“Occorre una legislazione nazionale sull’attività di tatuaggio,
la cui assenza oggi va a discapito sia dei consumatori che dei professionisti”.
E’ quanto dichiara Lamberto Santini, presidente dell’Adoc,
commentando la notizia relativa al decesso di una giovane donna a seguito di un
tatuaggio, forse per una reazione allergica all’inchiostro utilizzato.
Il
Presidente dell’Adoc è convinto che “attraverso una legislazione nazionale
potrebbe anche essere ridefinito l’intervento di vigilanza e controllo da parte
delle Istituzioni sanitarie riservato direttamente all’Istituto Superiore della
Sanità, in modo da risultare più efficiente e operativo. Va prevista anche la creazione
di un Albo nazionale di riferimento dei tatuatori, oggi totalmente
assente, che garantirebbe maggiori tutele agli stessi operatori del settore e
ai clienti. Andrebbe prevista anche un’assicurazione obbligatoria a
carico degli esercenti l’attività di tatuaggio che copra ogni eventuale danno
subito dal cliente durante l’intervento”.
L’Adoc crede che è opportuno che la nuova normativa debba prevedere,
a vantaggio della trasparenza, dell’informazione e della salute dei consumatori
e come forma di lotta alla contraffazione, anche l’indicazione completa e in
continuo aggiornamento delle sostanze consentite e di quelle ritenute tossiche;
un’adeguata e corretta etichettatura dei prodotti utilizzati, che indichi la data
di scadenza degli stessi, la composizione e la garanzia di sterilità del
prodotto. In ultimo, riteniamo sia opportuno prevedere
l’obbligo, in capo al cliente, di effettuare prove allergiche pre-intervento o
presso le strutture sanitarie o presso i locali dove si esercita l’attività,
tarate sui componenti dei prodotti che verranno utilizzati, miranti ad
escludere l’eventualità di reazioni allergiche e, in presenza di una risposta
positiva ai test, a impossibilitare la realizzazione dell’opera o ad adottare
materiali non lesivi della salute del consumatore.
Negli ultimi 5
anni, di pari passo con il crescente ricorso alla pratica del tatuaggio, del
piercing e del trucco permanente, sono raddoppiate anche le reazioni allergiche
susseguenti tali interventi. Stimiamo che circa un terzo dei consumatori
tatuati abbia sviluppato, nel corso del tempo, reazioni allergiche, siano esse
lievi o gravi, localizzate o invasive dell’intero organismo.
Articolo redatto da Help Consumatori
Articolo redatto da Help Consumatori
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