lunedì 27 febbraio 2023

Amianto: non è ancora finita, nei prossimi dieci anni oltre 60.000 morti ancora!

 



La storia dell’amianto, purtroppo, è costellata da migliaia di morti da quando circa trent’anni fa si decise, dopo lunghe osservazioni e dopo la sequela di decessi da parte di addetti alla lavorazione di questo materiale, la messa al bando. Quello dell’amianto e dell’azienda che agli inizi del secolo scorso produceva manufatti in esclusiva con questo materiale, anche di uso comune, ma sopratutto come materiali di copertura, è una storia tristissima. Le malattie che si correlarono all’amianto, purtroppo con decenni di ritardo, oltre che terribili erano oltretutto subdole.

Per gli effetti dell’amianto infatti si moriva sicuramente dopo circa trent’anni dall’esposizione continua a questo materiale fibroso costituito appunto da fibre minerali. L asbestosi e una grave forma di cancro, il mesotelioma pleurico, erano il prezzo che pagarono sulla propria pelle migliaia di inconsapevoli lavoratori o semplici abitanti delle zone in cui veniva lavorato, trasportato e stipato l’amianto. Un intero paese, Casale Monferrato, in Piemonte, subì quasi una decimazione dei suoi abitanti perché era uno dei siti storici di produzione di questo materiale e da dove veniva trasportato in maniera febbrile per anni. Ovviamente non fu l’unico, visto che questo materiale veniva lavorato anche in altre parti d’Italia. Ebbene dopo quasi trent’anni dalla messa al bando di questo materiale, a che punto siamo?

A giudicare dai dati pare che ancora la strada per affrancarci da questo pericolo incombente non sia ancora del tutto completata. La dimostrazione è che appena 5 anni fa si contavano oltre 6.000 vittime da amianto e questo dato coincide con le 40 milioni di tonnellate di amianto ancora da smaltire e bonificare in Italia e non solo. In molti credevamo che non esistessero quasi più i siti ancora interessati da istallazione di amianto e invece dobbiamo ricrederci. In Italia esistono ancora qualcosa come un milioni di edifici privati e addirittura pubblici dove vi è presenza consistente di amianto, con buona pace del fatto che conosciamo adesso con precisione il rischio evidente causato dall’amianto e sopratutto sappiamo bene che di amianto si muore.

Quel che di triste c’è in questa vicenda è che dopo aver fatto i conti con migliaia e migliaia di persone morte a causa dell’amianto per le patologie di cui si è fatto cenno, la partita con questo materiale non si è ancora conclusa visto che ci si aspetta il picco per il prossimo quinquennio, 2025/2030 atteso che i tempi di “incubazione” sopratutto della malattia oncologica correlata all’amianto, il mesotelioma, è abbastanza lungo nel tempo, anche trent’anni, come si diceva, al punto che l’attesa è doverci confrontare con altri 60 mila morti nel prossimo quinquennio/decennio. A confermare questo picco è l’ONA, l’Osservatorio Nazionale Amianto, che studia gli effetti, ma sopratutto le aspettative di vita di chi si è contaminato. Se consideriamo che l’utilizzo di questo materiale è stato concesso fino al 1992, anche se già nel 1987 si era quasi certi della pericolosità di questo materiale. Secondo l’Osservatorio, nel 2017, in Italia, ci sono stati 3.600 morti per tumore al polmone, 1.900 per mesotelioma, e 600 per asbestosi. Nel 2000 i decessi per mesotelioma erano poco più di mille, quelli per tumore polmonare poco più di duemila.

Il vero scandalo

La beffa è che in Italia non solo ci sono 40 milioni di tonnellate da bonificare, ma sopratutto essendo queste in pessimo stato, sono a più rischio di contaminazione in quanto si stanno sfaldando le coperture e i sostegni al materiale, rilasciando particelle che, se inalate anche in piccole quantità, creano problemi gravissimi per chi ne viene a contatto.

Incredibile, ma purtroppo vero è la negligenza di chi dovrebbe intervenire e non lo sta facendo o lo sta facendo con una lentezza criminale, di fronte al rischio rappresentato dall’amianto che è ancora presente, udite, udite, in 2400 scuole dove interessati sono 350.000 alunni e 50 mila fra personale docente e no e che dire degli ospedali, per quanto paradossale possa sembrare, esistono ben 250 ospedali interessati dal problema, veramente scandaloso. 

I paladini della salvaguardia del pianeta

Se poi consideriamo infine il fatto che l’amianto è stato bandito solo nei Paesi dell’Unione Europea e in pochi altri e che nel mondo, proprio laddove ci additano per inquinatori del pianeta, continuano ad utilizzarlo bellamente, alla faccia del mondo green, della transizione ecologica ed evidentemente solo interessati alla quantità di CO2 rilasciata nell’atmosfera, anche di fronte ai 107.000 morti per mesoteliomi, tumore al polmone, asbestosi accertati. Questo perchè nel mondo si producono ancora 2 milioni di tonnellate di amianto ogni anno. Uno scandalo che lascia senza parole!

Fonte: Osservatorio Nazionale Amianto, 2018 - Xagena_Salute


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