“Oggi il pediatra si trova di fronte all’offerta di numerosi presidi, alimenti funzionali, pro-e prebiotici,vitamina D, proposti per la prevenzione delle allergopatie ma che non possono essere acriticamente adottati, considerando anche il loro impatto economico per il paziente e per la società” spiega il Presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, Giuseppe Di Mauro.
Le allergie stanno avendo una rapida diffusione: iniziata oltre cinquant’anni fa, la “prima ondata” delle malattie allergiche ha interessato prevalentemente le affezioni respiratorie, con un picco intorno agli anni 2000, che ha interessato soprattutto i paesi occidentali. In Italia è aumentata anche la prevalenza della rinite allergica nella popolazione generale. Una ricerca multicentrica condotta nel Settentrione nell’ambito della European Community Respiratory Health Survey (ECRHS) ha riportato una prevalenza pari al 18,5%, rivelando un incremento di oltre il 50% rispetto ad alcuni decenni fa, con importanti ripercussioni di ordine socio-economico.
L’analisi dei dati epidemiologici in età pediatrica ha dimostrato che, non solo la rinite allergica, ma anche l’asma bronchiale, rappresentano patologie in notevole incremento.
Per quanto riguarda i dati italiani, mediamente la prevalenza di rinocongiuntivite allergica registrata negli ultimi 12 mesi dello studio ISAAC si attesta sul 6.6% nella fascia 6-7 anni e su circa il 17.4% nella fascia 13-14 anni. Nello stesso periodo i dati di prevalenza dell'asma nei bambini italiani sono dell'8,4%, nei bambini di 6-7 anni e del 9.5% negli adolescenti di 13-14. Diversi documenti scientifici hanno riconosciuto che la rinite ha effetti negativi sulle attività del paziente nella vita di tutti i giorni a casa, a scuola e sul lavoro.
Fonte: Help Consumatori
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