martedì 12 febbraio 2019

Smartphone: potremmo essere travolti da una montagna di rifiuti elettronici


Guardatevi accanto, a destra o a sinistra poco importa, cosa noterete vicino a voi prima di ogni altra cosa? Il vostro smartphone. Se non lo avete ancora scorto fra le cose che vi stanno fisicamente più vicine, è solo perché state leggendo adesso, quanto diciamo, proprio col vostro smartphone. Perchè parliamo di questo ormai immancabile strumento dall’uso quotidiano? Perchè nessun altra cosa al mondo è stata mai prodotta con la stessa quantità che riguarda questo oggetto. Perchè se ne parla accostandolo alla salute? 
Perchè, al di là del fatto di sapere se le radiazioni possano nuocere o meno, lo smaltimento di questi oggetti incide eccome sulla nostra salute e sta divenendo un problema importante come enorme è il volume di apparecchi prodotti e da smaltire.
Se solo pensiamo che in poco più di dieci anni sono stati prodotti 7 miliardi di smartphone capiamo che se fossero tutti ancora in circolazione ogni abitante del pianeta ne avrebbe almeno uno in mano. Così non è, anche perché la vita media di questi apparecchi è intorno ai due anni, quindi si è aperto un problema molto serio, come riciclare la montagna, nel vero senso della parola, di rifiuti, ben tre milioni di tonnellate di rifiuti elettronici che popolano il nostro pianeta? Anche perché, visto che si riciclano poco, a fronte di una produzione sempre in aumento, si è costretti ad utilizzare tanta energia per giungere alla commercializzazione di un nuovo smartphone. Per produrre tutti questi dispositivi sono stati impiegati circa 968 TWh di energia, l’equivalente di un anno di fabbisogno energetico in India.
Da questi dati, raccolti da Greenpeace USA nel rapporto “From Smart to Senseless: The Global Impact of Ten Years of Smartphones”, si comprende facilmente quanto la produzione e lo smaltimento degli smartphone hanno impattato significativamente sul nostro pianeta.
I consumatori sono spinti a cambiare telefonino così spesso che la media di utilizzo è di soli due anni: l’impatto sul pianeta è devastante”, afferma Elizabeth Jardim di Greenpeace Usa. “Quando si considerano tutti i materiali e l’energia richiesta per realizzare questi dispositivi, la loro durata e il basso tasso di riciclo, diventa chiaro che non possiamo continuare su questa strada. Abbiamo bisogno di dispositivi che durino più a lungo e, in sostanza, abbiamo bisogno di aziende che adottino un nuovo modello di produzione circolare”.

Una soluzione a questo grave problema andrà presa ed in effetti il modello di riciclo offerto da Samsung all’interno di quello che si chiama modello di produzione circolare, pare la migliore col riciclo del Samsung GalaxyNote 7s, riducendo al minimo l’impatto sulle persone e sull’ambiente. Invece non è ancora chiaro cosa intenda fare con i 4,3 milioni di telefonini che ha ritirato dal commercio.


Fonte: Help Consumatori


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