martedì 25 settembre 2012

Distrofia muscolare di Duchenne: una importantissima scoperta migliora la prognosi


Prima di parlare dell’eccezionale scoperta scientifica tutta italiana che potrebbe dare una svolta alla terribile malattia rara Distrofia muscolare di Duchenne, vediamo brevemente, con l’aiuto del sito Laboratorio genoma, di che malattia si tratta.

La distrofia muscolare di Duchenne è una malattia genetica degenerativa dei muscoli, che colpisce esclusivamente i maschi, tranne rarissime eccezioni. Già nell'infanzia i muscoli progressivamente si indeboliscono fino alla paralisi totale costringendo il bambino o il ragazzo alla carrozzella e rendendolo dipendente per molti atti della vita quotidiana. E' una delle forme di distrofia muscolare più frequente. La distrofia di Duchenne è determinata da alterazioni di un gene localizzato nel cromosoma X. Questo gene contiene le informazioni per la produzione di una proteina chiamata distrofina. Le mutazioni, possono essere di vario tipo e comprendono sia sostituzioni nucleotidiche, sia delezioni, ma tutte hanno come effetto quello di causare l'assenza totale della proteina. Altre mutazioni nello stesso gene, ma che non causano l'assenza totale della distrofina, sono responsabili di una forma molto più benigna di distrofia, la Distrofia Muscolare di Becker (DMB). Nel loro insieme, DMD e DMB vengono anche dette distrofinopatie, perché  sono causate da alterazioni nel gene della distrofina.

Salvo casi rarissimi la DMD colpisce esclusivamente i maschi, come detto,  perchè gli appartenenti al sesso maschile possiedono un solo cromosoma X. mentre nelle femmine, che possiedono due copie del cromosoma, il deficit è compensato dalla presenza di un'altra copia funzionante. Ecco perchè c
ome accade a tutte le malattie a trasmissione recessiva legate al cromosoma X la DMD si manifesta solo nei maschi. e viene trasmessa da donne sane portatrici del gene difettoso. Non esistono invece maschi portatori sani per la DMD, questo significa che un padre che non è affetto da DMD non avrà nessuna possibilità di trasmettere il gene difettoso ai figli. Dall'unione fra una donna portatrice sana e un uomo normale, ad ogni gravidanza esiste 1 possibilità su 2 che nasca un figlio maschio malato. Le figlie femmine avranno il 50% di probabilità di nascere portatrici sane, e il 50% di probabilità di nascere normali (senza il gene difettoso).

Una volta conosciuta per sommi capi la malattia, veniamo alla scoperta scientifica, tutta made in Italy, come si diceva, che senza risolvere in toto il problema, una volta applicata ai malati riesce a trasformare la patologia dalla forma più aggressiva ad una più benigna chiamata Distrofia muscolare di Becker. 
Cominciamo col dire che la Distrofia muscolare di Duchenne è una malattia genetica che colpisce 3.500 bambini all’anno, come abbiamo visto di sesso maschile. Oggi in Italia si contano almeno 5.000 pazienti che devono fare i conti con questa grave patologia.

La scoperta

La ricerca scientifica italiana è giunta alla conclusione che è possibile “addomesticare” la malattia tramutandola in una forma meno aggressiva e più compatibile con la vita. Tale importantissimo risultato lo si deve al gruppo di ricercatori capitanato da Irene Bozzoni, del Dipartimento di biologia e biotecnologie dell'università Sapienza di Roma, che hanno rilevato come una semplice molecola, a cui è stato dato il nome di microRna (miR-31), fa evolvere la malattia. L’importante scoperta è stata pubblicata sulla rivista scientifica Embo Reports e l’intero costo del lavoro è stato sostenuto da Telethon e Parent Project Onlus, un’Associazione senza fini di lucro costituita da genitori di bambini affetti dalla grave patologia.

A questi risultati  si è giunti constatando quanto avveniva di fronte all’evidenza della miR-31 su cellule muscolari malate di topi e uomini, poi si è passato al vaglio i risultati bioptici di ammalati e pazienti sani constatando come i livelli della molecola citata fossero più elevati negli ammalati rispetto alle persone sane. Il fatto non poteva passare inosservato e lo si è interpretato sostenendo che tale molecola non a caso era maggiormente presente nei pazienti affetti da distrofia di Duchenne, una volta conosciuta la causa della malattia dovuta all’assenza o alla diminuzione marcata della proteina distrofina.

Considerando che la miR-31 controlla la produzione di tale proteina si evidenziava come la stessa subiva una sorta di inibizione importante quando la miR-31 era ad alti livelli, si trattava dunque di capire come spegnere la malattia alla luce dei recenti riscontri. Tale azione è stata condotta con successo in laboratorio, al punto che una volta che si ripristinavano i valori normali di distrofina, si assisteva ad un miglioramento della patologia e della prognosi, visto che è proprio il deficit di questa proteina a uccidere progressivamente le fibre muscolari dei pazienti con Duchenne. Secondo gli scienziati "il controllo dell'attività del mir-31 potrebbe rappresentare un metodo efficace per migliorare l'exon skipping, una inedita tecnica genetica, un approccio terapeutico attualmente in fase di sperimentazione che è già potenzialmente in grado di ripristinare parzialmente la sintesi della distrofina, trasformando la distrofia muscolare di Duchenne nella sua variante meno aggressiva, la distrofia di Becker

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