Una
delle più temibili malattie autoimmuni che si conoscano, il lupus eritematoso,
anche noto come Les, si avvale sempre di più di nuovi farmaci che ne migliorano
la prognosi molto meglio di un tempo ed in maniera più completa rispetto a quanto
si facesse fino a qualche decennio fa. Una notizia superlativa per quei tanti
pazienti, soprattutto donne, visto che di Les il “sesso debole” si ammala nove
volte di più dell’uomo e che a causa di questa malattia va incontro a danni
serissimi ai propri organi, fino alla morte in alcuni casi più gravi e comunque
compromettendo severamente la propria qualità della vita.
L’approccio
-->
terapeutico in passato era solo rappresentato da quei farmaci cosiddetti
immunosoppressori, in grado in qualche modo di “spegnere” l’infiammazione
provocata dalla malattia, fra questi molto usati erano i cortisonici che però
esponevano il paziente ad importanti effetti collaterali quando questi era
costretto ad assumerli per lungo tempo ed ad alto dosaggio.
-->
In maniera minore,
ma pur sempre importante, erano i danni cagionati dai fans, i farmaci
antinfiammatori non steroidei usati per lenire i dolori associati alla malattia
e la stessa infiammazione, così come tutti quegli altri farmaci utilizzati per
ridurre l’infiammazione, associati o meno ad altri, provocavano alla lunga veri
e propri disastri che unendosi ai danni della malattia vera e propria
costringevano il paziente ad un penoso percorso di vita quando veniva colpito
da Les. Tali farmaci erano rappresentati dagli antimalarici (Plaquenil ad
esempio) e da antineoplastici quali ad esempio il Methotrexate. Gli effetti
collaterali dei maggiori immunosoppressori sono rappresentati dal rischio per
il paziente di esporsi alle infezioni, anche banali, ma pur sempre in grado di
rappresentare per il malato un serio rischio per la stessa vita. Senza
considerare gli altri rischi associati a questi farmaci. Il ricorso ai farmaci
cosiddetti biologici anche per la cura
del Les, ha invece aperto la strada ad un approccio terapeutico sicuramente più
efficace e foriero di grandi prospettive soprattutto in futuro man mano che si
affinano le tecniche terapeutiche.
-->
Uno dei
farmaci biologici che trova maggiore indicazione contro il lupus eritematoso è
rappresentato dal belimumab, un anticorpo monoclonale che si oppone a quegli
anticorpi che vanno a colpire la stesso organismo innescando le continue
infiammazioni tipiche delle malattie autoimmuni dove si assiste proprio all’evidenza
di come il corpo, per un meccanismo
sbagliato intrinseco, finisce per aggredire se stesso. Tale farmaco è
attualmente riservato a quei pazienti ai quali la terapia tradizionale arreca
disturbi importanti senza apportare miglioramenti nella prognosi. Chiaramente, più precoce è la diagnosi e più efficace
è l'intervento con la terapia. Ma non è sempre facile cogliere i segnali.
Importante
è infatti segnalare che sovente il paziente si presenta dal medico a causa di
tutta una serie di disturbi sfumati di non semplice ed immediata
interpretazione. Pensiamo alla febbre non associata a cause infettive in atto, pensiamo
anche alla perdita di capelli cospicua e quasi improvvisa, così come da
segnalare anche quegli eritemi della pelle che si associano sempre alla
malattia. Insieme a questi primi sintomi scopriamo nei pazienti affetti da Les vere
e proprie crisi ipertensive, dolori articolari diffusi e ingravescenti e nei
casi gravi paresi fino a vere e proprie crisi epilettiche.
Il ricorso
al laboratorio con l’esecuzione degli esami del sangue specifici atti a
rivelare la presenza di quei marcatori della malattia, accerta la presenza del
lupus eritematoso e apre la strada alla terapia vera e propria, dove i
biologici, come avviene con tante altre malattie autoimmuni, risolve per lo più
il problema restituendo al paziente una qualità di vita normale, pur non
affrancandolo mai dalla malattia in sé.
Nessun commento:
Posta un commento
Ti preghiamo di inserire sempre almeno il tuo nome di battesimo in ogni commento