La notizia non
è di quella che ci farà trasalire e ci farà attendere il passaggio fra la
sperimentazione e l’uso pratico della scoperta con estrema trepidazione. Tuttavia, atteso che
a nessuno fa piacere sottoporsi ad un intervento chirurgico di cataratta, nonostante i
sistemi sofisticati utilizzati oggi siano sicuri e poco invasivi, rallegrerà il
cuore sapere che da qui a qualche anno tutti coloro i quali soffrono di
cataratta non dovranno più entrare in una sala operatoria oculistica per
risolvere il loro problema, visto che porranno fine ai loro disturbi con un
semplicissimo collirio da istillare in ognuno degli occhi affetto da cataratta.
Il passaggio
dalla sperimentazione del farmaco al suo utilizzo terapeutico è breve, si parla
di appena qualche anno, atteso che cani sottoposti a questi colliri per
risolvere problemi di cataratta congeniti hanno reagito benissimo, risolvendo
definitivamente i loro problemi visivi. Secondo i ricercatori americani e
cinesi che hanno agito in tandem nello studio, si sarebbe osservato come una
particolare mutazione genetica causi forme di cataratta congenita cui è
possibile opposi con un particolare gene in grado di codificare un enzima, il lanosterolo sintasi che a sua volta codifica
una particolare molecola che prende il nome di lanosterolo che una volta in sito impedisce la formazione della
cataratta.
Perché si giunge alla cataratta?
Il processo che
porta alla cataratta semplice, ovvero la manifestazione tipica delle persone in
età avanzata, consiste nell’opacizzazione del cristallino, che è la lente dell’occhio
che va soggetta ad opacizzazione irreversibile, fino a giungere all’assoluta
cecità se non si interviene, in quanto le proteine che compongono il
cristallino, le alpha-cristalline e le
beta- cristalline col tempo tendono ad ossidarsi opacizzando del tutto il
cristallino.
Attualmente l’intervento
di sostituzione del cristallino è uno dei più eseguiti al mondo e se si
considera la vita media dell’individuo che tende sempre ad allungarsi, si presume
che in un prossimo ventennio tali interventi si raddoppieranno. Pur
trattandosi, come detto, di intervento sicuro, breve e poco invasivo, vero è
che si parla pur sempre di un intervento chirurgico dove l’eventuale alea di rischio,
sia pure bassissima, esiste pur sempre. E, dunque, perché non sperare che nel
brevissimo tempo un semplice trattamento farmacologico costituito da
semplicissime gocce oculari, appunto un collirio, non manderà in soffitto il
lettino operatorio?
Fonte: Nature
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