Un evento molto raro, visto che nel mondo se ne conoscono appena 200 casi,
una patologia? E come si fa a catalogarla in quanto tale ma se mai lo si
facesse, andrebbe ascritta a quelle malattie non rare, semmai rarissime.
Parliamo dei fenomeni di autocombustione che di fatto inceneriscono, nei casi
estremi, oppure ustionano, nei casi meno gravi, i pazienti che ne soffrono.
L’ultimo caso in ordine di tempo, ci viene segnalato dall’India dove un bambino a causa di questa autocombustione ha rischiato la vita almeno quattro volte, l’ultima davanti agli occhi della madre che l’ha visto ardere senza che ci fossero fiamme nelle vicinanze del piccolo. Il bambino è stato ricoverato all’ospedale e quasi subito dimesso perché ritenuto sano, ma a casa ha ripreso a bruciare. A questo punto ci si chiede, cosa accade al piccolo Rahul, questo è il nome di questo bambino indiano, che gli causa tale autocombustione? Secondo il pediatra Narayana Babu, che ha in cura Rahul, la ragione potrebbe essere "l'emissione di un qualche gas altamente combustibile attraverso i suoi pori di cui non abbiamo ancora scoperto la natura".Visibilmente preoccupato è il padre del bimbo, Karnan, che ha dichiarato a The Indian Express: "Come famiglia siamo veramente preoccupati perché gli abitanti del villaggio sono impauriti e ritengono che nostro figlio sia sotto il controllo di un demonio che innesca il fuoco".
Secondo i più recenti studi scientifici in materia, pare che alla base di
questi apparentemente inspiegabili avvenimenti si celi un difetto dell’organismo
che non riesce a “spegnere” in tempo la moltitudine di reazioni chimiche che
avvengono nel nostro corpo e che liberano energia, che quando vengono in
contatto con i gas infiammabili che pure produciamo, scatenano l’”incendio”. Siamo ancora nell’ambito delle ipotesi, ma questi inquietanti e raccapriccianti
fenomeni per certi versi poco spiegabili fino adesso, potrebbero farci
conoscere ancora meglio la fisiologia del corpo umano.
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