Sono spesso le urla del bambino a confondere i genitori costretti sovente a portare il piccolo al Pronto Soccorso perché non in grado di palesare il suo disturbo a causa del pianto che accompagna il dolore di un’otite, un’infiammazione all’orecchio medio, per lo più, caratterizzata da febbre, malessere generale e, appunto, dolore vivissimo.
Sono i medici del Pronto Soccorso pediatrico quasi sempre a far luce sul problema, diagnosticando con certezza un’otite i cui dolori annessi, oltretutto, non sono sempre di intensità uguale, anzi, la caratteristica della malattia è proprio quella di intervallarsi con crisi violente di dolore, accompagnate da fastidi e lievi algie che riportano il bambino alla semi-tranquillità. Spesso a confondere i genitori ci si mette anche l’estensione del dolore a livello gengivale, fatto questo che farebbe propendere per il tentativo dei dentini del piccolo a farsi strada nella sua bocca. In effetti parliamo di bambini per lo più, per la semplice ragione che nel paziente pediatrico l’otite è caratterizzata da una sintomatologia più sfumata e non sempre di facile individuazione. Ma l’infiammazione dell’orecchio interno o medio non è di certo una patologia a sfondo esclusivamente pediatrico.
A causare il problema sono delle infezioni che si fanno strada all’interno dell’orecchio, il che ben spiega la febbre, spesso elevata del piccolo come dell’adulto, insieme a quel senso di spossatezza e malessere in genere. Quando l’otite si localizza nell’orecchio esterno la si definisce esterna e si presenta con sintomi quasi sovrapponibili con quella interna ma di norma è facile risalire alle cause della malattia ricordando le giornate ventose, fredde, quando non si sia presa alcuna precauzione valida per proteggere le orecchie tormentate dal freddo gelido. Nota anche l’otite media, le cui cause andranno ricercate dalla presenza di corpi estranei penetrati all’interno dell’orecchio, compresa eventuale polvere sollevatesi dal vento di giornate particolarmente fredde. Il bambino va maggiormente incontro a questa situazione per la sua inveterata abitudine di infilare tutto nelle cavità naturali del suo corpo.
E’ ovvio che l’inserimento di corpi estranei nell’orecchio facilitano anche l’ingresso di batteri, funghi e, a volte, fin’anche virus che una volta dentro si moltiplicano causando una vera e propria infezione. Spesso il tutto si complica al mare, oppure in piscina, raramente anche durante una doccia, laddove l’acqua dovesse penetrare a sua volta all’interno del condotto uditivo alterando il PH fisologico della struttura e, dunque, creando spesso tutte le condizioni atte a generare l’infezione.
Oltre ai sintomi appena accennati, merita menzione la possibilità che dall’orecchio fuoriesca del pus, segno palese dell’infiammazione in corso, spesso accompagnato da sangue, quella situazione che si definisce, tecnicamente, otorrea. A generare la situazione l’eventuale possibile presenza di foruncoli all’interno dell’orecchio, il tutto, infine, conclama, un abbassamento della soglia uditiva, da una parte e la possibilità, dall’altra, che si infettino organi vicini all’orecchio, ad esempio, laringe, tonsille e ciò a causa della migrazione degli agenti patogeni. Così come da segnalare anche la possibilità che a seguito di un’otite, magari non curata perfettamente, si determinino quelli che si definiscono acufeni, ovvero, fastidiosi ronzii all’orecchio che domani saranno difficili da debellare.
La terapia
Trattandosi di una malattia infettiva, il ricorso agli antibiotici diviene per lo più conditio sine qua non… non è comunque escluso anche l’intervento, a stretto controllo medico, di farmaci antimicotici, quando si sospetti la possibilità che a determinare l’infezione siano stati eventuali funghi sovrapposti. Gli antibiotici vengono per lo più istillati all’interno della cavità mediante apposite gocce in associazione, spesso, con farmaci assunti per via sistemica, compresse, qualche volta anche iniezioni, senza dimenticare che affinché il paziente tragga beneficio dalla terapia, è necessario associare farmaci antidolorifici e antinfiammatori quali i fans per lo più, che, oltretutto, determinano il duplice effetto di abbassare la febbre quando questa sia elevata ed al contempo stroncano il dolore.
L’istillazione delle gocce all’interno dell’orecchio sarebbe raccomandabile, purchè tale semplice operazione fosse demandata ad altra persona e non al paziente stesso che potrebbe istintivamente opporsi all’entrata del farmaco per il fastidio avvertito, vanificando parte della cura. L’utilità di indumenti che coprano l’orecchio infiammato, nel caso vi sia necessità di uscire durante i primi giorni successivi alla malattia, è accertata, ciò per scongiurare possibili ricadute.
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