C’è troppa chimica nella biancheria intima. Anche quando i tessuti sono a
norma di legge, ci sono troppi residui di sostanze chimiche pericolose e più
della metà di un campione di 40 capi (fra slip da donna e da uomo e reggiseni)
presenta problemi: il colore non resiste a lavaggi e sudore, ci sono tracce di
piombo o di inquinanti, talvolta tinture che possono provocare allergie. I più
“bocciati” sono i reggiseni.
Altroconsumo continua le sua analisi sui capi di
abbigliamento e, dopo aver passato sotto i riflettori le maglie
ufficiali degli Europei di calcio, passa ad analizzare con un test di
laboratorio la biancheria intima. E trova risultati non proprio confortanti,
che suggeriscono accortezze nell’uso e soprattutto nell’acquisto.
L’associazione ha portato in laboratorio 40 capi in tutto alla
ricerca di sostanze chimiche eventualmente presenti: che si tratti di
piombo, tossico, oppure di sostanze allergizzanti, come possono essere numerose
tinture o il nichel, o di inquinanti ambientali come il nonilfenolo, la
questione è che queste sostanze non dovrebbero né rimanere sui tessuti né
essere rilasciate durante l’uso. Spiega Altroconsumo: “Abbiamo portato
in laboratorio 40 capi intimi delle marche più diffuse. Abbiamo
tagliato campioni di tessuto da ogni modello, li abbiamo lasciati dissolvere in
appositi solventi e abbiamo quindi analizzato la soluzione con apparecchiature
specifiche. Abbiamo inoltre messo alla prova la resistenza del colore al
lavaggio e alla sudorazione. Abbiamo ricercato la presenza di sostanze
chimiche, in alcuni casi vietate dalla legge, in altri consentite, ma a nostro
avviso rischiose (per esempio per il pericolo di allergie) e anche alcune di
cui la legge non si occupa”.
I risultati dei test di laboratorio non sono confortanti:
nella biancheria ci sono sostanze ritenute dannose. In realtà, precisa
l’associazione, tutti i prodotti sono risultati in regola secondo le
norme di legge, ma i parametri usati dal Altroconsumo sono più severi
– “ci siamo rifatti allo standard Oeko Tex, che garantisce la sicurezza dei
prodotti tessili dal punto di vista di salute e ambiente” – e hanno evidenziato
quattro ordini di problemi: scarsa resistenza del colore al sudore e al
lavaggio, il che rende più rischiosa la eventuale presenza di tinture
dannose; presenza di una tintura che può provocare allergie;
presenza in tracce di piombo; tracce di
inquinanti che vengono rilasciati con il lavaggio e finiscono
nell’ambiente.
Ci si deve dunque difendere dall’intimo? Qualche accortezza si può seguire.
Intanto, preferire capi bianchi e di cotone, evitando di usare prodotti con
stampe e applicazioni di plastica o vetro; non acquistare capi troppo stretti,
perché sfregano la pelle; lavare i capi di biancheria prima di usarli la prima
volta; non usare ammorbidenti e non eccedere col detersivo. Naturalmente, se la
pelle manifesta reazioni allergiche, smettere subito di usare il capo ritenuto
responsabile e consultare il medico.
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