Se trattieni la pipì, la cistite è solo l'inizio. Indagine sulle "cattive abitudini" che ti stanno rovinando la salute urinaria
Oggi parliamo di un'abitudine così comune da essere quasi invisibile: trattenere l'urina. Può sembrare un atto innocuo, ma il conto arriva puntuale. Certo, non sempre siamo nelle condizioni ideali per dare sfogo a un bisogno naturale, ma, c'è sempre un ma...
Il problema si radica in noi quando, magari per un retaggio dell'infanzia, anteponiamo sempre qualche impegno al bisogno di urinare. Tratteniamo la pipì fino allo stremo delle forze. Questo si inserisce in una serie di comportamenti che gli esperti chiamano "cattive abitudini da bagno". Poi non parliamo di chi, per un salutismo esasperato, pretende un bagno pubblico alla stregua di quello di casa, finendo per amplificare ancora di più il problema, soprattutto questo vale per le donne.
La scienza dietro le cattive abitudini
Quando la vescica è piena, il cervello riceve un segnale. Se il momento non è idoneo, possiamo inibirlo. Il problema nasce quando questo comportamento diventa la norma. Il risultato è lo svuotamento disfunzionale: vescica e muscoli del pavimento pelvico non lavorano più in armonia. A lungo termine, questo può danneggiare la sensibilità della vescica e portare a residui di urina.
Esempi concreti di "cattive abitudini"
Ecco alcune delle abitudini più diffuse che dovresti abbandonare subito:
La pipì "di convenienza": andare in bagno "per sicurezza", anche senza stimolo. Questo "allena" la vescica a non riempirsi completamente, portando a sintomi di vescica iperattiva. Ammettiamolo, tendiamo a farlo prima, ad esempio, di una riunione, sperando che lo stimolo non ci colga nel momento meno opportuno.
La spinta con la pancia: usare i muscoli addominali per forzare lo svuotamento. La vescica sana si svuota da sola, senza bisogno di spingere. Chissà perché abbiamo la presunzione di voler comandare anche i muscoli involontari.
La posizione “accovacciata”: tipica nei bagni pubblici, questa postura impedisce il completo svuotamento, lasciando un residuo che può creare problemi nel tempo.
La connessione tra abitudini, batteri e cistite
Questi comportamenti creano un problema di stasi di urina, un terreno fertile per i batteri. La cistite, la forma più comune di infezione urinaria, colpisce almeno la metà della popolazione femminile. Il principale colpevole è il batterio Escherichia coli, che risale dall'intestino. Ovviamente non è detto che se mettiamo in pratica raramente uno di questi comportamenti, la cistite si presenti puntuale come una sveglia! Ma se ne abusiamo, prima o poi, si farà viva.
L'uso eccessivo e spesso auto-prescritto di antibiotici ha creato un'emergenza: molti batteri sono diventati resistenti. Per questo, la prevenzione è l'unica strada efficace. Non è un caso che condizioni come la "nurse bladder" siano frequenti tra chi, per lavoro, è costretto a rimandare la minzione.
Due strumenti pratici per la prevenzione
Per fortuna, non è un tunnel senza uscita. La chiave del successo, come diciamo sempre, è la costanza.
Il Diario Minzionale: uno strumento semplice per annotare sintomi, orari di assunzione di liquidi e minzioni. Ti aiuterà a capire le tue abitudini e a correggerle.
Uroflussometria con Elettromiografia (UF+EMG): un esame che valuta il flusso urinario e l'attività muscolare per diagnosticare i problemi e iniziare percorsi di riabilitazione.
Ascoltare il tuo corpo: c'è una strada più semplice e immediata. Rispondiamo alle esigenze del nostro corpo, senza forzarlo e senza comportarci da "dittatori" verso noi stessi. Assecondandolo, qualche volta, il nostro corpo imparerà ad assecondare anche noi stessi.
Conclusioni
Capire che trattenere l'urina non è un superpotere ma un'abitudine rischiosa è il primo passo. E la buona notizia è che cambiare queste abitudini non costa nulla, ma ti farà guadagnare molto in termini di benessere.
E tu, hai mai notato uno di questi problemi? Fatemelo sapere nei commenti!
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