Esiste
un dolore subdolo, silenzioso perché non sempre si riesce a
comprendere, di primo acchito, cosa vi sia alla base di questo che
per certi versi è un fastidio, per altri una sofferenza vera e
propria, perché chi ne è affetto riferisce spesso di avvertire un
dolore vivo, urente, come se ci si scottasse con la piastra calda di
un ferro da stiro. Parliamo del dolore neuropatico. Questa che può
essere una vera e propria patologia anche a se stante è tanto
impegnativa da curare quanto frustrante per medici e pazienti perché
il dolore neuropatico non sempre è attivato da un’infiammazione,
da una patologia sottostante che ne giustifica la sensazione algica.
Molto spesso sono le stesse fibre nervose a trasmettere lo stimolo
doloroso senza motivo o ad esasperare la sindrome dolorosa a fronte di
un impegno patologico d’organo di rilevanza minore.
Quello
che di fatto è accertato è che ci sono diverse patologie, vedi la
neuropatia diabetica, la neuropatia post herpetica che si manifestano
con questo dolore di difficile approccio terapeutico, una
manifestazione dolorosa che si palesa anche dopo amputazioni, ad
esempio di una gamba dove il paziente avverte dolore, movimenti,
spostamenti dell’arto come se l’arto esistesse ancora, difatti
parliamo della sindrome dell’arto fantasma, anche questa riconducibile al dolore da neuropatia. Quindi una sindrome difficile
da curare, difficile da controllare se non con dei farmaci di diverso
tipo, che impiegano spesso principi attivi non del tutto scevri da
effetti collaterali spiacevoli e cosa ancor più grave è che spesso
non si riesce a giungere ad una definizione della cura con relativa remissione
efficace dei sintomi.
La
cura: una dieta che limiti le calorie, gli esiti di uno studio
italiano
Il
tutto parte dalla constatazione di come un minore apporto di calorie
seguito da apposita dieta abbia determinato un meccanismo fisiologico
anti infiammatorio che in qualche modo non solo ha limitato il dolore
neuropatico ma ne ha persino evitato la sua cronicizzazione. Sono
giunti a questa conclusione ricercatori dell’Istituto di Biologia
cellulare e neurobiologica del CNR e della Fondazione Santa Lucia di
concerto con studiosi dell’Università di Chieti e di Milano che
sfruttando questa osservazione circa i benefici di una dieta
ipocalorica, hanno anche posto in essere possibili nuovi farmaci nel
contrasto della sindrome neuropatica, come si evince dallo studiopubblicato sulla rivista Plos One.
“Nei nostri esperimenti abbiamo constatato che dopo un danno nervoso periferico al nervo sciatico, un regime dietetico con un ridotto apporto calorico giornaliero agisce come potente stimolo metabolico ed attivatore di un fondamentale meccanismo di sopravvivenza e ricambio cellulare, noto come autofagia (la cellula ingloba parti di sé danneggiate)”, spiega Sara Marinelli del Cnr-Ibcn,coordinatrice del progetto. I ricercatori hanno evidenziato lo stesso recupero dal dolore neuropatico anche in animali che mostrano una bassa capacità di rinnovamento cellulare. “Questi animali con ridotta capacità di autofagia presentano alterazioni metaboliche di fondo di tipo diabetico che aggravano la condizione di neuropatia”, prosegue Roberto Coccurello del Cnr-Ibcn. “Ebbene, anche con queste complicanze, una limitazione delle calorie assunte può contrastare il decorso e l’intensità del dolore neuropatico, ristabilendo un equilibrio metabolico, riducendo i processi infiammatori e facilitando la rigenerazione nervosa attraverso la stimolazione dell’autofagia. Tutto ciò in assenza di manifesti effetti collaterali, come nel caso di ricorso continuato al solo approccio farmacologico. Si tratta di un risultato che apre la strada a una concreta e innovativa strategia terapeutica”.
Lo
stesso studio è propedeutico per un’altra evidenza scientifica e
relativa diagnosi associata. Si potrà infatti giungere
all’individuazione di appositi marcatori biologici in grado di
allertare il medico sulla possibilità che il paziente presenti a
breve una neuropatia associata a dolore, ancor prima che essa si
presenti. Tale vantaggio consentirà l’utilizzo di appositi farmaci
che possano agire prevenendo il manifestarsi della sindrome stessa.
Fonte:
Istituto
di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle
ricerche (Cnr-Ibcn); Irccs
Fondazione Santa Lucia; Università di Chieti; Università di Milano
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Studio sulla riduzione dell’apporto calorico come efficace
strategia analgesica ed anti-infiammatoria; 'Effects of caloric
restriction on neuropathic pain, peripheral nerve degeneration and
inflammation in normometabolic and autophagy defective prediabetic
Ambra1 mice', pubblicata su PLOS One
Ricercatori:
Sara
Marinelli, Cnr-Ibcn, Roberto Coccurello, Cnr-Ibcn, Ufficio
stampa Cnr:
Cecilia Migali
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