Nessuno
nega l’importanza della psicoterapia, anzi, in associazione con la
medicina e i giusti farmaci, spesso la sinergia che ne deriva è
sicuramente efficace per risolvere l’ansia ed in parte la
depressione. Eppure, gli italiani sono più per i metodi spicci e
veloci, quindi, nessuna seduta dallo psicoterapeuta o dallo psicologo
e tante medicine buttate giù, con un po’ di zucchero la pillola
va giù!
consumo di psicofarmaci, in particolar modo ansiolitici e fra queste
le classiche benzodiazepine associato
ad un aumento in parte del
consumo anche di alcuni farmaci
depressivi di più facile
maneggevolezza. Lo dimostra il fatto che nell’ultimo periodo almeno
6 milioni di nostri connazionali ha sofferto di ansia e relative
crisi e che oltre dieci
milioni se non addirittura dodici milioni di
nostri connazionali sono stati interessati
da un periodo di depressione, anche in forme meno severe. Siccome
l’ansia va spesso a braccetto con la depressione se aumenta uno
stato patologico si porta appresso l’altro, cosa che accade
sovente, ma esistono i casi in cui è la depressione la patologia più
riscontrata con un aumento da un anno all’altro di ben 3 milioni di
nuovi pazienti. Detto ciò, gli italiani preferiscono rivolgersi al
farmaco tutti i giorni piuttosto che ricorrere allo psicoterapeuta.
Secondo Carlo Carpiniello, presidente della Società italiana
di psichiatria (Sip), in una recente intervista rilasciata a
Pharmakronos, Nel 2016 nel nostro Paese il consumo di antidepressivi
è cresciuto dell'1,6% rispetto all’anno precedente. A questo dato,
però, corrisponde una contrazione dell’8,2% della spesa a causa
della diffusione dei generici, che hanno spinto i prezzi verso il
basso.
In
conclusione nel 2016 la spesa per i farmaci indirizzati sui disturbi
dell’umore, ansia compresa è stata di otre 260 milioni di euro che
corrisponde a oltre un miliardo di pezzi venduti, una spesa
tutt’altro che limitata, al punto che ansia e depressione stanno
divenendo delle vere e proprie malattie sociali dagli alti costi
anche per la collettività. Al nord si ricorre più che al sud a
questi farmaci.
"Esiste
una confusione generale che si è creata tra ansiolitici e
antidepressivi. I primi erano farmaci per la cura di alcuni tipi di
disturbi d'ansia - ricorda Carpiniello - e dal punto di vista
farmacologico appartenevano ad esempio alla famiglie delle
benzodiazepine. Poi si è scoperto che alcuni antidepressivi, a dosi
più basse, potevano avere effetti positivi anche sui disturbi
d'ansia, su quelli ossessivo-compulsivi, sullo stress
post-traumatico. ".
Fonte: Pharmakronos
Nessun commento:
Posta un commento
Ti preghiamo di inserire sempre almeno il tuo nome di battesimo in ogni commento