mercoledì 30 settembre 2015

Farmaci: la pubblicità induce a comprare medicinali come fossero saponette!



La pubblicità induce spesso falsi bisogni e i farmaci non sono immuni da questo meccanismo. Le strategie utilizzate sono diverse: a volte, basta proporre medicinali nuovi che di nuovo hanno in sostanza soltanto il prezzo; altre volte, vengono proposti antidolorifici diversi per comuni patologie che potrebbero essere trattate con lo stesso prodotto; nei casi più gravi, però, si danno “medicine anche ai sani”. È quanto afferma Altroconsumo che parte da una domanda: sei sicuro di aver bisogno di tutti i medicinali che hai in casa?
“Molto spesso è la pubblicità che induce falsi bisogni. Esistono trucchi che le case farmaceutiche utilizzano per spingerti a comprare farmaci che in realtà non ti servono”, afferma l’associazione, che sottolinea come “l’industria farmaceutica e la sua pubblicità mettano continuamente in atto tante tecniche per invogliarci a comprare sempre più farmaci, spesso inutili e costosi.


Altroconsumo indica solo tre fra le tecniche più utilizzate. Una riguarda la presentazione di “farmaci nuovi” nei quali in sostanza rincara solo il prezzo: “un sistema per vendere farmaci più costosi è quello di proporre continuamente nuovi medicinali, anche se spesso non c’è nessuna novità quanto ad efficacia e sicurezza”. Altra strategia è quella che fa leva su “azioni specifiche inventate” per singolo farmaco: accade ad esempio per l’antidolorifico ibuprofene. “Il principio attivo è sempre lo stesso, ma un farmaco viene pubblicizzato come adatto al mal di testa, uno come indicato per i dolori mestruali, l’altro per la febbre: pur contenendo tutti la stessa sostanza curativa”, spiega l’associazione.




Di sicuro più “raffinate” le tecniche utilizzate per ampliare la platea degli “ammalati” veri o potenziali. Altroconsumo lo spiega così: “Negli Stati Uniti si continuano ad abbassare livelli minimi di colesterolo nel sangue che necessitano dell’uso di farmacianticolesterolo – le statine – aumentando così, di molto, il numero di persone a cui potrebbero essere prescritte. Da inchieste è poi emerso che una buona parte dei membri della commissione incaricata di stilare le nuove linee guide avevano rapporti di lavoro con le case farmaceutiche produttrici di statine”. Curarsi è bene, curarsi informati è meglio.
Ufficio Stampa Help Consumatori



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