La Giornata del Fiocchetto Lilla, che si svolge il 15 marzo di ogni anno e si è tenuta due giorni fa per l’anno in corso è stata anche l’occasione per stigmatizzare un’evidenza che riguarda i nostri giovani, ovvero, l’abbassamento dell’età di insorgenza dei disturbi del comportamento alimentare.
“Anoressia e bulimia sono la prima causa di morte per malattia tra i 12 e i 25 anni in Italia – spiega Stefania Sinesi, Direttore scientifico di NEVER GIVE UP – se intercettati e trattati in tempo, i disturbi dell’alimentazione possono essere curati, ma, purtroppo, solo il 10% di chi soffre chiede aiuto e ci impiega mediamente tre anni a chiederlo. Per questo è fondamentale fare luce su questi disturbi per rompere il silenzio e sensibilizzare sull’importanza di chiedere aiuto tempestivamente”.
Dei disturbi alimentari, anoressia e bulimia quella che ha un grosso peso fra i giovani è l’anoressia nervosa
“È un problema di salute pubblica quello dei disturbi legati all’alimentazione, in aumento e con un esordio sempre più precoce, soprattutto tra i giovanissimi, le ragazze in particolare, tra i 12 e i 17 anni”: così la SINPIA, Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza".
Si palesano pertanto bene i principali campanelli d’allarme che manifesta chi soffre dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), come anoressia nervosa, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata (o Binge Eating Disorder – BED): in questi casi chi ne è affetto comincia a ridurre l'apporto di cibo, poi si passa al salto del pasto vero e proprio, oppure, in caso contrario, ci si tuffa in abbuffate compulsive, si contano ossessivamente le calorie, ci si pesa e ci si specchia continuamente, si eccede con l’attività fisica, si cambia umore e si riduce il contatto con il mondo esterno.
“È un mondo complesso quello dei disturbi del comportamento alimentare – dichiara la Prof.ssa Elisa Fazzi, Presidente SINPIA e Direttore della U.O. Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASST Spedali Civili e Università di Brescia – e negli anni più recenti abbiamo osservato un progressivo abbassamento dell’età di insorgenza, tanto che non riguarda più soltanto gli adolescenti, ma anche bambine e bambini in età prepuberale, con conseguenze più gravi sul corpo e sulla mente, sullo sviluppo in genere. L’identificazione e l’intervento tempestivo e multidisciplinare sono decisivi per una prognosi migliore”.
Inquietante anche il dato che proviene dall’Ospedale Bambin Gesù che denuncia come gli accessi al pronto soccorso siano aumentati negli ultimi due anni di oltre il 50%, ricoveri compresi, a causa dei disturbi del comportamento alimentare.
“Il lockdown prima e le restrizioni della socialità dopo hanno fatto da detonatore per un malessere che era spesso già presente, a volte in maniera meno manifesta a volte di più – spiega la dottoressa Valeria Zanna, responsabile di anoressia e disturbi alimentari del Bambino Gesù – Il Covid e la quarantena sono stati sicuramente fattori di accelerazione, ma molte di queste ragazze e di questi ragazzi erano già allenati a mangiare di nascosto, a vomitare di nascosto, a vivere di nascosto”.
L’esordio di questi disturbi, dunque, è sempre più precoce. “Negli ultimi anni si è infatti registrato un abbassamento dell’età fino agli 8/9 anni. Ciò – spiega il Bambino Gesù – è verosimilmente dovuto sia all’abbassamento dell’età puberale nelle bambine che al sempre più diffuso impiego dei social network che facilitano confronti con modelli di bellezza irraggiungibili”.
Fonte: Help Consumatori
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