Che
Facebook sia entrato prepotentemente nella nostra vita non è un
mistero per nessuno, ma che addirittura questo social network potesse
trasformarsi in breve tempo un elemento di disturbo del nostro vivere
quotidiano al punto da creare la stessa dipendenza che può creare il
fumo di sigaretta, o
quasi, forse
sono in pochi ad immaginarlo eppure pare essere proprio così, come
ha
dimostrato
uno studio che denuncia
come la stragrande maggioranza di persone che usa Facebook lo fa più
per assecondare una dipendenza che
è in molte persone che
per l'utilità del servizio stesso.
Il
risultato dello studio per certi versi è persino sconcertante,
infatti, non
solo si usa Facebook perché ormai siamo intrisi dei suoi contenuti e
al pari di qualsiasi altra dipendenza fisica o psicologica non
riusciamo più a resistergli,
ma addirittura, cosa ancora più allarmante, è che secondo i
ricercatori la qualità della vita cui ci ha abituati l'ormai
arcinoto servizio è peggiorata al punto che si vivrebbe molto meglio
se Facebook non fosse stato mai inventato.
Gli
effetti negativi del famoso social si hanno in primis sul lavoro.
Secondo
gli studiosi da quando esiste Facebook sul posto di lavoro si è meno
produttivi di un tempo. Per
quanto attiene la sfera del nostro vivere quotidiano, si ha la
percezione che
Facebook abbia finito per peggiorare la nostra vita sociale nei
rapporti
che intratteniamo con i componenti della nostra stessa famiglia con i
quali tendiamo a distrarci seguendo gli avvicendamenti che avvengono
su
Facebook in tempo reale e persino la qualità del sonno è peggiorata
con l'avvento di Facebook, visto che in molti si intrattengono
all'interno del sito sottraendo ore al sonno. A giungere a queste
conclusioni sono stati ricercatori della CornellInformaton Sience che
hanno effettuato un lungo e complesso lavoro cercando di capire
scientificamente
se
quanto qualcuno aveva ipotizzato empiricamente
sulla base di semplici constatazioni
rispondesse
al vero oppure no. Per far ciò i ricercatori hanno effettuato
una sorta di vero e proprio tour durato 99 giorni, i 99 days offreedom,
ovvero, un periodo di totale disintossicazione da Facebook i cui
partecipanti si dovevano impegnare a non entrare nel social network
appunto per 99 giorni. Ebbene, la stragrande maggioranza dei
volontari che si erano sottoposti a tale impegno ha desistito dopo le
prime settimane, qualcuno dopo appena qualche giorno.
Il
risultato è importante perché non solo si è scoperta una nuova
astinenza fra le tante dipendenze che popolano la nostra Società,
quella da Facebook, ma si è anche stilato un profilo del soggetto
dipendente dal social network più in auge in questo momento.
Il
profilo risponde ad una domanda: chi sono coloro i quali che non
riescono a stare lontani da Facebook?
In primis, coloro che non hanno
altri profili in altre piattaforme sul modello di Facebook, ciò
perché evidentemente, la distrazione derivante da siti analoghi
rende meno penosa la privazione di Facebook.
Ma
c'è un profilo di utente Facebook dipendente dal network che è
molto singolare. Ovvero chi ritiene in cuor suo di essere dipendente
da questo sito, paradossalmente, atteso che questa dipendenza non ha
nessun raffronto con la ludopatia, chi asserisce di essere dipendente
dal social network più in voga in questo momento è proprio chi non
lo è, ma in qualche modo, nel tentativo di assecondare le proprie
necessità finisce per comportarsi proprio come un
Facebook-dipendente restando attaccati al Mi piace a tutti i costi.
Poi
esiste un altro profilo di dipendenti dal sito in questione e sono
coloro che cercano su Facebook un momento di distrazione dalla loro
giornata storta. Pare che in queste persone l'illusione che
collegandosi al sito si
riesca
a ritemprarsi è tale che ogni qualvolta qualcosa va storto nella
loro vita hanno bisogno di scaricare le proprie tensioni su Facebook
anche se questo, secondo lo studio effettuato, molto spesso partecipa
a guastare ancor di più la giornata di
queste persone e
pur consapevoli di questo fatto, i Facebook dipendenti entrano lo
stesso nel sito alla
ricerca di quella valvola di scarico che in tutta la giornata non
hanno trovato altrove.
Ed
infine, esiste
l'ultimo
gruppo di
Facebook-dipendenti, che comprende
coloro il cui giudizio degli altri assume un'importanza eccessiva.
Sono quelli che hanno scarsa autostima di sé e cercano di colmare
questa loro mancanza cercando in rete ciò che a loro giudizio manca
nella vita di tutti i giorni. Forse sono questi i profili più
patologici perché se questi soggetti hanno bisogno di ricercare
attenzioni che non riescono a trovare fuori
da
Facebook, vero è che in mancanza di questo social le cercherebbero
altrove e poiché quest'ultimo rappresenta un modo semplice per
trovarle è difficile che queste persone si scostino da Facebook che
elargisce attenzioni a iosa a chi le cerca, almeno questa è
l'impressione che molti ricevono. Forse come ogni dipendenza dovrebbe
valere l'idea che non è tanto il mezzo che crea dipendenza, ma le
cause che ci creano queste e tante altri
legami,
le stesse che forse oggi sono sempre più acuite dal fatto che
nonostante abbiamo mille modi per comunicare, ci sentiamo ogni giorno
sempre più soli!
Giuliano
Fonte:
Zeussnews
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