Chi ha vissuto sulla propria pelle uno o più attacchi di panico sa bene descrivere i sintomi che il più delle volte e sopratutto le prime volte l’ha portato diritto al pronto soccorso per paura che potesse trattarsi di una malattia acuta, grave e da curare in emergenza. Non è infrequente infatti il caso di pazienti che di fronte ad un attacco di panico abbiano scambiato la sintomatologia per un infarto, o per una grave insufficienza respiratoria, qualcuno pure per un ictus e abbiano avvertito in tutta la sua drammaticità la sensazione del fine vita. Sapere che trattavasi di attacco di panico avrà fatto tirare un sospiro di sollievo a questi pazienti, fermo, al ripresentarsi dei sintomi, ritenere nuovamente che di grave emergenza medica si trattasse e così in un circolo vizioso fino a quando non si venga a capo della situazione.
Detto ciò, fermo il fatto che sono diverse le cause che possono manifestare un evento tanto impegnativo, come appunto, l’attacco di panico, l’ansia e lo stress prima di tutti, comprese forme latenti o evidenti di depressione, quel che forse non tutti sanno è che un attacco o più attacchi di panico possono essere scatenati persino da alcuni farmaci utilizzati dallo stesso paziente, paradossalmente e a volte, per curare anche la possibilità che un attacco di panico si ripresenti o per curare patologie alcune a sfondo psichiatrico, altri nella cura di malattie che nulla hanno a che vedere con la sfera emotiva del paziente e quindi indirizzati ad altre patologie.
Le classi di farmaci che potrebbero scatenare attacchi di panico
A questo risultato ssarebbero giunti studiosi francesi che hanno evidenziato come alcuni farmaci siano implicati nell’esordio degli attacchi di panico, chiedendo che nel database della farmacovigilanza dei nostri cugini d’oltralpe venissero indicate delle segnalazioni aggiuntive su almeno 5 - 6 classi di farmaci che nell’utilizzo potevano esporre il paziente a questo problema.
Secondo gli studiosi, analizzando 163 casi registrati di attacchi di panico, ben 136, il che significa quasi l’84%, erano riconducibili a farmaci quali antidepressivi, in ragione dell’11,3%, in un 7% l’evento si è verificato con un antimalarico, in una percentuale più bassa, 5 casi su 100, con un farmaco utilizzato per la cura dell’acne cistica, in quasi 4 casi su 100 con un farmaco antiobesità, oggi ritirato ed in quasi 5 casi su 100, da corticosteroidi.
Così come si sarebbe anche osservato che in caso di allergia ad alcuni antineoplastici o immunomodulanti, parliamo in quasi il 9% di casi, si è assistito ad un attacco di panico. Interessante notare che l’8% dei soggetti studiati hanno osservato l’insorgenza di un attacco di panico dopo sospensione di benzodiazepine o oppiodi, durante una sindrome di astinenza. Lo studio ha anche sottolineato il fatto che tutti i pazienti che sono andati incontro a questi eventi non avevano precedenti disturbi di natura psichiatrica.
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