giovedì 29 agosto 2013

Farmaci e alimentazione: a volte questo legame è pericoloso!






Mai come accaduto negli ultimi quarant’anni, la farmacologia ha fatto passi avanti, lo dimostra l’enorme numero di farmaci disponibili in grado di fronteggiare la stragrande maggioranza delle malattie. Non solo, negli ultimi anni, parallelamente all’acquisizione di nuove molecole si è anche assistito ad un perfezionamento dei farmaci già esistenti, riducendone, nel possibile, gli effetti collaterali, rendendoli sempre più efficaci intervenendo sull’assorbimento dei diversi principi attivi, come avviene con quei farmaci che superano la gastroresistenza rappresentata dagli organi del digerente che solitamente tendono a demolire le sostanze con i processi digestivi. Ma oggi ci si è posti un altro problema, quello rappresentato dall’alimentazione che spesso, a seconda del cibo introdotto nell’organismo, rappresenta un vero e proprio limite all’efficacia dei farmaci. Difficile da credere, ma certi alimenti si oppongono alle cure, a volte in modo anche pericoloso! Ma di che alimenti parliamo?


E’ noto da sempre, ad esempio, che latte e latticini non vanno per nulla d’accordo con la tetraciclina, un antibiotico comune e ritenuto d’elezione per la cura di molte infezioni, ad esempio dei tessuti molli, pensiamo all’ascesso dentario, pensiamo alle infezioni della pelle e alla cura di malattie come la brucellosi. Il motivo per cui latte e derivati interagiscono negativamente sul farmaco è dato dal calcio contenuto proprio nel latte che ostacola l’assorbimento della tetraciclina. Come rimediare? Assumendo il farmaco a distanza di ore da tutti i derivati del latte, incluso quest’ultimo. E che dire di quei farmaci cosiddetti anticoagulanti, questi vengono influenzati negativamente da alimenti quali alcuni vegetali come i pomodori, lattuga, verze e ancora dal fegato. Il motivo risiede dall’elevata concentrazione in questi alimenti di vitamina K che si oppone proprio agli anticoagulanti. Il rimedio? Evitare questi cibi, laddove la cura fosse ridotta nel tempo, oppure evitare l’assunzione contemporanea di farmaci e alimenti come quelli descritti. 

Da ricordare inoltre il ruolo rivestito dalla liquirizia, noto ipertensivo, ovviamente ad alte dosi, inutile dire che l’assunzione concomitante con farmaci antipertensivi dovrà essere evitata, ma anche l’eccesso di liquirizia dovrà essere scongiurato in soggetti che soffrano di pressione arteriosa alta. La stessa liquirizia causa ipocaliemia, ovvero, diminuzione di potassio, motivo per cui, soggetti in cura con farmaci antidepressivi farebbero meglio a stare alla larga dalla liquirizia. 

No, deciso, inoltre nei confronti dell’alcol in associazione con i farmaci ansiolitici, in questo caso la risposta del paziente è individuale e non si possono conoscere in anticipo gli effetti collaterali che ogni singolo paziente può avere e spesso tali effetti sono tanto gravi da attentare alla stessa vita del paziente. Uno degli affetti avversi è rappresentato dalla depressione respiratoria con conseguente insufficienza respiratoria e spesso coma seguito da morte. 

Meno gravi ma significativi lo stesso sono le interazioni negative fra alcol e antistaminici, i farmaci usati per lo più contro le allergie. In questo caso viene elevato a dismisura la sonnolenza, con le conseguenze ovvie laddove si guidi un’auto o si lavori su mezzi che richiedono massima attenzione. Sempre le bevande alcoliche poi possono interferire significativamente sul metabolismo dell’insulina, creare irritazione sulla mucosa gastrica alterando i normali processi di assorbimento. In sintesi chi si appresta ad iniziare una cura dovrà attenersi ad una sorta di guida per evitare effetti collaterali a volte anche gravi. Ma il primo consiglio è quello di rivolgersi al medico, ricordando anche che  il consumo dei farmaci deve essere limitato ai casi di effettiva necessità, che dovrà  evitarsi nella maniera più assoluta  il “fai da te” e seguire i consigli del medico anche per i farmaci da banco che non necessitano di ricetta per il loro acquisto.  Così come dovrà essere consultato il foglietto illustrativo allegato alle confezioni di farmaci, ricordando che assumere un farmaco a digiuno, ad esempio, quando è previsto il contrario, ovvero l’assunzione a stomaco pieno, può avere come effetto collaterale, nei casi più gravi, anche la morte!

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