È il primo caso di difterite che si
verifica in Spagna dal 1986, ma nel contesto attuale le dinamiche quasi non
stupiscono più: ad ammalarsi è stato un bambino di sei anni della città di
Olot, in Catalogna, che nonostante i programmi gratuiti di immunizzazione non
era stato vaccinato. Perché la famiglia era contraria.
Ora il bambino si trova
in cura a Barcellona, trattato con un’anti-tossina che è stata reperita con non
poche difficoltà: le autorità spagnole hanno dovuto chiedere aiuto
all’Organizzazione Mondiale della Sanità e poi agli Stati Uniti, per riuscire
finalmente a localizzare una dose in Russia. L’ambasciatore russo in Spagna è
riuscita a farla arrivare a Barcellona.
“Il problema è
che di questi tempi nessuno ha la difterite. Sono tutti vaccinati”, ha
commentato a El País Rubén Moreno, segretario generale del Ministero
della sanità spagnolo. E per fortuna visto che questa malattia -che si manifesta
inizialmente con tosse, mal di gola, ingrossamento dei linfonodi o un’apparente
semplice faringite- può portare a difficoltà
respiratorie molto gravi e arriva a uccidere un paziente su
dieci, a causa delle complicazioni. Complicazioni che, esattamente come quelle
del morbillo (encefaliti, polmoniti, danni cerebrali) molti genitori ancora sottovalutano.
Scegliendo di non vaccinare, nonostante in questo caso si tratti anche di
neuriti, infiammazione di uno o più nervi e miocarditi, gravi infiammazioni del
muscolo cardiaco, che possono essere precoci o tardive.
“Il vaccino per
la difterite viene somministrato in più dosi: a tre, cinque, e 11/12 mesi
d’età, per poi fare un richiamo una volta raggiunto il sesto anno di vita”,
spiega Alberto Villani, responsabile del reparto Pediatria Generale e Malattie
Infettive all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. “Il richiamo è poi
auspicabile dopo dieci anni”. Si tratta di un vaccino disponibile ormai dal
1920, basato sulla tossina originaria della patologia indebolita e resa
innocua, per indurre la produzione di anticorpi
protettivi. Esattamente quanto accade per altri tipi di vaccini
come quello antitetanico -DT, spesso combinato con quello antidifterico-.
Al giorno
d’oggi, per i nuovi nati, si usa il vaccino
esavalente che previene oltre a queste due malattie anche
pertosse, infezioni da HIB (Haemophilus Influenzae tipo b), epatite virale B e
poliomielite. Molte malattie sono state tenute sotto controllo e gradualmente
sconfitte proprio grazie ai vaccini, tra tutte vaiolo e la stessa poliomielite,
ed è importante continuare con le campagne di immunizzazione. Il rischio di un
ritorno è dietro l’angolo come abbiamo visto di recente, quando un contagio partito
dal parco divertimenti di Disneyland, in California, è riuscito a far arrivare
il morbillo -che è altamente infettivo e ancora mortale– in oltre 14 stati. E al crescere di
sacche di popolazione non vaccinate, il rischio è che vada perduta l’immunità di branco, che permette di
tutelare
chi non è ancora stato immunizzato. Ad esempio i bambini molto piccoli, per
i quali le complicazioni potrebbero ancor più rivelarsi fatali, lasciando le
loro morti sulla coscienza di…chi?
Il batterio
responsabile della difterite è il Corynebacterium
diphtheriae, che con la sua tossina colpisce le vie respiratorie
alte, infettando più raramente anche le mucose genitali oppure oculari (con
conseguenti congiuntiviti). L’incubazione, dopo essere venuti a contatto con il
batterio, può durare tra i due e i cinque giorni: tra gli organi a rischio, che
possono essere colpiti dalle complicazioni della malattia quando non viene
trattata efficacemente, ci sono i reni e il fegato ma anche la pelle, con la
formazione di ulcere anche importanti. Il contagio avviene per contatto diretto con una persona
infetta o più di rado con oggetti che sono state contaminate dalle secrezioni
di un paziente malato. In passato anche il latte non pastorizzato ha
contribuito a veicolare l’infezione.
“Purtroppo c’è
poca conoscenza delle malattie
infettive e troppa dei possibili effetti collaterali”, commenta
Villani. “Inoltre c’è molta disinformazione e spesso da figure non qualificate.
Le fonti sono determinanti: siti seri e validati dove informarsi su queste
patologie e sui vaccini sono quelli del Ministero della Salute, dell’Istituto
Superiore di Sanità, il
sito VaccinarSì. Anche se per fortuna quelli che si schierano contro tutti
i vaccini sono pochi, al giorno d’oggi. Spesso si tratta di persone
ideologicamente orientate verso tutto ciò che è ‘naturale’ e che trascurano la
necessità di difendersi dalla natura quando questa significa malattia o morte”.
Stavolta si
tratta di un caso di difterite e la situazione è sotto controllo, sembra, visto
che i dati della Spanish Vaccine Society parlano di un 90% della popolazione
coperta dai vaccini grazie ai programmi gratuiti di immunizzazione. Ma è
comunque meglio non adagiarsi sugli allori (lo vogliamo ricordare il triste
traguardo dell’Italia, al primo posto nell’Unione Europea per i casi di morbillo
tra il 2012 e il 2013?): che fare? I professionisti della salute devono
impegnarsi nel fare corretta
informazione, ed essere pazienti e disponibili nel confronto
con i genitori che ancora sono scettici o timorosi verso i vaccini. Devono
trovare il tempo di parlare con loro, mostrare le evidenze scientifiche a
sostegno della vaccinazione e permettere alle famiglie di arrivare alla
decisione con a disposizione tutte le informazioni del caso. Una prassi che
deve riguardare tutti i vaccini, anche quelli meno noti.
“Ma è
importante anche tutelare il diritto
dei bambini alla salute e alla vita. Non è accettabile che nel
terzo millennio in Europa ancora muoiano bambini a causa di malattie che sono
prevenibili con la vaccinazione”, dice Villani. “Chi è responsabile del caso di
difterite spagnolo? I genitori? Il medico curante? La società civile? Perché
dover arrivare alla notizia eclatante per convincersi della validità delle
vaccinazioni? Forse è arrivato il momento che sia la politica a trovare la
soluzione, per garantire a tutti i bambini il diritto alla vaccinazione, come
tutela non solo del singolo ma dell’intera comunità”. Se scegli di non
vaccinare tuo figlio informati sui rischi e sulle responsabilità, dice
l’OMS. Un richiamo che è oggi più attuale che mai, mentre nella comodità
dell’aver debellato molte malattie si prendono decisioni, come quella di dire
no al vaccino, senza pensare alle conseguenze. Ma non sempre ci sarà un
ambasciatore russo pronto a portare in aereo la cura per il nostro bambino
malato.
Articolo redatto da Help Consumatori
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