Quando laviamo un capo d’abbigliamento appena comprato, esso rilascia
nell’ambiente una serie di sostanze tossiche che, una volta disperse in acqua,
non vengono trattenute dai sistemi di depurazione. Tra queste sostanze c’è il
nonilfenolo, un composto in grado di alterare anche a livelli molto bassi il
sistema ormonale dell’uomo.
Per la prima volta Greenpeace, in vista della misura la variazione delle quantità di nonilfenoli etossilati
presenti nel tessuto del capo d’abbigliamento prima e dopo il lavaggio
domestico. L’indagine è stata condotta su 14 prodotti tessili di vari
marchi fra cui Kappa, Ralph Lauren e Calvin Klein. Il risultato è
abbastanza eloquente: in quasi la metà dei campioni, oltre l’80% di
nonilfenoli etossilati presenti nel tessuto appena comprato sono fuoriusciti
dopo un solo lavaggio.
“I risultati di questa indagine dimostrano che l’impatto dell’industria
dell’abbigliamento non si ferma al Paese di produzione ma arriva ai Paesi
consumatori creando un ciclo globale dell’inquinamento tossico. Le
aziende tessili devono affrontare il problema e impegnarsi per l’eliminazione
delle sostanze pericolose nell’intera filiera” afferma Vittoria
Polidori responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace.
La campagna “Detox” di Greenpeace ha convinto prima i leader
dell’abbigliamento sportivo Puma, Nike, Adidas e poi altre tre aziende
fra cui H&M, Li-Ning e C&A a impegnarsi per eliminare tutti gli
scarichi tossici nella catena di fornitura e nei prodotti in commercio, entro
il 2020. “Anche se l’uso di nonilfenoli etossilati nell’industria
tessile è bandito nell’Unione europea, queste sostanze pericolose continuano ad
arrivare tramite canali di mercato. In un certo senso – conclude Polidori – le
aziende rendono i consumatori complici inconsapevoli dell’inquinamento delle
risorse idriche”.
Greenpeace invita le aziende del settore ad accogliere la sfida “Detox”.
Nonostante le ripetute sollecitazioni rimane ferma l’italiana
Kappa, del gruppo BasicNet, proprietaria anche dei marchi Superga
e K-way. Nei suoi prodotti sono stati ritrovati nonilfenoli
etossilati, ma “la compagnia non sembra ancora aver compreso l’importanza di
andare oltre le leggi in vigore.
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