Da una parte, abbiamo una classe di farmaci che è l'evoluzione moderna degli antichi barbiturici, affacciatasi sul mercato oltre 60 anni fa e che, a dispetto dell'età, mostra ancora vigore e giovinezza. Dall'altra, assistiamo a un consumo a livello mondiale e nazionale spaventoso che non solo non accenna a diminuire, ma avanza inesorabile.
Stando ai dati dell'AIFA in Italia, si è registrato un aumento del 5% della popolazione nel 2017 balzato all’8% nel 2019, passando da 50 dosi giornaliere per 1000 abitanti nel 2017 a 80 dosi solo due anni dopo. Un trend analogo si è registrato nel resto del mondo. Questo consumo si traduce in un costo esorbitante: i nostri connazionali spendono circa 350 milioni di euro all'anno per acquistare le benzodiazepine.
Questo è un problema enorme, persino superiore all'abnorme utilizzo di queste sostanze, perché è, ahinoi, la vera cartina tornasole dell'andamento negativo della nostra Società. Dimostra, da una parte, l'inadeguatezza delle persone a bilanciare la corsa sfrenata che sta riguardando il nostro vivere quotidiano. Cerchiamo di sopperire alla velocità delle decisioni e dei cambiamenti con farmaci che ci aiutino a contrastare le profonde trasformazioni che viviamo giorno per giorno in ogni ambito.
Di contro e ancora una volta ciò è da imputare proprio a questo turbinio di emozioni che ci piovono addosso tutti i giorni, con la conseguenza che abbiamo imparato a demandare al farmaco la nostra inadeguadezza nei confronti di quanto ci sovrasta. Il risultato? Da una molecola iniziale, il Diazepam (Valium), nata 62 anni fa, non solo si è fatto un abuso continuato, ma sono nate una miriade di altre molecole sulla formula originaria. Queste, apparentemente, si adattano a ogni forma di ansia, nevrosi o psicopatologie, offrendo un approccio rassicurante al paziente, con l'idea che esista la soluzione utile a tutti i mali del mondo. Purtroppo, non è così.
Chi è Responsabile di Questo Consumo Abnorme?
Non si vuole gettare la croce addosso a nessuno, ma è ovvio che una grossa responsabilità è attribuibile in primis ai medici, visto che questi farmaci sono solo di prescrizione medica e persino rigorosa in alcuni casi. Di contro, però, va detto che l'adesione del paziente verso le Benzodiazepine è divenuta così familiare e facilitata che sfiderei qualunque medico a ingaggiare lotte quotidiane con pazienti assuefatti e spesso anche aggressivi, che prediligerebbero approcci più mirati nel contrasto di patologie oggi affidate solo a questa categoria di farmaci.
Tutto ciò senza voler minimamente demonizzare una categoria farmacologica che, in certi casi, potrebbe annoverarsi tra i farmaci salvavita. Pensiamo a:
Crisi isteriche che nell'acuto trovano quasi esclusivamente risoluzione con le benzodiazepine.
Gravi crisi epilettiche.
Gravi stati d'ansia quasi incontrollabili.
Sedazione anestesiologica pre-interventi chirurgici o sedazioni di pazienti complicati durante pratiche diagnostiche.
Il problema arriva dopo, quando la facilità di reperimento di queste sostanze entra nella vita del paziente ogni giorno per risolvere problemi che, con molta probabilità, andrebbero risolti in chiave multidisciplinare e con il supporto dello specialista.
Il "Problema" delle Benzodiazepine? Fanno Bene!
Paradossalmente, il vero neo di queste sostanze è la loro efficacia. Di fronte a situazioni ingestibili con altri farmaci, sono proprio le Benzodiazepine a fare la parte del leone. Il paziente se ne accorge e non può più farne a meno. Addirittura, alcuni pazienti si calmano solo sapendo che in casa una boccetta di questi farmaci è sempre pronta all'uso, laddove ne ravvisassero la necessità.
Il risultato? Spesso non è neanche più il medico il vero prescrittore. Lo è il collega di lavoro, il vicino di casa, la zia più erudita e via dicendo, solo perché a lei o a lui "hanno fatto passare l'ansia", solo perché dopo una separazione è riuscita/o a trovare la serenità con la magica boccetta, dimenticando che ogni caso è a sé e dovrebbe vigere, mai come con questi farmaci, il giudizio del medico, possibilmente specialista.
Perché il problema di questi farmaci è anche la completezza della formulazione, soprattutto in gocce, e l'idea del paziente di "aggiustarsi la terapia in casa" assumendo qualche goccia in più è tanta. Il risultato è che un'arrabbiatura al lavoro o con il/la partner giustifica le gocce in più, e così via. Se torniamo a parlare dei guasti della società, quante arrabbiature, ansie, delusioni ci presenta questa moderna società, tutte a giustificare l'abuso di queste sostanze.
Così facendo, si dimentica che esistono alternative che non vengono perseguite, se non quando ci si accorge di essere finiti in un tunnel dal quale è difficile uscire. Nei casi più lievi di ansia o leggere forme di tristezza, che non chiamerei depressioni, per non destituire di significato questa vera e propria malattia, ci si potrebbe affidare a cure naturopatiche con sostanze naturali che assolvono al meglio al problema in quasi totale assenza di effetti collaterali, soprattutto se gestite da un professionista della salute.
Cosa Sono e Come Funzionano le Benzodiazepine?
AVVISO IMPORTANTE: LEGGI ATTENTAMENTE!
Questo post è basato su studi e informazioni relative ai principali principi attivi dei farmaci, ma ha scopo puramente divulgativo e informativo. NON vuole essere in alcun modo un invito a ricorrere al farmaco per ogni sintomo, né tantomeno incentivare il "fai da te" basandosi solo su questa descrizione. Ricorda che anche un farmaco da banco è un farmaco a tutti gli effetti, ma questo farmaco non è da banco.
PER QUALSIASI DUBBIO, CONSULTA SEMPRE IL TUO MEDICO CURANTE O IL TUO FARMACISTA. La tua salute è la priorità assoluta.
Cosa sono e a cosa servono?
Immagina il tuo cervello come una strada a scorrimento veloce trafficata, piena di auto che si intersecano come impazzite, l'ansia, altri mezzi, anche pesanti, pensieri e preoccupazioni, che non rispettano i limiti mettendo a repentaglio la vita di tutti. Ecco che arrivano le benzodiazepine, come una pattuglia della Polizia Stradale che mette ordine, facendo rispettare il Codice della Strada e i limiti di velocità, una situazione ottimale, una sorta di comfort zone per il cervello che alla fine si abitua a demandare ad... "altri" il suo ordine interno, come vedremo.
Le benzodiazepine funzionano come una sorta di "rallentatore" o "interruttore della calma". Agiscono su un neurotrasmettitore chiamato GABA che ha il compito di rallentare l'attività cerebrale. In parole semplici, dicono al tuo cervello di "mettere i freni", calmando i nervi, rilassando i muscoli e riducendo la sensazione di ansia.
Per un uso a brevissimo termine, ad esempio in un momento di forte crisi o per superare una notte difficile, possono essere efficaci. Ma il problema arriva quando l'uso si prolunga. Anche perché il ruolo delle Benzodiazepine è quanto mai molteplice:
Ansiolitico: per sedare gli stati d'ansia.
Ipnoinduttore: il classico sonnifero.
Miorilassante: di norma ancor più di pertinenza medica, riservato ai casi di sinergismo con altri farmaci laddove serve un rilassamento della muscolatura liscia, pensiamo alle coliche addominali, renali, quando è richiesto uno stato antalgico anche in risposta a contrazioni involontarie dei muscoli.
Gli 'Effetti Collaterali' che non ti Aspetti
Mentre vengono spesso prescritte per periodi lunghi, queste molecole nascondono dei rischi importanti, che spesso non vengono sottolineati a sufficienza:
L'Assuefazione: Il tuo cervello si abitua alla loro presenza e smette di produrre i suoi "freni" naturali. Il risultato? Ne avrai bisogno di più per ottenere lo stesso effetto, rischiando una forte dipendenza fisica e psicologica.
L'Effetto Paradosso: Quando smetti di prenderle, o ne riduci la dose, il tuo cervello, che si è abituato, si trova senza i suoi "freni". Ansia e insonnia possono tornare in modo più forte di prima, creando un circolo vizioso che spinge a riprenderle.
Effetti Indesiderati: A lungo andare possono causare problemi di memoria, vertigini, confusione mentale, sonnolenza e persino un peggioramento dell'umore. Il "calmante" diventa un ostacolo nella vita di tutti i giorni.
Non Curano la Radice del Problema: Questo è un punto chiave e spesso ignorato. Le benzodiazepine spengono il sintomo (ansia o insonnia), ma non risolvono la causa. È come mettere un cerotto su una ferita che ha bisogno di essere cucita.
Gli Altri Effetti Collaterali e i Veri Pericoli
Ormai è risaputo, unire Benzodiazepine con alcol è pericolosissimo. Qualcuno ha creduto che bastava controllare la quantità di farmaco indipendentemente dalla quantità di alcol assunto o viceversa, per non incorrere in gravi problemi di salute. È quanto di più sbagliato si possa aver fatto. La depressione del respiro, che è un effetto derivato dall'unione di alcol e Benzodiazepine, non sempre è dipendente dalla quantità dell'una o l'altra sostanza, ma dalla risposta individuale, e qualcuno per un uso scriteriato di entrambe le sostanze ne è morto!
Così come non bisogna dimenticare gli effetti di queste sostanze alla guida o all'utilizzo di macchinari che richiedono attenzione e, non ultimo per importanza, ci sono gli effetti collaterali indiretti. Pensiamo ai capogiri indotti da questi farmaci che possono provocare, in soggetti giovani e soprattutto anziani (che hanno più difficoltà di smaltimento del farmaco), rovinose cadute con le conseguenze del caso.
Importante: Quando parliamo di effetti collaterali di questi farmaci, ricordiamo che quelli sopracitati (assuefazione, effetto paradosso, ecc.) sono il grosso limite e, se vogliamo, il vero pericolo delle Benzodiazepine. Qualcuno crede che l'assuefazione e l'effetto paradosso, ovvero, da una parte il ricorso a dosaggi sempre maggiori per ottenere il risultato sperato, dall'altra scoprire che senza il farmaco non si riesce a vivere e che la sospensione senza criterio innesca circoli viziosi, siano "normali". In realtà, si arriva alla consapevolezza di ritrovarsi con tutti i sintomi della malattia che si voleva curare e l'idea che solo il farmaco riesca a curarla. Questo avviene anche per una modificazione che lo stesso cervello assume dopo un uso prolungato del farmaco, adattandosi alla nuova condizione farmacologica.
La conclusione è che, nei casi di uso incongruo di queste sostanze, la disassuefazione debba passare per un trattamento ospedaliero che quantifica la scalabilità del farmaco, magari in sinergia con altri farmaci di uso esclusivamente ospedaliero. Per cui non dobbiamo avere paura di rivolgerci allo specialista ogni qualvolta certe patologie non trovano soluzione e credere che la soluzione sia solo nelle Benzodiazepine. Non conoscere neanche la causa che ha scatenato i sintomi è la cosa più errata che possiamo compiere.
Un Consiglio "Bugiardino Facile": Non sono solo "calmanti"!
È fondamentale non dare per scontato che le benzodiazepine siano solo un rimedio innocuo per l'ansia. Sono farmaci potenti che agiscono sul sistema nervoso centrale e la loro gestione richiede cautela e, soprattutto, la supervisione di un medico specialista e non ci si stancherà mai di dirlo!
Che agiscano in maniera profonda a livello cerebrale nella sedazione e con le caratteristiche che abbiamo visto, lo prova anche il fatto che molti pazienti riferiscono di aver provato sollievo dal dolore cronico e questo è il segno di quanto il dolore si generi a livello cerebrale e viene influenzato dalla stessa paura e dall'ansia.


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