L’eccessivo flusso mestruale in quei giorni canonici della donna è qualcosa
di più frequente rispetto a quanto si pensi, solo la riservatezza di molte
donne fa si che tale situazione sembri meno ricorrente di quel che di fatto è,
con la conseguenza che la metrorragia, indicando con questo termine l’eccessiva
perdita ematica limitatamente a quei giorni e la menorragia, indicando questa volta
la perdita ematica nel periodo intermestruale, rappresenta un vero e proprio
problema per un numero molto cospicuo di appartenenti al gentil sesso.
D’estate, poi, il fenomeno si acuisce e rappresenta un problema aggiunto
rispetto a tutti gli altri periodi dell’anno. Ovviamente il caldo a causa della
vasodilatazione indotta finisce per rendere difficile notevolmente le cose fino
a giungere a vere e proprie complicanze cliniche, come ha rilevato la Società
di Endoscopia Ginecologica ( SEGI ).
“Parliamo
di patologia (metrorragia) quando le perdite eccessive causano
astenia ed anemia, ha detto Giampietro Gubbini, ginecologo, Ma accanto a questo
gruppo di pazienti esiste un ben più ampio universo di donne con
mestruazioni abbondanti che patiscono una limitazione della qualità della vita,
con un disagio che si sopporta come fisiologico ed inevitabile”. La soluzione
alle perdite ematiche abbondanti è riservata alla terapia farmacologica o agli
interventi chirurgici che molto spesso sono considerati definitivi e tante
altre volte demolitivi, anche se ultimamente si ricorre sempre di più ad un
sistema intrauterino definito levonorgestrel quale ottima alternativa ad ogni
altro sistema applicato fino adesso. La regione d’Italia che più di altre si è
attivata nel percepire per prima la gravità della situazione ed al contempo
prevedendone la soluzione rappresentata da progetti ad hoc, è l’Emilia Romagna.
“Il percorso assistenziale, realizzato dal Dipartimento Materno Infantile
dell’AUSL di Modena, prevede l’integrazione tra medici di medicina generale,
nuclei di cure primarie, ginecologi di libera professione, consultori
familiari e unità ospedaliere di ginecologia
e ostetricia” spiega Giuseppe Masellis, direttore di questo
dipartimento.
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