L’ultima trovata contro i superbatteri? Due molecole vecchie e un nome nuovo”

 


È di gran moda, negli ultimi anni, fare terrorismo mediatico di natura psicologica. Una volta è il cambiamento climatico che ci farà sciogliere, arrostiti come neve al sole. Poi tocca all’esaurimento delle risorse energetiche, che ci farà morire di fame, di carestia e di chissà quale altro accidente. Poi arrivano le guerre: se ne annuncia una nucleare e mondiale quasi ogni settimana. E in tutto questo, poteva mancare l’allarme sulla salute? Assolutamente no.

Dopo l’immane spada di Damocle che ci annunciava la prossima pandemia — come la vedetta di un tempo lontano annunciava i pirati provenienti dal mare — ecco il nuovo allarme: l’antibiotico-resistenza.

Ovviamente, questa vera o presunta minaccia...

...che a sentire i media potrebbe causare quasi 40 milioni di morti nel mondo, ha dei responsabili. E sapete chi sono? Noi. Sì, perché quando si crea un problema, anche grave, se ci fate caso, i responsabili siamo sempre noi comuni mortali, a cui non viene mai chiesto nulla — se non pagare per colpe che sarebbero addebitabili ad altri.

Un esempio? Scarseggiano le risorse energetiche? Colpa nostra, che lasciamo il rubinetto dell’acqua aperto o sprechiamo troppa acqua per lavare l’auto. Ci riempiamo il mondo di plastica? Colpa nostra, che compriamo merce — alimenti in special modo — confezionati con la plastica. E se, molto probabilmente, avremo i superbatteri capaci di superare la forza degli antibiotici, anche questa volta la colpa di chi è? Nostra, che curiamo un banale raffreddore con gli antibiotici.

Insomma, non è mai colpa di chi li produce...

...che per decenni ha fatto campagne e azioni di convincimento sui medici, che poi ce li hanno prescritti a ogni piè sospinto. La colpa è nostra, che ci siamo abituati a questo trend malefico.

Del resto, lo abbiamo visto con l’azitromicina — ne abbiamoparlato qui — quell’antibiotico che, quando si decise di dare qualcosa in più dopo la Tachipirina e la vigile attesa in epoca Covid-19, sembrava l’unico antibiotico al mondo capace di fare il suo lavoro. Tant’è che furono prese d’assalto le farmacie e scomparve per un periodo dai radar. Ai tempi non esisteva altro: non c’erano cefalosporine, non c’erano Chinoloni o altre molecole in grado di guarirci. Solo lo Zitromax, per bambini, donne, anziani e adulti.

Poi si scoprì che restava troppo a lungo a farci compagnia nel nostro corpo. Peccato che qualcuno dimentica che, se non ci fosse stato qualche medico a incentivarne l’uso, la gente avrebbe pure avuto difficoltà a pronunciare un nome tutt’altro che facile da digerire di primo acchito. Quindi, anche per lo Zitromax, è stata colpa nostra. E se oggi discutiamo sui prossimi 40 milioni di morti fra poco più di un ventennio, sappiate che i responsabili siete voi e io che scrivo!

Ma tranquilli: figurarsi se la scienza sta a guardare.

Forse i quasi 40 milioni di morti non ci saranno, perché all’orizzonte sembra vedersi la sagoma di un salvifico nuovo antibiotico. E attenzione: non parliamo del solito “jolly” per tutte le stagioni. Parliamo di una rivelazione messianica, annunciata in pompa magna degna della notte degli Oscar.

Il nome è evocativo: Emblaveo. Cosa evochi non si sa, ma qualcosa di stravolgente questo nuovo presidio medico ce l’ha! Lo afferma la U.S. Food and Drug Administration (FDA), e se lo affermano loro possiamo stare tranquilli! È stato approvato specificamente per le infezioni intra-addominali complicate (cIAI) in pazienti adulti che non hanno più altre opzioni terapeutiche. In altre parole, Emblaveo non è per la tosse, ma per quando il paziente ha davvero il fiato corto e l'infezione rischia di diventare fatale.

Come funziona questo nuovo scudo?

La novità non è la molecola, ma la strategia.

I batteri Gram-negativi, quelli più temuti per la loro resistenza, hanno sviluppato un'arma di difesa molto efficace: le metallo-beta-lattamasi, enzimi che distruggono la maggior parte degli antibiotici prima che possano fare effetto. È come se i batteri avessero uno scudo invisibile che disintegra qualsiasi proiettile prima che colpisca il bersaglio.

Ma adesso arriva lo scudo inviolabile! Emblaveo è progettato proprio per superare questa difesa. È una terapia combinata, composta da due elementi:

  • Aztreonam: è l'antibiotico che agisce come un proiettile, inibendo la sintesi della parete cellulare batterica.

  • Avibactam: è l'ingrediente geniale, un inibitore che fa da "scudo" per l'Aztreonam. Si lega alle metallo-beta-lattamasi dei batteri, neutralizzandole e permettendo all'Aztreonam di svolgere il suo compito senza ostacoli.

Detta così, chi non penserebbe a uno stravolgimento?

Chi non penserebbe a uno stravolgimento delle malattie infettive sotto la potente azione di questo strepitoso e nuovo antibiotico, in grado di evitarci i quasi 40 milioni di morti che, a solo pensarci, ci fanno tremare le vene ai polsi?

Ma stanno davvero così le cose? Ce la stanno raccontando giusta? O, come al solito, non si fa più nessuna seria e proficua ricerca sugli antibiotici da quasi 40 anni, e ci danno minestrine riscaldate per tranquillizzare e fare business?

Delle due l’una.

O siamo troppo critici e poco inclini a credere al potere salvifico delle case farmaceutiche, convinti che continuino ad essere impegnate solo nel nostro esclusivo interesse… Oppure il lavoro silenzioso, umile, di tanti ricercatori piegati sui loro microscopi è così silenzioso da passare inosservato.

La risposta non la sappiamo. Sappiamo però una cosa: l’insalata che rappresenta, Emblaveo, è composta da due antibiotici che hanno quasi 50 anni, rimaneggiati e miscelati insieme, per farla semplice, e ce la “vendono” come il nuovo proiettile in grado di evitarci i disastri dell’antibiotico-resistenza.

Lo dimostra anche un dato che potrebbe passare inosservato

Lo studio in fase 3 REVISIT. Pensiamoci: di fronte a un nuovo farmaco capace di abbattere il rischio dell’antibiotico-resistenza, ci si aspetterebbe un corposo lavoro scientifico effettuato su una popolazione di migliaia e migliaia di persone.

E invece, sorpresa: una rivoluzione farmacologica che ci salverà dal disastro, testata per efficacia e sicurezza su appena 422 pazienti in 81 centri clinici globali.

Per finire, c’è però una novità

Dove non arriva da solo l’uomo, arriva l’IA, l’intelligenza artificiale. Grazie a questo consolidato partner ormai della nostra vita quotidiana, sono stati scoperti due inediti antibiotici. I nomi? Eccoli:

🧪 Halicin

  • Scoperto nel 2020 dal MIT (Massachusetts Institute of Technology)

  • Ha mostrato efficacia in vitro e su modelli animali

  • Non è ancora entrato in sperimentazione clinica sull’uomo

  • Quindi: non disponibile sul mercato, ma è un candidato promettente

🧬 Abaucin

  • Scoperto nel 2023 dal MIT e dalla McMaster University.

  • È altamente selettivo contro Acinetobacter baumannii.

  • Anche lui è in fase preclinica.

  • Non è ancora stato testato su larga scala né approvato da enti regolatori.

Come si vede, non sono ancora sul mercato. Il primo, a distanza di 5 anni, sta passando tutte le verifiche del caso. Il secondo è stato scoperto da appena 2 anni e, ovviamente, non è ancora pronto.

Quindi, che si fa? Si riscalda la vecchia minestra con qualche ingrediente in più, si sforna l’antibiotico intermedio, lo si spaccia per grande risorsa, e poi si annuncia l’immissione dei nuovi antibiotici “made in IA”. Solo per metaforizzare un po’.

Il limite dell’intelligenza artificiale, a volte, sembra essere rappresentato dalle allucinazioni — le stesse che, ultimamente, una certa scienza ci vende per verità assoluta.

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