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| Iryna Zarutska - uccisa dalla follia omicida |
Immagina di essere su una metropolitana, di ritorno da una giornata di lavoro. Non lo sai, ma la tua vita sta per finire in pochi minuti. Tutto perché qualcuno ha deciso per te e nella partita a dadi di un cervello che si definisce troppo facilmente "malato", la tua vita finirà in un tragico battito d'ali. Non è un videogioco, né una roulette russa, è la realtà. E la follia non è solo del criminale, ma di chi ha permesso che ciò accadesse.
Iryna Zarutska, profuga ucraina, lei si fuggita dalla guerra, cercava il suo "sogno americano" come infermiera a Charlotte. Non sapeva che la sua vita sarebbe evaporata sotto la brutale aggressione di Decarlos Brown, un 34enne afroamericano, un senzatetto. I più informati sanno che è senza fissa dimora perché è stato cacciato di casa più volte dalla madre e dalla sorella, entrambe aggredite da lui.
Qual era la colpa di Iryna? Nessun dissidio, nessuna vendetta. I due non si conoscevano. L'unica sua colpa, agli occhi di Brown, era essere bianca. Con un gesto vile, ha voluto spegnere la sua vita per cancellare, forse, una razza che tanto odia. È stato un attimo: qualche minuto di coltellate inferte alle spalle, mentre Iryna moriva quasi in silenzio e piangendo, nell'indifferenza totale e rivoltante degli altri passeggeri.
Liquidare l'evento come un atto di un "malato mentale" è troppo facile. Decarlos Brown era stato arrestato e condannato ben 14 volte per aggressioni e violenza. Nonostante fosse ritenuto pericoloso, l'ultimo giudice si era limitato a una condanna lieve, senza restrizioni. Il risultato? Iryna si è trovata nel posto sbagliato, al momento sbagliato e un criminale l'ha condannata a morte per il colore della sua pelle.
E qui viene il ribrezzo maggiore. I "giornaloni" che passano settimane a discutere se le forze dell'ordine usino un atteggiamento "sopra le righe" con criminali extracomunitari, trattano questo evento con superficialità e tendono a "dimenticarlo". Fa impressione il doppiopesismo di una certa stampa italiana che, dopo aver ignorato la notizia riportata da Elon Musk e dal giornalista americano Charles Kerg, la cita oscurando il video "per rispetto della famiglia". Peccato che, nel caso di Daniel Penny, il marine bianco che uccise Jordan Neely, un altro aggressore senza controllo, quegli stessi giornali pretesero di vedere il video per intero per poter condannare a priori le figure a loro non gradite. Non poteva mancare, infine, l'ennesimo strale contro Donald Trump, per aver invocato la pena di morte, una richiesta che i media hanno riportato con puntualità, mentre la ragione scatenante di tale richiesta, la morte di Iryna, l'avevano quasi ignorata.
Conclusione
Questa è la realtà. Una società al contrario, un vero e proprio Mondo al Contrario, dove l'unica colpa di Iryna sembra essere stata il colore della sua pelle e dove l'indifferenza ha avuto la meglio. Dobbiamo svegliarci da questo torpore complice e farlo in fretta. Perché, mentre noi dormiamo, in un treno dietro di noi e a nostra insaputa, un altro Decarlos Brown, rilasciato 14 volte nonostante i reati di violenza, potrebbe aver già deciso della nostra vita, per il solo fatto di essere bianchi!

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