Sull’artrite reumatoide si conosce molto di più di quanto già si sapeva appena due decenni fa. Intanto specifichiamo che ci si riferisce ad una patologia cronica che colpisce l’1% della popolazione nel mondo, in Europa l’incidenza è più bassa rispetto ad esempio agli Stati Uniti, per essere ancor più bassa nella parte meridionale ed occidentale del Vecchio Continente. Altro dato importante, quando si parla di artrite reumatoide, è l’incidenza maggiore nelle donne rispetto agli uomini. Fermo il dato che le donne tendono ad ammalarsi in età più avanzata rispetto agli uomini. Fattori ambientali e genetici sembra abbiano un ruolo quasi determinante sull’insorgenza di questa patologia autoimmune.
Una
delle maggiori conoscenze che si hanno oggi sull'artrite reumatoide, ad
esempio, è la consapevolezza che i danni ad organi vitali, in
particolare a livello cardiovascolare, sono spesso derivanti proprio
dalla malattia e non solo dai farmaci utilizzati per contrastare l' esacerbazione dei sintomi della patologia stessa.
Che
oggi l’approccio diagnostico nei confronti dell’artrite
reumatoide sia molto più avanzato rispetto al passato è cosa ben
nota, così come le stesse cure per fronteggiare la malattia, si
pensi ai nuovi e sempre più sofisticati farmaci biologici utilizzati, consentono un
miglioramento certo della qualità della vita del paziente. Resta
tuttavia da capire però come mai, nonostante i tanti progressi fatti
dalla medicina, in tutta l’Unione Europea, presa in esame, le
prime cause di disabilità nel Vecchio Continente, in qualche caso
persino di invalidità permanente,sono in larga parte ascrivibili a
disturbi muscoloscheletrici che derivano in larga parte dall’artrite reumatoide. Quello che oggi sembra essere definitivamente acquisito
ce lo da l’evidenza di come l’aterosclerosi e l’artrite
reumatoide condividano un forte interessamento infiammatorio anche a
livello endoteliale nei vasi, ne deriva che il paziente affetto da
artrite reumatoide può presentare insieme anche patologie
cardiovascolari. Ovvio che tale situazione ha ricadute pesanti per
quanto riguarda i costi sociali ed economici dei diversi sistemi
sanitari. Ma in questa sede ci sembra più importante indagare sui
danni e sulle ricadute psicologiche che una malattia di questa
portata determina sul malato
Gli
attuali biomarcatori più utilizzati
Attualmente
per giungere ad una diagnosi certa di artrite reumatoide si
utilizzano due importanti biomarcatori, il fattore reumatoide (FR) e
l'anticorpo proteico anticitrullinato (ACPA). A seguire si utilizzano
un gran numero di altre indagini per focalizzare la grave patologia
cronica. Eppure solo 7 pazienti su dieci presenta un aumento di
questi due biomarcatori, al punto che ne esistono degli altri che si
associano ai primi due. Quel che manca, a parere di molti studiosi
della materia, è la possibilità di trovare anche ulteriori
biomarcatori specifici che mettano poi il medico nelle condizioni di
agire nelle diverse forme della grave malattia autoimmune, atteso che
non tutti i casi di artrite reumatoide possono essere inseriti in un
unico gruppo, visto che ogni paziente presenta diversi stadi della
malattia, diversi momenti della stessa, diversi aspetti della
sintomatologia che non consentono spesso un facile inquadramento
della malattia stessa. Ne deriva che nella diagnosi di Artrite
reumatoide i criteri clinici sono quelli ancora più utilizzati. E
questo probabilmente perchè, come si diceva, mancano ancora altri
biomarcatori specifici più sofisticati, nonostante si disponga di
indicatori moderni, ma che non hanno tuttavia ancora dato la
possibilità di indagare in toto sulla malattia, sul reale decorso e sulla sua vera eziologia.
Ulteriori
biomarcatori che si aggiungono alla diagnosi
Partendo
dal presupposto che in questa patologia si assiste ad una comorbilità accertata, risulta quanto mai utile,
un’intuizione che i ricercatori hanno avuto nei confronti di questa
patologia. Tale intuizione ha indotto gli studiosi a ricercare i
livelli di omocisteina (Hcy) nel sangue di quei pazienti che
potrebbero essere prima o poi interessati alla malattia o ne presentano i sintomi. Tutto ciò
in considerazione del fatto che da diversi anni si è visto che
l’aumento della concentrazione nel sangue di un amminoacido
contenente zolfo, come la omocisteina, insieme all’aumento della
PCR (Proteina c Reattiva) sia il segno di una alterazione della
funzione vascolare e quindi, potrebbe essere un segno che la
patologia si stia facendo strada nel malato o si sia già radicata, pur presentando ancora sintomi sfumati. Ma poiché non è ancora
del tutto certo che basti solo un aumento dei valori di omocisteina
del sangue per fugare ogni dubbio sulla certezza di essere affetti da
artrite reumatoide, i ricercatori avrebbero
stabilito che se l’aumento della omocisteina è associato anche ad
una carenza vitaminica, entrambi i dati possono essere predittori non solo della patologia, ma anche dell’aumento di rischio per complicanze
vascolari che ascendono alla malattia stessa. Oltretutto il dato
acquisito è stato ritenuto quanto mai utile per constatare come il
paziente reagisca alla malattia in base al trattamento farmacologico
ricevuto e se vale o meno il caso di modificare l’approccio
terapeutico o la stessa posologia dei farmaci somministrati.
Lo
studio scientifico
Lo
studio che ha portato alla scelta di biomarcatori aggiuntivi correlato ad un aumento di un amminoacido associato ad un
deficit vitaminico è seguito ad uno studio scientifico approvato dal
Comitato Accademico e Scientifico di Etica e Deontologia
dell'Università di Medicina e Farmacia di Craiova (Registrazione n.
32174/2019) secondo le Linee Guida dell'Unione Europea (Dichiarazione
di Helsinki).
Risultati
dello Studio scientifico
I
risultati ottenuti dimostrano che i livelli di omocisteina nel sangue
e di PCR sono predittori dello stato infiammatorio cronico e un
indice di complicanze anche cardiovascolari. Integrando tuttavia,
mediante integratori, acido folico e vitamina B12, si è assistito ad
un abbassamento dei valori di omocisteina nel sangue. Ne deriva che
non solo bassi livelli di vitamina B12 e acido Folico siano
predittori della malattia e delle complicanze della stessa,
orientando anche le cure da attuarsi, ma addirittura l’integrazione
di queste vitamine capaci di abbassare i livelli di omocisteina del
paziente concorrerebbe al miglioramento della prognosi. Abbiamo
dimostrato che gli integratori di acido folico e B12 sono importanti
per abbassare il livello di Hcy e quindi, nella diagnosi della
malattia la ricerca dei valori di acido folico e vitamina del
complesso B dovrebbero essere aggiunti a tutti i biomarcatori
metabolici ricercati, insieme all'Hcy per prevedere il decorso della
malattia. Questo è stato il parere degli studiosi intervenuti al Congresso.
Decorso
della malattia
E’
importante ricordare che una corretta e tempestiva terapia da
applicare, può scongiurare le peggiori complicanze derivanti dalla
patologia, compresi i danni permanenti patiti dal paziente e persino
la mortalità precoce. Ciò in quanto mai come adesso si è stabilito che
l’approccio non deve essere limitato alla cura dell’artrite
reumatoide ma anche a quelle patologie che si associano alla malattia
stessa.
Oggi
nella cura dell’artrite reumatoide si fa riferimento non solo ai
farmaci, ma anche alle diete, all’esercizio fisico e alle sostanze naturali utilizzate sotto forma di farmaci vegetali. In passato ci si
affidava solamente ai glucocorticoidi che però, dopo un primo
periodo in cui si assistiva ad una remissione della sintomatologia
con un miglioramento della qualità della vita del paziente, mostrava
tutti i limiti di questa scelta terapeutica anche per gli effetti
collaterali che ne derivavano. Stessa cosa per quanto concerne tutti
gli immunosopressori utilizzati, compresi alcuni farmaci oncologici
“prestati” alla cura dell’artrite reumatoide.
Ne
deriva pertanto che, anche a seguito dello studio condotto dai
ricercatori, l’attuale terapia, basata sopratutto sui farmaci biologici non puo’ esimersi dall’uso di vitamine del gruppo B
insieme all’acido folico.
Fonte: National Center for Biotechnology Information - Ricercatori: RR Mititelu , MV Bacanoiu , AM Buga , V. Padureanu , A. Barbulescu
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