Qualcuno si chiederà come
mai una patologia sicuramente di pertinenza medica possa riguardare anche
l’ambito relativo alla chirurgia, come può accadere di fronte al reflusso
gastroesofageo, un’affezione dell’apparato digerente caratterizzata da una
ipersecrezione acida con risalita dei succhi gastrici dallo stomaco fino
all’esofago a causa di un difetto di chiusura della valvola che mette in
comunicazione sia lo stomaco che l’esofago, ovvero, il cardias.
Tale patologia che,
sovente, è espressione di malattie di pertinenza gastrointestinale da
ipersecrezione acida, affligge qualcosa come sette milioni di italiani, dunque
un’affezione diffusissima fra la popolazione che risente anche degli stili di
vita della persona e dei fattori esterni come lo stress che pare acclarato abbiano
ricadute sulla sintomatologia.
Solitamente il ricorso alla
moderna farmacologia è sufficiente a contrastare la malattia, anche nelle sue
forme di maggiore esacerbazione, ciò sempre che sia accertata la causa della
patologia e, dunque, ci si rivolga alla gastroscopia quale metodo d’indagine
principale, che oggi è possibile effettuare anche propendendo per quellatransnasale.
L’approccio terapeutico nei
confronti del reflusso gastroesofageo si avvale anche di alcune linee guida di
carattere generale, volte a fronteggiare lo stress e nel convincere il paziente
a rivolgersi a regimi dietetici appropriati. Restano però i farmaci, quali gli antisecretivi
di ultima generazione, solitamente si fa ricorso agli inibitori di pompa
protonica, associati o meno a quei modulatori gastointestinalii, come i
procinetici, eventualmente assunti insieme agli antispastici e agli ansiolitici,
quest’ultimi assunti per un lasso di tempo ridotto.
Spesso tale terapia,
insieme allo studio della sintomatologia al fine di escludere eventuali vere e
proprie ulcere gastroduodenali, è sufficiente per portare il paziente alla
normalità. Nel caso si accerti la presenza di un’ulcera, diviene invece centrale
il ruolo svolto da due antibiotici in particolare nel contrasto del batterio
Helicobacter pylori responsabile in primis della malattia.
E’ raro che lo specialista
gastroenterologo propenda per il trattamento chirurgico volto alla correzione
della valvola, cardias. Tale evenienza è rara, considerato che quasi sempre un
rimodellamento dello stile di vita del paziente, contrastando efficacemente
l’eventuale soprappeso o peggio l’obesità cui sia andato incontro il malato e,
ovviamente i farmaci del caso, sono forieri di sicuri successi terapeutici,
potendo in questo modo fronteggiare efficacemente la malattia. Ciò non toglie
però che, una volta che si siano percorse tutte le altre strade che prevedono
anche l’eliminazione del fumo di sigaretta, la riduzione dell’alcol e del
caffè, qualora non si sia giunti alla remissione totale dei sintomi, diviene
centrale a questo punto il lettino operatorio dove, con un intervento che non
presenta eccessive difficoltà, si tende a riportare il tutto alla totale
normalità, prevedendo la correzione della valvola che mette in comunicazione
stomaco ed esofago.
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