Una donna in gravidanza si porrà tutta una serie di quesiti riguardo
alla vita che porta in grembo, ad esempio, una delle domande più
frequenti che si pone è, quando giunge il momento in cui il
nascituro comincia a sentire? E’ del tutto ovvio che l’udito è
uno di quei sensi che si sviluppa al meglio nell’età adulta, nel senso che la valutazione di ciò che sente un adulto non
è solo frutto di una sensazione sensoriale di tipo meccanico ma è
frutto di molto altro. Ciò che adesso ci si chiede però è, quando
il bambino comincia a cogliere in qualche modo la realtà che è
fuori dai suoi spazi?
Secondo
gli scienziati il cosiddetto riconoscimento uditivo si fa strada nel
nascituro intorno alla sedicesima settimana di gestazione. Vero è
che c’è un certo contrasto di vedute su questo tema, non tanto
sull’esordio del riconoscimento uditivo da parte del bambino ancora
in grembo, ma sull’interpretazione che il bambino da agli stimoli
provenienti dall’esterno. C’è quasi concordanza di vedute però, nel
ritenere che una ninna nanna musicale fatta ascoltare fra la 28 esima
settimana e la 32 esima determina nel bimbo o nella bimba un aumento
della frequenza cardiaca, con un’accortezza. La ninna-nanna
musicale deve avere un volume un po’ più alto di quello che
useremmo per ascoltarla noi.
Tale
capacità di riconoscimento si perfeziona al proseguire delle
settimane, a partire dalla 35 esima settimana, ad esempio, pare che
l’attenzione del nascituro si faccia più vigile, un po’ come se
il nascituro stesso battesse il tempo musicale. Risulta del tutto ovvio che
il bambino/a non è in grado di valutare il tipo di stimolo
sensoriale, che come detto in premessa, è prerogativa dell’adulto
che associa un brano o una voce ad altri fattori di tipo
squisitamente culturali, cognitivi, esperenziali, ma risulta
ugualmente interessante sapere, come del resto tutte le donne in attesa sanno, che ciò che si muove attorno alla madre in quel
periodo gestazionale è in qualche modo compreso dal nascituro e che
la musica in qualche modo finisca per coinvolgerlo, anche se gli
scienziati non sono del tutto concordi nell’ammettere tutto ciò.
Forse sarebbe più corretto considerare che è solo la madre titolata a
cogliere, al di là di ogni conoscenza embriologica, ogni
cambiamento, anche percettivo, della vita che porta in grembo.
Fonte: Sandra Fiore e Gabriele Biella, Redazione Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare - cnr.it -
Nessun commento:
Posta un commento
Ti preghiamo di inserire sempre almeno il tuo nome di battesimo in ogni commento