Il tumore alla prostata, tutt’altro che raro, se solo si
pensa che in Italia si verificano quasi 36.000 nuovi casi all’anno con una
particolarità importante, al Nord ci si ammala di più, ma al Sud è maggiore la
possibilità di morire. Infatti, dati alla mano, mentre al nord si assiste ad un’incidenza
della patologia pari a 110,4 casi ogni centomila abitanti, al Centro si giunge
a 82,6 ed al Sud a 59.
“La sopravvivenza a
cinque anni dopo la diagnosi è già elevata, grazie presumibilmente alla
diagnosi precoce di questa malattia legata alla larga diffusione del test del
Psa, e al miglioramento delle tecniche di trattamento” dice Gaetano Crepaldi,
responsabile scientifico della Sezione invecchiamento di In-Cnr di Padova.
“Dati recenti provenienti dai Registri tumori italiani evidenziano che la
sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è passata dal 66% nel periodo
1990-94, all’80% nel 1995-99 e all’88% nel 2000-04. I dati più recenti
dimostrano però alcune differenze geografiche nella sopravvivenza: 91% nelle
regioni del Nord-ovest, 89% nel Nord-est, 85% nel Centro e 78% nel Sud.
Specularmente, il tasso di mortalità è pari a 16,7 ogni 100.000 persone al
Nord, al 17 nel Centro e al 18,3 nel Sud (fonte Airtum 2012)”.
Emerge quindi l’importanza di monitorare
in chiave epidemiologica questa malattia, per comprendere meglio la variabilità
dell’incidenza, gli effetti delle terapie e delle complicanze. “PROS-IT) la
prima riunione del Comitato di direzione del progetto coordinato dalla Sezione
invecchiamento dell’Istituto di neuroscienze (In-Cnr), che avrà l’obiettivo di
monitorare la situazione del tumore della prostata nel nostro Paese, avrà come
obiettivo la raccolta sistematica, presso i centri partecipanti, delle informazioni
su tutti i maschi di maggiore età con diagnosi bioptica di tumore della
prostata”, prosegue Crepaldi. “Verranno valutati caratteristiche cliniche e
demografiche, protocolli di cura e risultati, per identificare i fattori su cui
intervenire per migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti”.
Il progetto, con il
contributo incondizionato di Takeda Italia e della durata di 48 mesi, sarà
curato da un comitato costituito da urologi, oncologi, radioterapisti,
anatomo-patologi, epidemiologi, rappresentanti dei Registri tumori.
Fonte: Sezione Invecchiamento
dell’Istituto di Neuroscienze del Cnr
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