giovedì 7 febbraio 2019

Ansia e depressione: uno a zero per le pillole



Nessuno nega l’importanza della psicoterapia, anzi, in associazione con la medicina e i giusti farmaci, spesso la sinergia che ne deriva è sicuramente efficace per risolvere l’ansia ed in parte la depressione. Eppure, gli italiani sono più per i metodi spicci e veloci, quindi, nessuna seduta dallo psicoterapeuta o dallo psicologo e tante medicine buttate giù, con un po’ di zucchero la pillola va giù!



E così, all’aumentare dei disturbi di ansia e di depressioni minori e non è che manchino i motivi per essere colti dall’ansia, aumenta il

consumo di psicofarmaci, in particolar modo ansiolitici e fra queste le classiche benzodiazepine associato ad un aumento in parte del consumo anche di alcuni farmaci depressivi di più facile maneggevolezza. Lo dimostra il fatto che nell’ultimo periodo almeno 6 milioni di nostri connazionali ha sofferto di ansia e relative crisi e che oltre dieci milioni se non addirittura dodici milioni di nostri connazionali sono stati interessati da un periodo di depressione, anche in forme meno severe. Siccome 

l’ansia va spesso a braccetto con la depressione se aumenta uno stato patologico si porta appresso l’altro, cosa che accade sovente, ma esistono i casi in cui è la depressione la patologia più riscontrata con un aumento da un anno all’altro di ben 3 milioni di nuovi pazienti. Detto ciò, gli italiani preferiscono rivolgersi al farmaco tutti i giorni piuttosto che ricorrere allo psicoterapeuta. Secondo Carlo Carpiniello, presidente della Società italiana di psichiatria (Sip), in una recente intervista rilasciata a Pharmakronos, Nel 2016 nel nostro Paese il consumo di antidepressivi è cresciuto dell'1,6% rispetto all’anno precedente. A questo dato, però, corrisponde una contrazione dell’8,2% della spesa a causa della diffusione dei generici, che hanno spinto i prezzi verso il basso.


In conclusione nel 2016 la spesa per i farmaci indirizzati sui disturbi dell’umore, ansia compresa è stata di otre 260 milioni di euro che corrisponde a oltre un miliardo di pezzi venduti, una spesa tutt’altro che limitata, al punto che ansia e depressione stanno divenendo delle vere e proprie malattie sociali dagli alti costi anche per la collettività. Al nord si ricorre più che al sud a questi farmaci.

"Esiste una confusione generale che si è creata tra ansiolitici e antidepressivi. I primi erano farmaci per la cura di alcuni tipi di disturbi d'ansia - ricorda Carpiniello - e dal punto di vista farmacologico appartenevano ad esempio alla famiglie delle benzodiazepine. Poi si è scoperto che alcuni antidepressivi, a dosi più basse, potevano avere effetti positivi anche sui disturbi d'ansia, su quelli ossessivo-compulsivi, sullo stress post-traumatico. ".

Fonte: Pharmakronos


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