lunedì 6 marzo 2023

Farmaci: gli effetti collaterali che curano! Mal che vada cambiate cravatta!

 




Vista l’abitudine degli italiani di sfogliare il foglietto illustrativo interno dei farmaci, quello che solitamente si definisce “bugiardino”, salvo poi non capirci niente, ma non certo per la scarsa intelligenza dei nostri connazionali, quanto invece per il modo astruso con il quale è scritto tale foglietto, una cosa coglie sempre più delle altre. Non tanto il meccanismo d’azione del farmaco e la sua reale utilità, quanto invece la sequela di effetti collaterali che accompagnano l’assunzione, di norma dieci, venti volte di più delle indicazioni per le quali prendiamo il farmaco stesso.

E visto che di effetti collaterali o di eventi avversi parliamo, vogliamo farlo stavolta in maniera un po’ diversa. In pratica siamo incuriositi da tutta una farmacologia alla rovescia, ovvero, curare la malattia o un disturbo che ci affligge, non con un farmaco specifico per quella patologia, ma con una molecola farmacologica che ha come effetto collaterale la cura di un’altra malattia alla quale neanche si pensava.

Concetto sicuramente complicato, ma che risulta più agevole alla comprensione se facciamo qualche esempio. Quanta gente si affida ai farmaci perché è tentata o costretta a togliersi un vizio nocivo per la salute. Ad esempio, il vizziaccio di bere. Ebbene, per puro caso, gli esperti farmacologi, catalogando gli effetti avversi denunciati da diversi medici di base e farmacisti di un farmaco utilizzato nella cura del diabete, il cui principio attivo è l’ Ozempic, hanno osservato che i pazienti che utilizzavano il farmaco rifiutavano categoricamente l’alcol, al punto da provare disgusto persino al pensiero di dover brindare a Capodanno. Secondo il New York Times che ha trattato l’argomento, vi sono testimonianze di pazienti che a volte avranno pure, come si suole dire, “alzato il gomito”, ma una volta sotto cura con l’ Ozempic hanno dichiarano seccamente: “non ho più toccato un bicchiere di vino. Non ne ho provato alcun piacere". L’ ha raccontato al quotidiano Usa per esempio Eva Monsen, 46 anni.

Insomma, per puro caso si sarebbe aperta la strada alla dissuasione dolce dal consumo di alcol smodato, per pura coincidenza, nel tentativo di combattere ben altra patologia. E su questa strada che è nato pure il Viagra. La famosa pilloletta azzurra dell’amore, quella che fa ringalluzzire anche persone molto avanti con gli anni che si erano pure scordati la differenza che passa dal fare l'amore rispetto al fare la pipì sia pure con il medesimo strumento. Tale pilloletta magica, non era nata per aiutare l’erezione, tutt’altro. Il Sildefanil, che poi sarebbe il principio attivo del Viagra, era nato per contrastare l’angina pectoris e l’erezione era considerata uno spiacevole effetto collaterale della pilloletta blu. Vai a sapere che poi la gente un po' attempata correva in farmacia per sperimentare gli effetti collaterali del farmaco, magari pure esagerando.

Ma gli esempi non si esauriscono di certo qui. Il minoxidil che si utilizza con un certo successo per la cura dell’alopecia, non era certo nato per quello. Il minoxidil era stato studiato e messo in commercio per la cura della pressione alta, salvo poi non sortire alcun risultato degno di nota, al punto che a qualche paziente di fronte all’insuccesso della terapia gli si saranno rizzati i peli dalla rabbia e ha così scoperto che non era la collera a fargli drizzare i peli, ma la molecola che assumeva e che procurava irsutismo, ovvero faceva crescere peli e capelli nell’uomo e anche nelle donne, sarà per questo che il minoxidil non è molto amato dalle donne?

Secondo Luca Pasina, a capo del Laboratorio di Farmacologia clinica e Appropriatezza prescrittiva dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs. "Ad oggi di farmaci approvati per l'alopecia ci sono questo e la finasteride, quindi è rimasta una delle indicazioni d'uso, mentre peraltro quella dell'ipertensione non c'è". Un effetto collaterale un po' strano che ancora una volta è stato una chiave di successo del farmaco.

Una sorte un po’ meno fragorosa ma tuttavia interessante è successa a molecole usate per curare una patologia, salvo accorgersi che erano piu’ utili per sconfiggere uno dei sintomi di quella patologia o il sintomo da solo indipendentemente dalla patologia per la quale veniva prodotto. Un esempio? Gli antistaminici di vecchia generazione come l'idroxizina - che si usa per l'insonnia oppure per i disturbi d'ansia e questa è un'indicazione approvata. Un discorso analogo vale per il trazodone, un antidepressivo". Fra gli effetti ce n'era uno diventato d'interesse: faceva dormire. "Per i suoi effetti sedativi viene in realtà usato molto spesso nell'insonnia”, in sostituzione di alcuni programmi tv noiosi!

Poi ci sono alcuni effetti collaterali di un farmaco che causano una patologia cui inizialmente non si pensava proprio. Ci sono malati di Parkinson che hanno utilizzato farmaci che li han fatti diventare novelli croupier al casinò, al punto che a casa ricordano quanta fatica si facesse per trascinare il congiunto prima che si ammalasse di Parkinson ad un giro di briscola, salvo poi trovarlo, una volta ammalatosi, impegnato ossessivamente nella ricerca spasmodica di qualsivoglia gioco d’azzardo. Scherzi a parte, due molecole utilizzate per la cura del Parkinson, il pramipexolo e il ropinirolo, hanno come effetto collaterale la tendenza a suscitare interesse nel malato verso il gioco d’azzardo, l’aumento della libido e l’ipersessualità, insomma una botta di vita con un solo farmaco, non è poi così tanto male! E così si è dovuto correre al riparo, cambiare le originarie molecole con la sola levodopa, il precursore del neurotrasmettitore dopamina.

E che dire di un farmaco nato per evitare le fratture salvo poi scoprire che alcune le evita, ma si sceglie accuratamente, "LUI", il farmaco, altre ossa da fratturare! Insomma, in periodi in cui il poco tempo è la norma, una risorsa non da poco,  vi leva un problema importante, non dovrete più essere voi a ricordarvi accuratamente quale osso fratturarvi! Parliamo dei " bifosfonati  classe di farmaci usati per trattare l'osteoporosi, quindi anti-frattura, inaspettatamente si è assistito a delle fratture atipiche del femore o osteonecrosi della mascella e della mandibola. Ovviamente "sono eventi rari per cui il rapporto rischio-beneficio rimane favorevole". Siamo nel campo, spiega l'esperto, "di quelle che vengono definite reazioni avverse di tipo bizzarro, non collegate al meccanismo d'azione o perlomeno che non ci si aspetta siano legate al trattamento e che emergono specialmente dalla segnalazione spontanea. Sono reazioni inattese che si verificano in pochi casi, per cui nello studio clinico non c’è il numero sufficiente per poterle osservare si riscontrano poi nella pratica". Però sono reazioni imprevedibili.

Infine un posto sul podio per quei farmaci a causa dei quali dopo gli effetti collaterali se ne vedono di tutti i colori! Di cosa parliamo? Ma della tetraciclina. Un ottimo antibiotico, la lista delle infezioni che cura è davvero lunga e a volte è proprio un farmaco di scelta di fronte a certe malattie infettive. Ma ha una particolarità. Se vi siete stufati di guardarvi allo specchio la mattina notando sempre i vostri denti perennemente bianchi, prendete della tetraciclina e come per incanto qualche mattina dopo vi sveglierete con un nuovo colore dello smalto dei vostri denti che tenderanno al giallo pagliarino. Una magia, che aiuta molto gli uomini nella scelta della cravatta di un colore in pendant con la nuova colorazione dei denti. C’è poco da scherzare, perché questo innocente “scherzetto” la tetraciclina lo fa anche ai figli di madri che hanno fatto uso del farmaco durante la gravidanza. La possibilità che ciò avvenga è davvero molto rara ma non è escluso che questo non possa lo stesso accadere. Ma non spaventatevi troppo, gli esperti ci tranquillizzano immediatamente, solo i denti possono diventare gialli è raro che la lingua diventi nera, per cui l’accostamento con la vostra cravatta è salvo!!!!!!!!!

Fonte: Pharmakronos



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