La domanda è, come mai se ascoltiamo i racconti delle nonne e li parametriamo all’attuale realtà, scopriamo che a differenza di ciò che accadeva 50 o 60 anni fa, oggi assistiamo ad un esordio della pubertà in maschi e femmine anticipata rispetto al passato?
Ma cosa sarà mai successo nell'universo umano al punto da assistere ad un anticipazione della pubertà nelle donne e anche negli uomini?Un ruolo potrebbe averlo determinato anche il peso corporeo, stante l’evidenza che bambine in sovrappeso o persino obese, hanno un menarca precoce rispetto alle coetanee in normopeso. Per giungere a questa conclusione ci si rifà ad uno studio anglosassone recentissimo, che riconduce alla leptina che è un ormone correlato ai meccanismi della regolazione della fame e che viene rilasciato dalle cellule del grasso corporeo. Tale studio sarebbe stato salutato con molto interesse dagli scienziati che avrebbero concluso che è proprio l’obesità a determinare l’anticipazione del menarca. A dirlo con sicurezza è al New York Times, Natalie Shaw, endocrinologa pediatrica del National Institute of Environmental Health Sciences, sottolineando però che l'obesità non può essere l'unica spiegazione.
Che altro incide sulla pubertà precoce?
Poichè non puo’ essere la sola obesità a determinare il menarca precoce, secondo i ricercatori ci deve essere anche dell'altro. Per farlo ci si rifà ad un altro studio scientifico di circa 15 anni fa. Uno studio danese avrebbe infatti rilevato che in tempi recenti lo sviluppo del seno nelle ragazzine si fa strada in un’età al di sotto dei dieci anni, mentre guardando la situazione indietro di venti anni si nota che tale sviluppo nelle ragazze degli anni novanta avveniva oltre i dieci anni, ovvero, 11 fin’anche 12/13 anni di età, il che coincide con l’esordio del menarca, appunto. Quindi qualcosa sarà successa. Anche perché nello studio condotto 15 anni fa l’obesità era esclusa in quanto le partecipanti ai lavori scientifici erano tutti normopeso. Quindi?
Secondo Anders Juul, autore dei due studi, esiste una teoria alternativa: la colpa dello sviluppo anticipato era da attribuire alle sostanze chimiche con le quali le bambine erano entrate in contatto nel corso della propria vita.
“ Nello studio del 2009, sottolinea, le ragazzine che avevano sviluppato il seno per prime erano anche quelle con il maggior livello di ftalati (sostanze utilizzate per rendere la plastica più flessibile) nelle urine”.
Fra i ricercatori non c’è unità di consensi quindi rispetto alla teoria di Anders Juul, quindi ci sarà anche dell’altro ancora.
Molti propenderebbero per fattori ambientali che incidono sulla psiche delle ragazzine al punto da anticipare il menarca. Lo stress, abusi sessuali patiti in tenera età, madri che vivono periodi di importanti stress e persino il lockdown potrebbe avere il suo ruolo in epoca recentissima.
E se non fosse tutto questo?
Ma alla luce di tante ipotesi e nessuna certezza, molto più pragmaticamente, si propende per considerare oggi l’arrivo della pubertà, sicuramente anticipata rispetto al passato, senza per questo riuscire a rilevare una causa specifica nel determinare tutto ciò. Al punto che, al fine di non sottoporre i ragazzi a trattamenti terapeutici in assenza di motivi che giustifichino tali trattamenti, oggi l’esordio della pubertà può essere ricondotto agli 8 anni di vita nelle ragazze e a 9 nei ragazzi, facendo riferimento alla scala di Tanner e, fattori esterni a parte, questo dovrebbe essere considerato il periodo di esordio medio che coincide con l’inizio della pubertà. Se in qualche caso tale esordio giunge prima di queste età, allora si che bisogna intervenire, trattando questi giovani alla stregua di pazienti da curare, a causa di un possibile disturbo ormonale definito pubertà precoce. Ma anche su questo dato, la pediatria si divide. C’è chi, fra i pediatri ritiene la scala di Tanner l’unico elemento da osservare nell’esordio della pubertà e chi invece sostiene che si assiste a episodi sparsi a macchia di leopardo nei giovani di pubertà precoce. Una divisione non da poco, se si considera che finché il limite fra le due diverse scuole di pensiero è così sfumato, si rischia di sottoporre pazienti giovanissimi a trattamenti farmacologici a volte persino inopportuni.
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