evidenza del numero
di figli che una coppia generava mezzo secolo fa, rispetto a quelli che oggi la
moderna coppia mette al mondo, tutto ciò, senza voler nulla togliere
all’evidenza dello stato di salute degli spermatozoi del 21° secolo.
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