Guardatevi
accanto, a destra o a sinistra poco importa, cosa noterete vicino a
voi prima di ogni altra cosa? Il vostro smartphone. Se non lo avete
ancora scorto fra le cose che vi stanno fisicamente più vicine, è
solo perché state leggendo adesso, quanto diciamo, proprio col vostro smartphone.
Perchè parliamo di questo ormai immancabile strumento dall’uso
quotidiano? Perchè nessun altra cosa al mondo è stata mai prodotta
con la stessa quantità che riguarda questo oggetto. Perchè se ne
parla accostandolo alla salute?
Perchè,
al di là del fatto di
sapere se le radiazioni possano nuocere o meno, lo smaltimento di
questi oggetti incide eccome sulla nostra salute e sta divenendo un
problema importante come enorme è il volume di apparecchi prodotti e
da smaltire.
Se
solo pensiamo che in poco più di dieci anni sono stati prodotti 7
miliardi di smartphone capiamo che se fossero tutti ancora in
circolazione ogni abitante del pianeta ne avrebbe almeno uno in mano.
Così non è, anche perché la vita media di questi apparecchi è
intorno ai due anni, quindi si è aperto un problema molto serio,
come riciclare la montagna, nel vero senso della parola, di rifiuti,
ben tre milioni di tonnellate di rifiuti elettronici che popolano il
nostro pianeta? Anche perché, visto che si riciclano poco, a fronte
di una produzione sempre in aumento, si è costretti ad utilizzare
tanta energia per giungere alla commercializzazione di un nuovo
smartphone. Per produrre tutti questi dispositivi sono stati impiegati
circa 968 TWh di energia, l’equivalente di un anno di fabbisogno
energetico in India.
Da
questi dati, raccolti da Greenpeace USA nel rapporto “From
Smart to Senseless: The Global Impact of Ten Years of Smartphones”,
si comprende facilmente quanto la produzione e lo smaltimento degli
smartphone hanno impattato significativamente sul nostro pianeta.
“I
consumatori sono spinti a cambiare telefonino così spesso che la
media di utilizzo è di soli due anni:
l’impatto sul pianeta è devastante”, afferma Elizabeth Jardim di
Greenpeace Usa. “Quando si considerano tutti i materiali e
l’energia richiesta per realizzare questi dispositivi, la loro
durata e il basso tasso di riciclo, diventa chiaro che non possiamo
continuare su questa strada. Abbiamo bisogno di dispositivi che
durino più a lungo e, in sostanza, abbiamo bisogno di aziende che
adottino un nuovo modello di produzione circolare”.
Una
soluzione a questo grave problema andrà presa ed in effetti il
modello di riciclo offerto da Samsung all’interno di quello che si
chiama modello di produzione circolare, pare la migliore col riciclo
del Samsung GalaxyNote 7s, riducendo al minimo l’impatto sulle persone e
sull’ambiente. Invece non è ancora chiaro cosa intenda fare con i
4,3 milioni di telefonini che ha ritirato dal commercio.
Fonte: Help Consumatori
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