L'evoluzione della termoablazione: Oltre il fegato, l'aggiornamento dell' articolo del 2012


AGGIORNAMENTO DEL 11 AGOSTO 2025

Una nuova tecnica definita ablazione a micronde, potrebbe rappresentare un importante passo avanti nel trattamento terapeutico delle neoplasie epatiche Secondo Attilio Solinas e Paolo Brunori del servizio di Gastroenterologia ed Epatologia della ASL 2, si sono osservati riscontri positivi nel trattamento di una massa tumorale in pazienti affetti dalla malattia anche in condizioni generali di salute del tutto compromessi, compresi soggetti anziani.
Altri trattamenti del genere sono stati effettuati presso l'Unità Fegato dell'Azienda Ospedaliera "San Giuseppe Moscati" di Avellino ad opera del Salvatore D'Angelo, direttore dell'Unità Fegato. Oggi, a distanza di tre anni dalle prime applicazioni, parrebbero confermati i riscontri positivi dell’innovativa tecnica chirurgica.

La validità della scoperta è anche data dal fatto che i pazienti trattati possono sottoporsi all’intervento senza ricorso alla narcosi, ciò grazie anche ad un trattamento ritenuto sicuramente poco invasivo che prevede l’associazione di farmaci antineoplastici biologici, che sembrerebbe aver dato risultati positivi, anche in altrie patologie, sopratutto malattie eutoimmuni, in associazione ad una vera e propria aggressione della massa tumorale grazie ad una sonda della grandezza di un paio di millimetri che, oltretutto, trasmette le immagini in tempo reale direttamente sul monitor dove l’operatore segue le fasi dell’intervento.

Il trattamento prevede l’invio di micronde che scaldano le cellule tumorali fino a distruggerle e prevede che per ogni seduta terapeutica si possano colpire aree di tessuto neoplastico fino a cinque centimetri per volta per una durata operatoria di 10 minuti un quarto d’ora massimo, consentendo la ripetizione del tutto in una seconda seduta operatoria a distanza di poco tempo. C’è da ricordare che per le cellule tumorali bastano temperature di 42 gradi e mezzo C per distruggerle.

Sui tumori primitivi l’ablazione a micronde pare funzionare al meglio, non è ancora possibile stabilire con precisione l’efficacia quando si tratta di intervenire sulle metastasi, anche se i primi trattamenti su queste aree hanno dato buoni effetti. In questo caso al trattamento viene associata anche la chemioterapia antiblastica. Tale nuova tecnica si definisce termoablazione percutanea ecoguidata mediante emissioni di micronde con la quale sono stati trattati i primi pazienti neoplastici evidenziando buoni riscontri terapeutici. Secondo Salvatore D’Angelo tale tecnica, prevista anche su pazienti non trattabili, ovvero che non rispondono più a nessun’altra terapia, secondo gli studi comparativi effettuati risalenti al 2003, consente un indice di sopravvivenza di oltre 18 mesi.

COME E' ANDATA A FINIRE?

Oggi, la termoablazione a microonde è considerata un trattamento di routine in molti centri, soprattutto per i tumori del fegato di piccole dimensioni, per i pazienti che non possono essere sottoposti a chirurgia tradizionale o come ponte in attesa di un trapianto. Uno dei punti di forza della termoablazione a microonde: è una procedura locale che agisce direttamente sul tumore senza l'impiego di chemioterapici, farmaci che come ben sappiamo possono avere effetti collaterali sistemici.

Gli sviluppi più recenti, sono proprio nella direzione di un'evoluzione costante. Ad esempio, una notizia recente del 2025 riguarda l'introduzione, in alcuni ospedali, della termoablazione a microonde guidata dalla risonanza magnetica, una tecnica che permette una precisione ancora maggiore, soprattutto per lesioni difficilmente visibili con altri strumenti. Questo dimostra che la ricerca in campo medico non si ferma mai, e anche le tecniche continuano a migliorare per offrire soluzioni sempre più efficaci e meno invasive.

E PER ALTRI TIPI DI TUMORI?

Questa tecnica viene utilizzata con successo anche per trattare tumori in altri organi, tra cui:

  • Reni: È un'opzione per i tumori renali, specialmente in pazienti che non possono sottoporsi a chirurgia o hanno lesioni di piccole dimensioni.

  • Polmoni: Viene usata per il trattamento di tumori polmonari primitivi o di metastasi che non sono adatte alla resezione chirurgica.

  • Ossa: È impiegata per le metastasi ossee, offrendo un sollievo significativo dal dolore e migliorando la qualità della vita dei pazienti.

Questa versatilità dimostra come la termoablazione a microonde sia diventata un'importante risorsa nell'oncologia moderna, offrendo un'alternativa mini-invasiva e mirata a un numero crescente di pazienti. Il fatto che sia una tecnica relativamente rapida e che permetta un recupero più veloce la rende particolarmente adatta anche a pazienti anziani o con altre condizioni mediche.

termoablazione a microonde spesso non richiede la narcosi completa, ovvero l'anestesia generale. Questo è uno dei suoi vantaggi più significativi.

L'approccio anestesiologico

Il trattamento viene solitamente eseguito in anestesia locale e sedazione cosciente.

  • L'anestesia locale numera la piccola area della pelle dove viene inserito l'ago, riducendo al minimo il fastidio iniziale.

  • La sedazione cosciente, invece, rende il paziente rilassato e sonnolento, ma lo mantiene sveglio e capace di respirare autonomamente. In questo modo, è possibile comunicare con lui durante la procedura, se necessario.

Questo approccio mini-invasivo si traduce in un recupero più rapido e in una minore incidenza di effetti collaterali rispetto all'anestesia generale, che è sempre associata a rischi maggiori, specialmente per i pazienti più anziani o con altre patologie.

È un ulteriore esempio di come la ricerca si stia muovendo verso soluzioni sempre meno invasive, concentrandosi sulla cura mirata e sul benessere generale del paziente.

MA DOVE VIENE ESEGUITA QUESTA INNOVATIVA TECNICA?

Dopo aver discusso della termoablazione a microonde e dei suoi vantaggi, ho pensato fosse utile fare un ulteriore passo. Per chi volesse approfondire con uno specialista, ecco un elenco di alcuni centri in Italia dove questa tecnica è praticata:

La termoablazione a microonde è praticata in diversi centri ospedalieri di eccellenza in Italia, in particolare in reparti di radiologia interventistica o oncologia. Ecco alcuni esempi di strutture che sono state citate:

  • Policlinico di Milano: Ha eseguito di recente (giugno 2025) un intervento innovativo di termoablazione a microonde guidato dalla risonanza magnetica per un tumore al fegato.

  • Humanitas (Milano): L'utilizzo delle microonde è descritto come un trattamento di routine, sia per i tumori primitivi che per le metastasi epatiche.

  • Policlinico di Sant'Orsola (Bologna): Praticano la termoablazione a microonde e radiofrequenza per varie patologie.

  • Ospedale Oncologico Businco (Cagliari): Viene menzionato tra i centri di termoablazione per fegato, polmone e rene.

  • Istituto Nazionale dei Tumori Fondazione Pascale (Napoli): Pratica la termoablazione per tumori a fegato, polmone e rene.

  • Azienda Ospedaliera-Universitaria di Padova: Vengono riportati casi di successo per l'utilizzo di questa tecnica per i tumori del fegato.

Come vediamo, la rete di centri è diffusa in diverse regioni d'Italia. Il consiglio, è di consultare un medico specialista per valutare il percorso migliore e individuare il centro più adatto alla situazione specifica. Ogni piccolo miglioramento conta e la pazienza è la chiave per il benessere generale.


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