giovedì 18 luglio 2013

Malattie: ecco come ci si può ammalare senza la malattia






La malattia da sempre è stata nemica dell’umanità, a volte capace di funestare milioni di persone, a volte di rappresentare un problema sociale, fatto sta che la malattia è sicuramente nemica del nostro benessere. Ma c’è anche la percezione della malattia, quello stato in cui ci si sente a rischio di malattia senza essere ammalati. Questa situazione a prima vista paradossale è invece un’evenienza cui confrontarsi in quest’epoca, almeno secondo quanto riportato dalla rivista inglese British Medical Journal, che avrebbe posto l’accento su un fenomeno recente, quello di tendere alla medicalizzazione estremizzata di quanto più possibile.


Infatti un tempo si tendeva di più  a realizzare farmaci contro le malattie, adesso si propende per creare malattie e farmaci per contrastarle. Ovviamente una tendenza di questo tipo è tutta a vantaggio degli interessi di coloro che questi farmaci devono in qualche modo realizzarli, studiarli e applicarli. Ne deriva che“c’è una pillola per ogni malattia (comprendendo in questo concetto la patologia in sé, il rischio di ammalarsi e il sentirsi ammalato), ma anche una malattia per ogni pillola.”


L’espressione “disease-mongering” o “mercificazione della malattia” indica un’operazione di marketing finalizzata all’introduzione di un protocollo terapeutico o di un farmaco già pronto per l’immissione nel mercato attraverso una campagna pubblicitaria per introdurre quadri clinici, al di fuori della seduta medica, e per  indurre il consumatore alla ricerca di un rimedio per specifiche malattie.


Una tendenza questa che fa si che la gente consideri ogni piccolo problema prima di tutto una malattia con la quale intervenire con un farmaco. Un esempio? La calvizie, la timidezza, la cellulite. Disturbi certo, ma non tali da risolverli con un farmaco o costosi trattamenti, nella stragrande maggioranza dei casi.Oltretutto, l’aumento della prescrizione inutile è anche potenzialmente molto costoso per ogni servizio sanitario finanziato dallo stato e potrebbe comportare notevoli costi sottraendo risorse a trattamenti più appropriati che rischierebbero di non poter essere finanziati.


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