L’aumento
della temperatura nel pianeta ed in particolare in Italia con particolare
riferimento alle regioni più calde del Sud, apre nuovi inquietanti scenari,
riportando in auge malattie che pensavamo fossero del tutto scomparse. Eppure
parliamo di un aumento medio di appena due gradi, sufficiente tuttavia a creare
problemi, ne è convinto Francesco Scarlata, docente di
Malattie infettive dell’Università di Palermo intervenuto a Caltanissetta al corso
“Aggiornamenti in infettivologia” diretto da Mauro Sapienza, primario di
medicina interna dell’ospedale di Enna.
Una
delle malattie più insidiose che potrebbero affacciarsi all’orizzonte e nella
memoria di quanti vedono questa patologia come retaggio di un tempo passato, è
la malaria. “L’ultimo focolaio di malaria – ha ricordato Scarlata – risale in
Sicilia al 1953 ma le mutazioni climatiche che da un quarto di secolo si
osservano, con aspetti ormai da clima sub-tropicale, preoccupano per il rischio
di ripresa dell’endemia malarica, come purtroppo recentemente è avvenuto in
diverse regioni della Grecia con decine di casi di malaria da Plasmodium vivax.
E se la malaria è ancora uno spauracchio, sono da tempo una realtà eventi
connessi alla tropicalizzazione del clima quali la proliferazione della
“zanzara tigre” nelle nostre case e delle “alghe tossiche” nei nostri mari, i
casi di dirofilariosi e di encefalite del Nilo Occidentale (ancora soltanto tra
i cavalli!)”.
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Il rischio di contrarre la malaria o altre infezioni tropicali riguarda ancor
di più i viaggiatori internazionali. A Mauro Sapienza, infettivologo catanese e
direttore dell’Uoc di Medicina interna all’Ospedale Umberto I di Enna abbiamo
chiesto quali precauzioni deve prendere chi intende andare in vacanza in zone a
rischio.
“In caso di soggiorno in regioni tropicali - risponde - consiglio di
rivolgersi, almeno un mese prima della partenza, a un centro di malattie
infettive perché alcune misure di profilassi con farmaci o vaccini debbono
essere pianificate a misura sia del viaggiatore (età, malattie) che della
durata e della tipologia del soggiorno”.
Fonte “La Sicilia”
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