Può la spending review mettere in
serio pericolo la nostra stessa vita? Si, può eccome, basta tagliare a destra e
a manca come si sta facendo oggi al punto che su 100 oncologi intervistati in
Lombardia, ben 85 ritengono che i tagli avranno conseguenze spesso
irrimediabili per i pazienti neoplastici.
A lanciare l’allarme sono i
medici oncologi lombardi che aderiscono all’Associazione italiana oncologia
medica (Aiom) i quali sostengono che "Servono
strumenti per favorire la sostenibilità del sistema e liberare risorse, solo
così sarà possibile garantire a tutti i cittadini l'accesso ai farmaci
innovativi". Un modo per risparmiare potrebbe essere quello di impiegare i
farmaci biosimilari, "ovvero farmaci simili ma non uguali ai biologici
originatori, e che si sono rivelati sicuri": il 73% degli oncologi
sostiene che, nei pazienti mai trattati prima, "i biosimilari, se
disponibili a un prezzo inferiore, devono essere preferiti". Tale grave
problema sta avvenendo proprio quando in Lombardia si assiste ad un numero di
nuovi casi di tumori allarmanti già di per se, si pensi che ogni anno 48 mila
nuovi casi di tumori si presentano all’attenzione dei medici specialisti.
Tornando ai farmaci biosimilari,
il 39% dei medici aderenti all’Aiom, sostiene che tali farmaci biosimilari
possono contenere i costi, il 45% di questi professionisti ritiene invece che
il risparmio deve ricercarsi in altri capitoli di spesa, tant’è che 16 oncologi
su cento intervistati ritiene che "le criticità su efficacia e sicurezza
sono troppe".
L'Agenzia Italiana del Farmaco ha chiarito nel maggio 2013
che biologici e biosimilari non possono essere considerati alla stregua dei
prodotti equivalenti: per questo ha deciso di non includerli nelle liste di trasparenza,
che consentono la sostituibilità automatica tra prodotti equivalenti. "Di
conseguenza - conclude l'Aiom - la scelta di trattamento con il biologico di
riferimento o con un biosimilare rimane una decisione clinica affidata allo
specialista prescrittore".
Fonte: TISCALI
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