Distrofia muscolare di Duchenne: una importantissima scoperta migliora la prognosi -Aggiornato a settembre 2025
L'infiammazione gioca un ruolo molto importante nella distrofia muscolare di Duchenne.
Non è la causa principale della malattia (che, come hai scritto nel tuo articolo, è genetica e dovuta alla mancanza della proteina distrofina), ma è una conseguenza diretta del danno muscolare.
Quando le fibre muscolari, prive di distrofina, si danneggiano o degenerano, il sistema immunitario interviene per cercare di riparare i danni. Questo intervento provoca una risposta infiammatoria cronica.
Nel tempo, questa infiammazione costante danneggia ulteriormente i tessuti muscolari sani, peggiorando la situazione e contribuendo alla progressione della malattia, alla formazione di tessuto cicatriziale (fibrosi) e alla perdita di funzione muscolare. Per questo motivo, molti trattamenti per la Duchenne, come l'uso di corticosteroidi, mirano proprio a ridurre l'infiammazione.
Salvo casi rarissimi la DMD colpisce esclusivamente i maschi, come detto, perchè gli appartenenti al sesso maschile possiedono un solo cromosoma X. mentre nelle femmine, che possiedono due copie del cromosoma, il deficit è compensato dalla presenza di un'altra copia funzionante. Ecco perchè come accade a tutte le malattie a trasmissione recessiva legate al cromosoma X la DMD si manifesta solo nei maschi. e viene trasmessa da donne sane portatrici del gene difettoso. Non esistono invece maschi portatori sani per la DMD, questo significa che un padre che non è affetto da DMD non avrà nessuna possibilità di trasmettere il gene difettoso ai figli. Dall'unione fra una donna portatrice sana e un uomo normale, ad ogni gravidanza esiste 1 possibilità su 2 che nasca un figlio maschio malato. Le figlie femmine avranno il 50% di probabilità di nascere portatrici sane, e il 50% di probabilità di nascere normali (senza il gene difettoso).
Una volta conosciuta per sommi capi la malattia, veniamo alla scoperta scientifica, seguito da uno studio scientifico, tutto made in Italy, come si diceva, che senza risolvere in toto il problema, una volta applicata ai malati riesce a trasformare la patologia dalla forma più aggressiva ad una più benigna chiamata Distrofia muscolare di Becker. Cominciamo col dire che la Distrofia muscolare di Duchenne è una malattia genetica che colpisce 3.500 bambini all’anno, come abbiamo visto di sesso maschile. Oggi in Italia si contano almeno 5.000 pazienti che devono fare i conti con questa grave patologia.
Aggiornamento: La speranza che (non) divenne cura
A distanza di anni, la scoperta del microRNA (miR-31) e la sua potenziale capacità di "addomesticare" la distrofia muscolare di Duchenne rimane un capitolo affascinante e al contempo complesso della ricerca. Quello che nel 2012 sembrava un'apertura decisiva verso una svolta, si è rivelato parte di un percorso molto più lungo e accidentato, che non ha ancora portato a una soluzione definitiva per tutti i pazienti.
Il sogno dell'exon skipping La ricerca sull' exon skipping, una tecnica genetica che mira a "saltare" le parti danneggiate del gene della distrofina per permettere la produzione di una proteina funzionale, ha fatto progressi significativi. Nel 2016, negli Stati Uniti, è stato approvato il primo farmaco basato su questa tecnica (eteplirsen), seguito da altri negli anni successivi. Questi farmaci non curano la malattia, ma rallentano la sua progressione in specifici sottogruppi di pazienti. L'approccio, sebbene promettente, è stato oggetto di dibattito scientifico per la sua efficacia limitata.
Il ruolo del miR-31 oggi La scoperta del miR-31, rimane un passo importante per comprendere i meccanismi molecolari della malattia. Studi successivi hanno confermato che la riduzione di questa molecola può effettivamente aumentare la produzione di distrofina. Tuttavia, la ricerca si è concentrata maggiormente su altre terapie più dirette e su approcci di medicina di precisione, come la terapia genica e l'editing genetico (es. CRISPR-Cas9), che mirano a correggere direttamente il difetto genetico all'origine della malattia.
Dove siamo oggi? Oggi la Duchenne non ha ancora una cura e la scoperta italiana, pur avendo aperto una strada teorica importante, non si è tradotta in una terapia clinica applicabile su larga scala. La gestione della malattia si basa su terapie multimodali che includono farmaci steroidei, trattamenti per i sintomi e fisioterapia. La ricerca prosegue a ritmi serrati, ma il cammino è ancora lungo. La speranza è riposta nelle terapie geniche e cellulari, che promettono di offrire soluzioni più mirate e, si spera, più efficaci nel prossimo futuro.
Questa vicenda ci ricorda che il percorso dalla "scoperta promettente" alla "terapia efficace" è lungo, complesso e pieno di ostacoli, e che l'informazione scientifica deve essere un processo continuo, onesto e aggiornato.

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