Non sarebbe solo causa del maschilismo imperante lo scarso
numero di donne che si piazzano ai vertici del mercato del lavoro. La risposta
a questa scarsa affluenza ai piani alti dell’occupazione da parte della donna,
potrebbe risiedere altrove. Se, infatti, da una parte la donna a scuola
raggiunge risultati più brillanti rispetto ai suoi compagni maschi, dall’altra
nella vita qualcosa pare non funzionare al meglio per il sesso debole…. Perché?
A dare una spiegazione a tutto ciò provvede Susan Pinker, una psicologa canadese che ha scritto un libro sull’argomento dal titolo eloquente, “Il paradosso dei sensi”, edito da Einaudi. Secondo la studiosa, la distanza che
Cosa indica ciò nella pratica?
Significa, ad esempio, sempre secondo la ricercatrice che ha condotto lo studio, che una donna di successo non limita la propria vita col solo fine della carriera, ma l’arricchisce di tanti altri interessi. Ad esempio, una donna in carriera può anche decidere di rinunciare, molto di più dell’uomo, ad un trasferimento dettato dal proprio lavoro che potrebbe migliorare la propria carriera, se ciò implica uno stravolgimento dei propri affetti. Così come, sempre per le donne, i soldi rappresentano una molla ai fini della carriera della donna in una percentuale di poco superiore al 20%, cosa ben diversa di quanto accade agli uomini. Risultato. Il successo per il “sesso debole” ha connotati del tutto diversi rispetto al “sesso forte”, ovvero, nel sesso femminile l’obiettivo economico, lo status, ha una valenza ben diversa.
Perché tutto ciò?
Secondo la psicologa Pinker, alla base di tutto vi sarebbe anche la produzione di un altro ormone, l’ossitocina, quello stesso che induce l’allattamento, il rilassamento, fino all’orgasmo femminile.Tale ormone, noto anche come ormone del benessere, sarebbe il vero protagonista nella lettura delle altrui emozioni da parte della donna, nella capacità di socializzare e nell’empatia. Come sappiamo, nell’uomo l’ormone più secreto è invece il testosterone, fatto questo che si riverbera anche nel lavoro col risultato che l’uomo, potendo scegliere, lavorerà in modo del tutto diverso rispetto alla donna e, di norma, privileggierà mansioni spesso del tutto differenti, soprattutto, si indirizzerà verso occupazioni più redditizie perché meglio pagate.
Dunque, biologicamente parlando i due sessi sono ancora più differenti rispetto a quanto si credeva, ciò non dovrà significare che la donna non sia competitiva, tutt’altro….basta vedere l'impegno che la donna mette nello sport praticato a liverllo agonistico. Solo che la competizione non è estremizzata come accade nell’uomo, peroprio perché del tutto diversa rispetto a quanto accade al maschio.
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