mercoledì 18 settembre 2013

Il segreto della "pipì": a breve dall'esame delle urine la diagnosi di molte più malattie



Fino adesso l’esame delle urine, nell’ambito di un controllo generale delle condizioni di salute del nostro organismo, ci son sembrate quasi un test di serie B rispetto al contestuale esame del sangue. Ma oggi, alla luce di recentissime scoperte scientifiche, l’ultima in ordine di tempo quella dei ricercatori dell’Università di Alberta in Canada pubblicato sulla rivista PlosOne, si sarebbe visto come quasi 3.100 sostanze chimiche possono ritrovarsi proprio nelle urine, che mai come adesso, potrebbero di fatto fornirci la chiave di lettura di uno stato patologico del nostro organismo.


La scoperta è stupefacente, non perché con tale inedita conoscenza si vuole superare per importanza l’esame delle urine rispetto a quelle del sangue, piuttosto si vuole stigmatizzare l’importanza di tale esame in quanto in grado, pur con la sua semplicità, di diagnosticare un numero molto più cospicuo di malattie rispetto al passato. Insomma, se è vero che con le urine ci liberiamo delle scorie, ovvero di quelle sostanze che sono frutto di reazioni chimiche che avvengono nel nostro organismo, vero è anche che dal numero, dalla quantità, dalla qualità di queste scorie riusciremo a capire come in effetti stiamo in salute. Si tratta di affinare le armi in grado di studiare gli oltre 50 mila metaboliti in più che oggi siamo in grado di osservare da un semplice campione di urine.

Per quanto in questa fase non siamo in grado di capire quali malattie nuove saremo in grado di rintracciare da un campione di urine, è pensabile che fra non molto saremo nelle condizioni di diagnosticare, con un semplice esame della pipì, malattie neurologiche, tumori, malattie anche croniche e tutto ciò che influisce sul metabolismo, al punto che in un futuro a breve, l’esame delle urine sarà più importante dell’esame del sangue. Insomma, fino adesso studiando le urine di un individuo si riesce a diagnosticare un diabete con valori di glicemia già alti, visto che per scorgere la malattia la concentrazione di glucosio deve essere tale da essere rilasciata con le urine. Con lo stesso esame si riescono ad individuare le proteine che non dovrebbero passare nelle urine, pensiamo all’albumina che indica un eventuale danno renale, così come, sempre studiando le urine, si riescono a localizzare eventuali tumori delle vie urinarie, eventuali infezioni del tratto urinario etc. Ma, assicurano gli scienziati, il “lavoro” che oggi le urine riescono a portare a compimento è nulla, in confronto a quanto a breve sarà possibile fare.

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