Insomma, se potessimo trasportare indietro nel tempo questa consuetudine che sta regolando i rapporti fra padre, madre e figli, è come se un tempo si consentisse ai propri figli minorenni di frequentare gente di tutte le età senza il consenso dei genitori. Eppure è ciò che accade oggi e lo si tollera sol perché le visite sui Social fanno parte dela realtà virtuale, dimenticando o facendo finta di dimenticare, che spesso la realtà virtuale è ancor peggio di quella reale.
Poi ci si stupisce che questi ragazzini “scervellati” si sfidino su Tik Tok esponendo trionfanti la cicatrice alla francese che nella testa di alcuni ragazzini diventa un trofeo da mostrare per apparire più bulli degli altri con atteggiamenti di tipo autolesionistico. Il bello è che di fronte ad una realtà così frastagliata di eventi anche tragici accaduti, dopo aver ritenuto il continuo andirivieni sui Social un fatto del tutto normale, a quell’età, si scopre che 7 genitori su dieci si fida dei propri figli quando navigano impunemente su Internet e con la presunzione dell’adolescenza, il 70% dei ragazzini dice di essere in grado di discernere i pericoli rappresentati dai Social. Contenti loro!
Che le famiglie si siano rimbambite è un dato di fatto, oppure il vero dato di fatto è che troppi adulti sono presi da così tante altre cose, ritenute forse più importanti, da aver demandato ad Internet la tutela dei minori, perché alla fine è più comodo così, in questa Società ormai giunta ad un grado terminale di cura dei valori della vita. Lo dimostra il fatto che, da un lato si creano continue associazioni per la tutela degli adolescenti, con un occhio attento al bullismo e oggi al cyberbullismo, dall’altro si assiste ad un esplodere di disturbi del comportamento alimentare,anoressia e bulimia, sopratutto negli adolescenti che non ha precedenti nella storia dell'umanità e poi se si intervistano le famiglie queste dichiarano candidamente e lo fanno 9 famiglie su dieci, che i loro figli utilizzano Internet, a tutte le ore anche di notte, per ferrarsi meglio negli studi e a scuola. Poi di contro si intervistano i ragazzi e si scopre che non è proprio così, anzi, non lo è per niente!
Famiglie rimbambite e strafottenti
Nel totale rimbambimento e strafottenza delle famiglie, si scopre che 4 adolescenti su dieci ha quattro profili su diverse piattaforme e solo 2 genitori su dieci lo sa. Cosa se ne facciano di questi profili verrebbe da chiederlo alle famiglie che cascano dal pero ogni qualvolta gli si pongono delle domande! Addirittura, la stragrande maggioranza delle famiglie intervistate, non sa neanche o fa finta di non sapere, che i propri figli si scambiano foto e messaggi espliciti di sesso sui social con altri coetanei, se va bene, perché spesso lo fanno anche con adulti, al punto che è stato coniato un nuovo termine, sexting, per inquadrare questa nuova abitudine dei giovani. E tanto ne sono informati i genitori di questa attività dei figli che quando si chiede a questi stessi figli se papà e mamma sanno del sexting, la stragrande maggioranza dei ragazzi, ovviamente ammette, di farlo a loro insaputa.
Quindi la realtà alla fine è che i ragazzini hanno spesso un profilo pubblico al quale possono accedere i genitori che così restano tranquilli e sereni per il riuscito controllo esercitato sui figli, salvo poi non sapere o far finta di non sapere che i propri figli hanno un profilo diverso, mediante un secondo account col quale fanno quel che gli pare ad insaputa di quegli stessi genitori sempre tranquilli e sereni! Ma del resto, seguendo il sondaggio, solo due genitori su cento sa che il proprio figlio è stato esposto a pornografia indesiderata, così come ci sono casi in cui il figlio ha acquistato, dice incosapevolmente, su internet qualcosa e i genitori non lo sanno... E chi ha pagato, verrebbe da dire?
Se poi parliamo di videogiochi siamo al paradosso. Da una parte più della metà dei genitori si lamenta che i propri figli passano troppo tempo alle prese con i videogiochi, dall'altra non fanno nulla per evitarlo subendo ormai passivamente tutte le abitudini e i desiderata dei figli. E che dire delle scommesse online e dei giochi d’azzardo in rete? Questo non è stato chiesto alle famiglie italiane, peccato, ne avremmo scoperto delle belle, ma forse è sufficiente apprendere il grado di sfascio delle nostre belle famiglie italiane che non si curano più neanche di sapere cosa stia succedendo ai propri figli. Perchè l’indagine di Altroconsumo era volta a studiare il solo comportamento degli adolescenti su Internet e abbiamo visto che i risultati sono devastanti circa il rapporto genitori figli, ma se poi andiamo a guardare un altro dato, quello che attiene all'alcolismo diffuso sui ragazzini, cosa pensiamo mai di trovare?
Adolescenti etilisti e sfatti dalla droga
Nel 2019, 4.723 ragazzi sotto i 18 anni sono finiti al pronto soccorso per aver bevuto troppo, con un aumento del 18 per cento rispetto all'anno precedente. E, tra loro, 2150 erano ragazzine: il 25,4 per cento in più del 2018. Risultato? Un milione di giovani sono alcolisti ed aumentano le ragazze che annegano nell'alcol la propria esistenza.
E se ancora non bastasse, ecco un altro dato. Nel 2018, erano circa 88.000 i ragazzi tra i 15 e i 19 anni che hanno ammesso di aver assunto almeno una volta sostanze psicoattive: più o meno 1 su 3 tra quelli che andavano ancora a scuola. E, udite, udite, si usa e abusa di droga anche a 11/14 anni, quindi con un coinvolgimento persino dei bambini, al punto che si può considerare un dato attendibile fissato in 300.000 giovani coloro che contattano un Centro antidroga, significa ciò che i giovani tossicodipendenti ormai sono un’infinità, visto che sfuggono al conteggio tutti quelli che usano sostanze stupefacenti senza esporsi e senza rivolgersi ad una struttura specializzata nel trattamento delle dipendenze tra i giovani.
Uno sfascio completo la famiglia italiana!
A questo punto sorgerebbe spontaneo farsi solo due domande. Quanti di questi problemi possono essere correlati proprio dalle menzogne degli adolescenti nei riguardi delle loro famiglie, riguardo gli accessi su Internet e sui Social? Ma forse la domanda più importante è un’altra. Quanti genitori, se intervistati, ammetterebbero di avere un figlio tossicodipendente o alcolizzato, sia pure in tenera età? O possono usare anche questa volta l’alibi di non essere per nulla a conoscenza delle abitudini dei propri ragazzi? Come se tornare ubriachi o strafatti di droga in casa fossa una condizione possibile da nascondere al resto della famiglia, posto che poi questi ragazzi possono dire di averla una famiglia, visto che questa è bella che andata e sia finita completamente allo sfascio più totale!
Fonte: Help Consumatori & Altrconsumo
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