venerdì 10 marzo 2023

Pesce in scatola: ottimo anti cancro, no per alcune Associazioni di Consumatori!

 


Con buona pace dei cultori del pesce fresco, arriva uno studio scientifico da parte dell’Istituto Mario Negri, con il sostegno dell’AIRC, Fondazione per la Ricerca sul Cancro, che rivaluta grandemente il pesce in scatola, ritenuto, grazie ai componenti nutrizionali ed alle sostanze che lo conservano, un ottimo scudo contro i tumori.

Secono la ricerca scientifica, il pesce in scatola consumato almeno due volte alla settimana ridurrebbe drasticamente la possibilità di ammalarsi di cancro del colon-retto. Ma che pesce in scatola preferire? Tonno, sgombro, sardine in scatola, ricordando che ogni confezione ha un peso di norma di 80/100 grammi. Quindi una confezione due volte alla settimana per persona sarebbe la giusta quantità.

Come si è giunti a questa conclusione?

Si sapeva che il pesce già di per sé è un nostro alleato contro alcune malattie oncologiche e questo grazie all’attività sia antinfiammatoria che antineoplastica degli acidi grassi polinsaturi e al selenio, oltre agli acidi grassi essenziali omega 3 e omega 6, anche se il ruolo protettivo degli omega 3 e 6 nei confronti del cancro non si comprende ancora del tutto. La differenza che esiste fra il pesce fresco e quello in scatola nel ruolo protettivo contro il cancro, è che nel pesce in scatola si aggiunge l’olio di conservazione che contiene l’acido oleico.

“Ciò non significa che il pesce in scatola sia più efficace nella prevenzione dei tumori – afferma Carlotta Franchi, responsabile del Laboratorio di Farmacoepidemiologia e nutrizione umana del Mario Negri– bensì che il suo consumo abituale è ugualmente utile per prevenire tali patologie, soprattutto rispetto all’alimentazione di chi non mangia prodotti ittici. Oltretutto, le norme utilizzate per la conservazione del pesce in scatola sono tali, oggi, da far si che si mantenga inalterato il potere nutrizionale dell’alimento fresco, atteso che il pesce pescato viene lavorato il meno possibile, pulito, cotto al vapore e immerso in un olio di conservazione che,  può essere un extravergine di buona qualità, senza aggiunta di altri additivi”.

Ne risulta un prodotto nutrizionalmente valido, durevole nel tempo, facile da trasportare, comodo da consumare ed economicamente accessibile. Lo Studio ha dimostrato il ruolo centrale dell’alimentazione nei confronti del benessere e della salute della popolazione ed al contempo il ruolo protettivo che una buona nutrizione ha nei confronti di malattie anche gravi come il cancro.

Unica nota stonata in tutto questo è la rilevata presenza di bisfenolo nelle lattine di tonno di note marche. I ricercatori hanno minimizzato il tutto, nonostante l'inchiesta da parte di un' Associazione dei Consumatori che aveva rilevato tracce di questa sostanza potenzialmente tossica e pericolosa, agendo in danno del sistema endocrino e riproduttivo e mantenendo anche una certa pericolosità nell'insorgenza dei tumori. Secondo i ricercatori la quantità della sostanza repertata nelle lattine di tonno è perfettamente al di sotto del limite di migrazione specifica indicato nel Regolamento (Ue) 2018/213.Non essendo in grado di derimere la vertenza insorta, ci piace ancora pensare che la rivalutazione in tavola del pesce in scatola, da alimento di emergenza, o frutto di una cucina povera, assurga a livelli i più alti possibili, se si pensa che la palatabilità di questo prodotto è davvero eccelsa, sopratutto se ben condito.

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