L’”innocua” tossetta, si fa per dire, che si fa
sentire al mattino, magari accompagnata o meno da raucedine che si tende a
minimizzare e che invece può essere la spia di malattie molto serie, una fra
tutte, la BPCO, la Bronco PneumopatiaCronico Ostruttiva, una patologia tutt’altro che marginale, causa del
deterioramento degli organi respiratori, causa di invalidità, causa, col tempo,
dell’impossibilità di poter respirare, quarta causa, infine, di morte nel
mondo! Lo dice l’OMS che stigmatizza al contempo come la BPCO conduca all’altro mondo
qualcosa come 80 milioni di persone all’anno. Ma al di là di quello che
andrebbe fatto per prevenire la malattia che si fa strada di norma dopo i 45
anni di età, è importante sottolineare l’ingresso nella Comunità scientifica e
presto anche in commercio di un nuovo farmaco che aiuta a sconfiggere quasi del
tutto i sintomi della malattia.
Parliamo di un farmaco prodotto da Novartis a
base di glicopirronio bromuro, un antimuscarinico di nuova generazione che “A
differenza degli altri broncodilatatori anticolinergici, è in grado di occupare
immediatamente i recettori muscarinici delle vie aeree, per cui gli effetti
clinico-funzionali del farmaco si manifestano in pochissimo tempo dalla sua
assunzione per via inalatoria – spiega Girolamo Pelaia –
Direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato
Respiratorio, Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro – Questo
permette di ottenere un rapido miglioramento della dispnea e della tosse,
specialmente subito dopo il risveglio mattutino, e migliora la tolleranza
all’esercizio fisico”. “La rapidità d’azione di un farmaco è molto importante
per il paziente con BPCO che spesso lamenta al risveglio mattutino una maggiore
costrizione dei bronchi con importanti sintomi clinici, a cui dare sollievo nel
minor tempo possibile. - precisa Francesco Blasi, Professore
Malattie Apparato Respiratorio, Università di Milano ‘Fondazione Cà Granda’ –
Durante la notte si crea infatti un ristagno di secrezioni nell’albero
respiratorio che provocano tosse e secrezioni che il polmone del malato non
riesce ad eliminare o controllare. Ricordiamo che il polmone del fumatore
non è in grado di “ripulire” perché il fumo di sigaretta altera la funzione
delle ciglia che hanno il compito di eliminare il muco”.
“La BPCO è una malattia curabile e trattabile sebbene non completamente reversibile. La cosa importante è che Il paziente si ponga di fronte alla malattia con un atteggiamento di conoscenza e di consapevolezza: conoscerne l’origine, sapere di poterla curare è infatti un modo per gestirla meglio – dichiara Rosanna Franchi, Associazione Italiana Pazienti BPCO onlus – Roma. Quello che l’Associazione si pone di fare è incentivare ancora di più il paziente e i suoi familiari ad un’attiva partecipazione alla terapia. Questo infatti può dare dei benefici in termini di salute ma può aiutare anche psicologicamente a sottoporsi ai controlli. Un paziente informato e “empowered” può senza dubbio gestire meglio e più consapevolmente la sua condizione e avere una qualità di vita migliore – conclude Franchi.
Fonte: libero.it
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