venerdì 3 marzo 2023

Pizza: perchè questo piatto ha un enorme successo? Ce lo dice la scienza

 



Se si potesse svolgere un rapido sondaggio fra la gente per strada, giovani, meno giovani, anziani e si chiedesse loro, "ti piace la pizza? quanto ti piace la pizza?" Pensiamo che il risultato di tale sondaggio sarebbe a “maggioranza bulgara” e, quindi, tutto a favore di questo simbolo della cucina italiana. Questo perché la pizza piace davvero agli italiani e anche ai turisti, che italiani non sono, se si pensa alla ressa che si crea davanti le pizzerie in estate da parte dei visitatori stranieri del nostro Paese.


Se poi vogliamo essere ancora più precisi sul successo che la pizza riveste in Italia e, quindi, l’alto gradimento rivestito da questa vera leccornia italiana, basta informarsi circa le predilezioni che abbiamo per la pizza e per farlo quale migliore occasione se non consultare i risultati di un prestigioso Ente come il CNA, la Confederazione Nazionale che racchiude la piccola e media impresa, nonché il settore artigiano, che ha effettuato  una ricerca sui dati pubblici di Infocamere e Infoimprese. Il CNA ha calcolato in poco meno di 130 mila le aziende che vendono la pizza in Italia. Scandagliando meglio i dati ci si avvede che 40.000 sono ristoranti e pizzerie, 36.300 bar pizzeria, solitamente quest’ultimi sono per lo più solo pizzerie, 76.457 esercizi di ristorazione. Fatti i dovuti calcoli, in Italia si producono 8 milioni di pizze al giorno, con un fatturato complessivo fra sole pizzerie, pizzerie di solo asporto e ristoranti pizzerie, compresi bar-pizzerie, di 30 miliardi di euro l’anno, se si sommano anche le pizze da cuocere in casa e quelle surgelate solitamente vendute nei supermercati o prodotti specializzati nel frost. Oltretutto, per finire, parliamo di un prodotto alimentare che piace sicuramente e che ha ancora, nonostante tutti gli aumenti a cui è stata soggetta per via dei corrispettivi ritocchi dei prezzi energetici e delle materie prime, un prezzo abbordabile che si colloca in una media di 7/8 euro a pizza sfornata.

I segreti di un successo esorbitante

Ci si chiede a questo punto, ma coma ha fatto la pizza a meritarsi l’olimpo delle preferenze nella cucina italiana? Perchè una cosa è certa. Se guardiamo alla nostra arte culinaria, non mancano le eccellenze regionali. Ad esempio, il pesto alla genovese, la pasticceria tipica siciliana, l’amatriciana romana, il peperoncino calabrese ed i piatti da esso derivati  e l’elenco è sicuramente infinito. Ma se si guarda bene, questi piatti hanno grande successo a livello locale e anche quando vengono esportati fuori dai confini regionali, continuano ad avere successo ma insignificante rispetto alla pizza che mette d’accordo tutti, da nord a sud, centro Italia, isole comprese, tant’è che è ormai tanto entrata nell’abitudine quotidiana che proporre una pizza fra amici che vogliono riunirsi risulta una cosa più che scontata. Ci deve essere qualche recondito segreto di sicuro e questo ce lo svela anche questa volta la scienza.

Il successo della pizza è scientifico!

Gli scienziati che hanno voluto studiare il “nostro” piatto tipico per eccellenza si sono spinti addirittura più in là. Perchè pensavamo che la pizza è l’eccellenza gastronomica che piace di più agli italiani e ai turisti che ci vengono a trovare durante le vacanze e invece, stando allo Studio svolto da un team di ricercatori dell'Università del Michigan, la pizza è in cima alle preferenze di tutti gli abitanti del mondo, quindi un successo planetario, quello della pizza. Quindi, a questo punto, vediamo a seguito degli studi intrapresi da questi scienziati, cosa rende così gradita nel tempo, la pizza e quale segreto scientifico custodisce. 

La dipendenza: questo il successo della pizza

Quando parliamo di dipendenza, solitamente si fa riferimento a quelle dipendenze, sul modello dell’alcol, del fumo e quant’altro, sicuramente negative per la salute. Nel caso della pizza, si parla anche di dipendenza, ma di una dipendenza salutare per gli “assuntori” di questo cibo. Gli scienziati, riferendosi alla pizza, parlano di “droga alimentare”, in quanto la pizza, a parer di scienza, causa assuefazione, il motivo? Presto detto: la pizza è costituita da grassi, carboidrati e sale tutti insieme e sapientemente miscelati e il nostro organismo è “avido” di queste sostanze che cerca continuamente, perché a livello cerebrale li considera alla stregua di una ricompensa. Dopo giorni faticosi, mediamente stressati, l’organismo cerca una ricompensa, come si farebbe col cavallo che ha eseguito bene gli esercizi e per ricompensa gli si offre qualche zolletta di zucchero. Ecco, per noi la pizza e quindi per il nostro organismo è un po’ come la ricompensa offerta al cavallo, la zolletta di zucchero. Provate a negarla al cavallo dopo averlo abituato ad associare la sua bravura alla zolletta e vedrete come ci resta male!

Ma non è finita qui. Nel nostro cervello alberga la dopamina, un neurotrasmettitore. Quando proviamo piacere per una cosa, entusiasmo per un’azione, il nostro cervello rilascia grandi quantità di dopamina e ciò non deve solo essere associato ad un elemento esterno che viene introdotto nell'organismo, persino l’idea di un qualcosa di piacevole che si stia realizzando a breve induce rilascio di dopamina. Immaginiamo che stiamo per partire per un viaggio da sogno, l’attesa fino alla partenza produce un tale rilascio di dopamina che ci da quel senso di piacevole trepidazione e quasi smania per quel che pensiamo di piacevole ci stia per accadere. Purtroppo anche le droghe agiscono non solo sul rilascio della dopamina, ma anche nel riassorbimento di questo neurotrasmettitore, tant’è che il tossicodipendente sta “bene” (per puro modo di dire ovviamente) finché la dopamina è in circolo e non viene riassorbita, prima o poi dai neuroni, quando questo avviene, va in crisi di astinenza e cerca altra sostanza che esalti la produzione, appunto, di dopamina ed il meccanismo si riavvia. 

Nel caso della pizza, a partecipare al rilascio della dopamina provvedono alcune proteine del latte che vengono usate nel condimento della pizza con la base di formaggi che l’accompagna, in particolare la caseina che una volta assunta rilascia le caseomorfine, dei veri e propri oppiacei che agiscono sui ricettori della dopamina e danno vita al classico processo chimico che regola le dipendenze, andando ad agire sul nostro cervello e facendogli provare piacere, oltretutto stimolando le aree della memoria. Il risultato è che l’organismo ricorda il piacere provato con la pizza e fa di tutto per riprovare lo stesso piacere inducendoci a tornare in pizzeria quanto prima possibile. 

La psicologia la fa da padrone

La pizza inoltre crea anche una sorta di “dipendenza” psicologica. L’odore della pizza calda che ci viene servita, il suo colore variegato, a seconda della scelta, il connubio con le patatine fritte che di solito l’accompagnano, aggiungerei insieme alla birra, meglio se alla spina, coronato dal fatto che solitamente preferiamo andare a mangiare la pizza con le persone con le quali ci troviamo bene e che quindi ci fanno star bene, in questo modo ci concediamo del tempo riservato alla salute e benessere psicofisico e che quindi ci danno piacere, completando il quadro. Se a questo aggiungiamo che a livello nutrizionale la pizza è quanto mai salutare, visto che parliamo di un alimento completo di carboidrati, cereali, proteine dal formaggio e antiossidanti e fibre del pomodoro, siamo al top dei costituenti cardine della cucina mediterranea.

Quindi se di droga si parla, ben venga una “droga alimentare” come la pizza che fa bene, non scontenta nessuno e crea dipendenza quanto mai piacevole, salutare e foriera di piacevoli compagnie. 

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