Diabete, staminali, vitamina D, Scienza e Denaro: La Verità Scomoda Dietro le "Non Cure"

 


Oggi facciamo un viaggio scomodo, non perché non abbiamo prenotato la prima classe, quanto per il fatto che questo è uno di quei viaggi all’interno di realtà scientifiche che spesso collidono con quello che dovrebbe essere il buon senso e che invece si scontrano, forse, chissà, con quelli che sono gli interessi economici prima e la salute e quindi il vero interesse per il paziente, dopo!

Di fronte a malattie quali il diabete è difficile non scontrarsi proprio col pensiero unico, lo stesso che colloca le attuali soluzioni come quasi unico ed esclusivo rimedio, “dimenticando” che, forse, potremmo esplorare altre strade, oltretutto meno costose, per la collettività, se il cammino verso la ricerca di quest’ultime non fossero irte di ostacoli appositamente lì posizionate da chi vuole lo status quo ad oltranza. Se, quindi, parliamo di diabete e di ricerca scientifica,  gli interessi economici possano offuscare il cammino verso soluzioni che potrebbero davvero cambiare la vita di milioni di persone.

La Vitamina D: Un Alleato Trascurato o una Falsa Speranza?

Iniziamo dalla Vitamina D. Ne sentiamo tanto parlare e la ricerca scientifica ha evidenziato il suo potenziale ruolo nel diabete di tipo 2. Si parla di protezione delle cellule pancreatiche che producono insulina, di miglioramento della sensibilità all'insulina, persino di un aiuto per ridurre l'infiammazione e, in alcuni casi, di un contributo al controllo glicemico, specialmente in chi ne è carente. C'è chi suggerisce che un'integrazione, soprattutto in fase di prediabete, potrebbe ritardare o prevenire l'evoluzione della malattia.

Sembra tutto promettente, vero? Eppure, nonostante i dati di laboratorio e alcuni studi clinici, la Vitamina D non è ancora considerata una soluzione universale o un farmaco chiave. E qui casca l'asino, come si suol dire. La domanda che ci si fa è la seguente: ha senso promuovere quelle ricerche che individuano nella vitamina D un possibile rimedio, magari neanche definitivo del diabete, ma pur sempre possibile, se poi ci si ferma ad osservare la sola evidenza scientifica?

Cellule Staminali e Diabete: Promesse al Vento?

Il discorso si fa ancora più scottante quando parliamo delle cellule staminali per il diabete. Da anni si leggono titoli entusiasmanti su come potrebbero rivoluzionare la cura, rigenerando le cellule produttrici di insulina o curando il diabete di tipo 1. Eppure, a oggi, per la stragrande maggioranza dei diabetici, queste ricerche restano un po' "lettera morta": grandi aspettative che non si traducono in soluzioni accessibili e definitive. Questo non vuol dire che la ricerca sia ferma o inutile. Significa che il passaggio dal laboratorio alla pratica clinica di massa è estremamente lento e complesso. Ma ci chiediamo: è solo una questione scientifica, coi suoi tempi, è la normale prassi che ogni innovazione deve seguire o c'è dell'altro?

La Verità Scomoda: Quando il Mercato Frena la Ricerca

Ed eccoci al nocciolo della questione, con la domanda che molti medici e scienziati si pongono in privato, ma che pochi osano formulare pubblicamente: perché queste ricerche potenzialmente rivoluzionarie non ricevono l'attenzione e i finanziamenti che meriterebbero per accelerarne lo sviluppo e l'applicazione?

Non giriamoci intorno: l'insulina e tutti i trattamenti per la gestione del diabete muovono un mercato globale da miliardi di dollari. Farmaci, dispositivi di monitoraggio, penne, pompe, ricoveri, diagnostica: è un ecosistema economico enorme e consolidato. Un'innovazione che potesse davvero affrancare i diabetici dall'insulina o ritardare significativamente la sua necessità, metterebbe a rischio enormi interessi finanziari.

La triste verità è che spesso, l'approccio del "pensiero unico" nel campo della salute si concentra sulla gestione a lungo termine della malattia, anziché sulla cura definitiva o sulla prevenzione radicale, perché è nella gestione che risiede il profitto maggiore per il sistema.

Questa è la chiave di lettura scomoda: non si tratta di dire che la Vitamina D debba sostituire l'insulina, ma di domandarsi perché la scienza non esplori a fondo il suo potenziale per ritardarne l'uso. Non si tratta di negare l'importanza dell'insulina, ma di chiedersi perché la ricerca sulle staminali non corra più veloce per offrire una vera libertà. Certo si dirà, di fronte ad una innovazione scientifica di tale calibro, è indispensabile la pazienza…. Ma se tali ricerche devono poi fare i conti con interessi di miliardi, sicuro che serva solo la pazienza o il percorso si fa in salita.

Cosa ne pensate? sentite anche voi che in queste dinamiche c'è qualcosa di profondamente vero?



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