mercoledì 13 febbraio 2019

Diabete: il numero di ammalati è da capogiro




Il diabete. Gli studiosi quando si riferiscono a questa malattia parlano di numeri da tsunami. Non si può dar loro torto, se si pensa che solo in Italia a soffrire di questa patologia sono ben tre milioni e mezzo di pazienti, ma il numero è in difetto, visto che molti pur essendo ammalati non lo sanno neanche, pare infatti che almeno un milione di persone, pur se ammalate non sanno di esserlo. E che dire dei tre milioni e seicentomila pazienti che pur non essendo diabetici hanno enormi possibilità di diventarlo, pariamo del diabete di tipo 2 e il futuro, è tutt’altro che roseo.

Secondo gli studiosi, a meno di soluzioni radicali per questa malattia, fra poco più di dieci

anni i malati a cui è stata sicuramente diagnosticata la patologia saranno 5 milioni. Certo a quasi 130 dalla nascita Frederick Banting, il fisiologo ed endocrinologo canadese al quale si deve la scoperta dell’insulina, ormone dell’organismo deputato all’assimilazione degli zuccheri nel sangue, passi avanti per la cura del diabete se ne sono fatti, ma, complice una alimentazione non del tutto adeguata, complici stili di vita applicati, non del tutto corretti, considerato che parliamo di una malattia genetica, fatto sta che il diabete, come si è visto, è in rapida ascesa. Il problema è che questa malattia è subdola, capace per anni di nascondersi all’interno di una pseudo normalità ma che nel tempo scava, scava, fino a danneggiare tutti i maggiori organi, pensiamo ai reni, agli occhi e alla fine se non curati si muore per le conseguenze della malattia.In Italia, poi, sono troppi i bambini con diabete di tipo 1, quello che si ha dalla nascita, che arrivano tardi alla diagnosi, con medici, genitori e insegnanti che non riconoscono i ‘campanelli d’allarme’ della malattia.

E che dire dei costi per gestire questa patologia, secondo un calcolo della London School of Economincs, la mattia costa qualcosa come 12 miliardi l’anno. Per non parlare del costo inestimabile che concerne la sofferenza umana.

Bisogna avviare azioni concrete”, avverte la Sid (Società Italiana Diabetologia), “per ridurre l’altissimo numero di morti e le complicanze del diabete: infarti, ictus, amputazioni, insufficienza renale fino alla dialisi, perdita della vista. È ora di risvegliarsi da un sonno che è durato troppo a lungo e che non solo ha ridotto la potenzialità dei ricercatori che operano in Italia ma ha contribuito a declassare la malattia ad una sorta di fastidio molto diffuso ma senza particolari conseguenze per la salute”.
Fonte: Help Consumatori

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