domenica 9 giugno 2013

Ginkgo biloba: farebbe venire il cancro


Ginkgo biloba, la pianta dalle grandissime proprietà terapeutiche sale sul banco degli imputati, additato dai ricercatori come causa di cancro e per questo ritirato dalla Food and Drug Administration. Una notizie bomba soprattutto per i fautori delle qualità di questa pianta utilizzata da decenni proprio per le supposte proprietà energetiche detenute dal Ginkgo. Eppure gli scienziati americani non hanno dubbi sulla tossicità della pianta soprattutto dopo gli esperimenti condotti sui topi ai quali avrebbe provocato cancro del fegato e della tiroide nei ratti. La notizia è stata pure ripresa nelle colonne del New York Times, alimentando l'allarme.



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Non --> mancano le polemiche su questi studi afferenti ai seguenti motivi che in parte scongiurerebbero in parte il rischio, in parte lo alimenterebbero, ciò senza che l’Organo di Controllo americano abbia cambiato in  qualche modo la decisione circa la necessità o meno di ritirare dal mercato l’estratto della pianta. 


1.    gli studi farmacologici e tossicologici condotti sugli animali non sono direttamente né facilmente estrapolabili ad altre specie;
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2.    l'estratto di Ginkgo biloba utilizzato negli animali (a dosaggi ben oltre quelli usati nell'uomo), è profondamente diverso da quelli usati nei trials clinici, infatti è ricco in acidi ginkgolici (10.45 ppm), ad attività mutagena, assenti invece nella Ginkgo che utilizziamo;

3.    la ricerca non descrive il metodo di preparazione degli estratti utilizzati nei test, come ad esempio la presenza o assenza di solventi;
4.    numerosissimi studi preclinici e clinici circa l'uso nell'uomo di estratti di Ginkgo non hanno mai dimostrato l'insorgenza di tumori epatici o della tiroide;

5.    al contrario, un recente studio clinico italiano ha dimostrato la sinergia d'azione della Ginkgo biloba con Iodio 131 in pazienti con cancro della tiroide;
6.    dal punto di vista sperimentale vi sono dati interessanti sull'attività anticancerogena della Ginkgo e di vari flavonoidi in essa contenuti, anche in associazione a trattamenti chemioterapici.

A maggior ragione questo allarme sulla pericolosità della Ginkgo appare ancor più fuori luogo. 

Fonti: Fabio Firenzuoli
Centro di Medicina Integrativa
AOUC - Università di Firenze
Struttura di riferimento per la Fitoterapia

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