lunedì 6 marzo 2023

Depressione: utile la camomilla e lo zafferano, vietato il "fai da te"!

 





La depressione è una malattia psicopatologica che un tempo veniva ascritta più ad un disagio psicologico che ad una malattia organica vera e propria. La depressione è invece un disturbo patologico vero e proprio che colpisce il 15% della popolazione ed i dati sono in difetto, visto che molti depressi sfuggono al conteggio dei malati. La depressione colpisce più la donna che l’uomo. Nei casi gravi di depressione, parliamo della cosiddetta depressione maggiore, si contano 15 malati di depressione maggiore su cento che chiudono le sofferenza con la malattia col suicidio.

In questa sede lungi dall’affrontare un problema tanto complesso come quello che è rappresentato dalla depressione con il carico di sofferenze che comporta nel paziente e in chi si prende cura di lui. Quel che invece ci sembra interessante è indagare come sia possibile intervenire in questa malattia, eventualmente in aggiunta alle terapie in atto, per lo più farmacologiche o di fronte a disturbi più sfumati, senza mai prescindere dal ricorso allo psichiatra insieme eventualmente ad uno psicoterapeuta nella diagnosi della malattia. Lo studio che si è svolto lo scorso anno è afferente ad una ricerca effettuata dalla Aga Khan University di Karachi Pakistan ed è stato pubblicato su PubMed 

Zafferano e camomilla nella cura della depressione

Secondo i ricercatori che hanno partecipato allo studio, potenziando gli effetti di due sostanze naturali, quali lo zafferano e la comunissima camomilla si sortiscono interessanti effetti nel contrasto alla depressione e alle sue conseguenze più nefaste. Ma perché lo zafferano? Negli stami di zafferano, lo stame è quella parte del fiore maschile dove si produce il polline, ritroviamo tre importanti principi attivi che hanno capacità bioattiva, ovvero l’effetto della sostanza su un essere vivente. I tre elementi presenti nello zafferano con tali proprietà bioattiva sono la crocina, la crocetina e i carotenoidi.

La crocina è quell’elemento che conferisce il colore giallo-arancione, allo zafferano, anche se all’origine ha un colore rosso. La prima proprietà di questo costituente è l’effetto antiossidante. Le sostanze antiossidanti si oppongono ai radicali liberi, prodotti di scarto dell’organismo capaci di danneggiare le cellule e causa di premorienza delle stesse, quindi le sostanze antiossidanti si oppongono all’invecchiamento e a tutte quelle aggressioni interne ed esterne all’organismo che lo espongono a malattie anche gravi come i tumori, oltre a opporsi al ruolo negativo che i radicali liberi hanno sul nostro sistema immunitario l’unico deputato a contrastare malattie infettive e attacco di agenti patogeni quali batteri, virus, funghi.

Il secondo elemento è la crocetina, un altro elemento biattivo con proprietà positive nell’induzione di un sonno ristoratore e quindi utile nel contrasto  ai problemi di addormentamento dell’individuo, sia in buono stato di salute che laddove fosse predisposto o in cura per la depressione. Insieme ai carotenoidi, ricordando che i primi due principi attivi appartengono essi stessi alla famiglia dei carotenoidi, tutte queste sostanze hanno proprietà, come detto antiossidanti, ma anche antinfiamatorie e antidepressive.

La camomilla: una pianta di cui si conosceva poco

Fino a non molto tempo fa si pensava che la camomilla fosse solo un blando ansiolitico e un blando spasmolitico. L’essicazione dei suoi fiori ha invece palesato e questo lo si sa invece da tempo, la presenza di ancor più componenti attivi rispetto allo zafferano. Apigenina, quercitina, patuletina e luteolina i più diffusi. In questo caso la camomilla diventa una vera e propria miniera di sostanze attive con proprietà neuroprotettive, antinfiammatorie, antiossdidanti, antitumorali, amtimicrobiche e antiallergiche.

Lo studio che è stato condotto s’è rivolto ad una platea abbastanza ristretta di partecipanti, appena 120. Risulta del tutto ovvio che parlando di uno studio tanto ristretto non possiamo riferirci ad un lavoro scientifico degno di meritare la menzione  "scientificamente provato", ma risulta tuttavia quanto meno molto interessante, avendo osservato che, i risultati ottenuti, dopo aver proposto delle bustine di tisane due volte al giorno ai partecipanti, che contenevano 20 grammi di camomilla e un milligrammo di zafferano insieme a farmaci di uso comune, per un gruppo ed insieme a farmaci indirizzati verso una specifica patologia, la depressione appunto, per l'altro gruppo, nello specifico farmaci di sintesi. 

Si è così riscontrato un miglioramento della patologia in quei pazienti che hanno assunto queste sostanze vegetali, più precisamente,  in coloro che hanno associato queste erbe con farmaci specifici di norma contro la depressione, si è assistito ad una maggiore efficacia della terapia combinata, rispetto a coloro che hanno utilizzato solo il farmaco. Interessante anche notare che dopo l’uso di zafferano e camomilla, in ragione di due somministrazioni al giorno, si è assistito anche ad una attenuazione dell’infiammazione. Motivo per cui si è concluso che la co-somministrazione di zafferano e camomilla è in grado di produrre un miglioramento della depressione e un miglioramento dell’efficacia del trattamento degli stessi farmaci di sintesi.

Lo studio è risultato quanto mai interessante anche per un’altra ragione. Infatti, l’idea che l’intestino sia connesso al cervello, è un fatto ormai ben risaputo, basti solo ricordare le patologie gastrointestinali su base psicosomatica, colon irritabile, gastrite nervosa, solo per citarne due, ma l'estrema importanza di tale studio è data dalla possibilità di  arricchire le conoscenze rispetto a quanto già si sapeva su tale legame di organi, considerato che una mucosa intestinale infiammata, magari unita ad una disbiosi su base cronica, può avere ricadute anche importanti sul cervello. Avendo pertanto visto il ruolo che lo zafferano, sopratutto in sinergia con la camomilla determina, nel contrasto dell’infiammazione, immaginare che se a livello intestinale siamo certi di non trovare stati infiammatori in corso, anche la gestione delle patologie, comprese alcune forme di depressione, diventa più agevole e foriera anche di una guarigione nel breve periodo. 

Inoltre la stessa depressione che prima si riconduceva ad una eziologia su base genetica e fortemente influenzata dall’ambiente esterno che circondava il soggetto, anche alla luce di questo studio e non solo, oltre alla predisposizione familiare che gioca un ruolo importante, ritrova la sua origine anche nelle carenze vitaminiche  e nelle variazioni ormonali, aggiunte eventualmente anche ad eventi stressanti a lungo termine in grado di innescare la regolazione negativa della neurogenesi. 

Concludendo

Motivo dello studio non è quello di indurre la gente a soppiantare le cure contro la depressione, ignorando pertanto i consigli del proprio medico per orientarsi esclusivamente sulle terapie naturali. Tutt’altro, il fine dello studio scientifico semmai è stato quello di considerare utili le sostanze naturali nelle forme sfumate di depressione o anche parallelamente ai farmaci somministrati anche in  corso di patologia più impegnativa, al punto che, considerato che gli effetti collaterali di tali farmaci sono tutt’altro che trascurabili, ricordiamo la sonnolenza, il senso di affaticamento, la nausea, l’eventuale perdita di peso e nei casi limiti anche problematiche di natura cardiovascolari, non sarebbe male se insieme allo specialista si valutasse, solo laddove il medico lo ritenga opportuno, una diminuzione delle dosi farmacologiche da compensare con il ricorso, in questo caso di camomilla e zafferano. In tale occasione, risulta utile la consulenza prestata da un fitoterapeuta per il ruolo che può avere di concerto con lo specialista psichiatra.

Nessun commento:

Posta un commento

Ti preghiamo di inserire sempre almeno il tuo nome di battesimo in ogni commento